Da trent’anni Vivai Brugna è un punto di riferimento a Trento e i suoi tutorial stanno conquistando gli italiani su Instagram. Ce ne parla Davide Brugna, che dirige insieme alla famiglia il garden center trentino.
Lo scorso anno ha festeggiato il 30° anniversario ma è anche balzato all’onore delle cronache per essere stato il centro giardinaggio che ha raccolto più follower su Instagram nel 2023: oltre 101.000 nuovi fan, passando dai 7.700 di fine 2022 ai 109.000 del 2023. Oggi, in soli due mesi, sono già diventati 141.000 e tutto lascia presupporre un altro record quest’anno.
Dal 1993 Vivai Brugna è un punto di riferimento a Trento per gli appassionati di giardinaggio e i possessori di giardini. Come succede in molti garden center italiani, è una storia familiare che nasce da un’attività vivaistica per poi trasformarsi, seguendo la naturale evoluzione del mercato, in un centro giardinaggio.
Per saperne di più abbiamo incontrato Davide Brugna, che insieme ai suoi familiari dirige Vivai Brugna e con Nicole Pellegrini è uno dei due “volti” su Instagram dell’azienda.
30 anni fa apriva il garden center
GreenRetail: Il garden center, fondato trent’anni fa nel 1993, è stato l’evoluzione di un’attività vivaistica?
Davide Brugna: Nel dopoguerra il nonno è partito per l’Argentina in cerca di fortuna. L’ha trovata e agli inizi degli anni Sessanta è tornato in Italia e ha acquistato una bella porzione di campagna con una casa di famiglia abbastanza grande sulle colline di Trento. Era un contadino e ha avuto l’idea di puntare sui kiwi: una intuizione vincente perché fino agli anni Ottanta i kiwi andavano benissimo in Italia. Ancora oggi abbiamo una base di produzione di questi frutti.
Accanto al vivaio di produzione a Mattarello (TN), nel 1993 i miei genitori, dopo le lauree in agraria e biologia, aprono il vivaio di vendita a Trento. Sette anni fa, con lo sviluppo della Psa (Pseudomonas Syringae Actinidiae detta “cancro dei kiwi” – ndr), abbiamo dovuto interrompere la produzione di kiwi e ci siamo spostati sulla produzione di talee: lonicere, gelsomini, bossi, piracanta, ecc. Oggi abbiamo un’area completamente di produzione e un’area completamente di vendita: questo ci permette di essere indipendenti, soprattutto per le piante da esterno. Noi vendiamo quello che scegliamo di coltivare: nelle fiere cerchiamo delle piante particolari ma quelle senza brevetto le produciamo noi dalle piante madri. Cerchiamo di essere autosufficienti: per avere un prezzo di vendita giusto e una qualità come vogliamo noi.
GreenRetail: Si dice che il “verde vivo” sia il core business di un garden center: da un certo punto di vista la selezione e la qualità dell’offerta di verde è il suo biglietto da visita, no?
Davide Brugna: È un aspetto che piace molto ai nostri clienti: sanno che sono piante coltivate a Trento, abituate al clima di Trento. A parte le aromatiche, compriamo da fuori solo le cose un po’ particolari qualche vaso 24 e 30 che ci manca. Comunque con l’esperienza abbiamo capito il numero di piante che ci serve ogni anno: produciamo 5/6.000 piante da esterno e poi tutte le primaverili come gerani, viole, surfinie, ecc. Talvolta capita di finire una varietà: pazienza!
“Tutti dobbiamo fare la nostra parte”
GreenRetail: Nel sito dichiarate di aver intrapreso una politica sostenibile, racchiusa nello slogan “agire biologico”. Ce ne puoi parlare?
Davide Brugna: È stata più che altro una scelta mia. Sette anni fa mi sono rotto di vendere roba chimica: perché il cliente non sa usarla, ne usa troppa e poi si ammazzano le api. Sono sempre stato molto legato all’idea che ognuno debba fare la propria parte. Mi sono preso la responsabilità di perdere il fatturato degli “spruzzini” e di sostituirli con prodotti naturali. Solo che sette anni fa nessuno proponeva prodotti naturali, ricordo che solo in due avevano l’olio di neem o gli estratti di ortica. Sicuramente avrei venduto più “spruzzini chimici”, ci ho perso soldi, però ognuno deve fare la sua parte.
GreenRetail: Quanto è stato recepito dai tuoi clienti?
Davide Brugna: Mediamente. Il cliente non è contento di fare 3/4 trattamenti con il neem anziché un trattamento con un prodotto chimico. Ma alla fine questa è la strada che dobbiamo percorrere.
GreenRetail: La legge ti ha dato ragione…
Davide Brugna: Era ovvio e giusto, secondo me. Noi siamo contadini di estrazione: viviamo in campagna e mio padre vive ancora nella casa contadina del nonno. Vedo con i miei occhi come è cambiata la natura evitando i trattamenti: torniamo a vedere i bruchi che non vedevo più da quando ero bambino, gli uccellini che tornano a fare i nidi sugli alberi…
Ricicliamo anche i vasi di plastica e sensibilizziamo i clienti a riportarceli. Quest’anno abbiamo realizzato una nuova linea di vasi personalizzata insieme ad Arca, con la scritta “riportaci in vivaio”. Proprio per suggerire ai clienti di fare la loro parte: noi stiamo attenti e li raccogliamo, che ognuno faccia il suo!
Instagram? Una follia!
GreenRetail: Non posso non farti una domanda sull’exploit che state registrando su Instagram dall’anno scorso. Come è nato questo progetto?
Davide Brugna: In modo molto spontaneo: abbiamo realizzato dei tutorial, fatti in casa in tutta tranquillità e abbiamo visto che funzionavo. Quindi siamo andati avanti. È stato un esperimento che ha dato un esito inaspettato: non abbiamo neanche un e-commerce. Di solito queste operazioni sono legate alle vendite online.
GreenRetail: C’è un investimento pubblicitario o è traffico organico e virale?
Davide Brugna: Abbiamo una ragazza, che dobbiamo ringraziare perché ha una pazienza infinita con me e Nicole, che ci propone le idee per i video. C’è una programmazione, ma l’aumento è stato tutto organico: una pazzia che anche noi non ci spieghiamo.
Adesso abbiamo iniziato a pianificare delle “sponsorizzate” in tutta Italia, per allargare ulteriormente il numero di follower. Sinceramente è un investimento annuale molto limitato, ma ci serve soprattutto per assimilare dati e preferenze del pubblico. Informazioni che poi utilizziamo quando realizziamo campagne più importanti, per esempio in occasione di eventi o di San Valentino, per colpire il pubblico giusto. Ma la crescita su Instagram nel 2023 è tutta organica: una follia.
GreenRetail: I vostri tutorial sono didattici e forse la platea dei social, composta maggiormente da giovani, ha maggiore necessità di informazioni?
Davide Brugna: Nel vivaio noi vediamo molti giovani: molti di più rispetto a quando ho iniziato io dieci anni fa. Sono molti interessati, non vengono solo per regalare la pianta nella ricorrenza: mi piace parlare con loro perché sono molto preparati. Il futuro dei giovani di adesso sarà bellissimo! Sanno – quando vengono a parlare con me in serra – a cosa serve il bark di cocco o magari l’umidificatore.
Finalmente qualcuno che sa di cosa stiamo parlando! Mi piace la giovane generazione: non devi convincerli, se tu sei onesto lo capiscono da soli che non stai provando a rifilargli una pianta per un’altra. Il lavoro con le nuove generazioni sarà molto più semplice e agevolato, per chi ha sempre lavorato bene.
GreenRetail: L’esposizione su Instagram in qualità di “personal shopper” ha portato maggiori visite nel punto vendita, anche solo per conoscervi?
Davide Brugna: Se conoscessi il nostro vivaio sapresti che da noi si viene prima di tutto per fare due chiacchiere. L’ambiente è sereno e rilassante e i clienti vengono accolti in un clima familiare: la vendita è self service ma è normale che si fermino a bere un caffè con noi o a chiacchierare. Io poi sono appassionato di piante rare e strane e mi piace il confronto diretto col cliente: magari fosse sempre così.
Ci sono appassionati che frequentano il vivaio portati dai social e succede che ci riconoscano: capita soprattutto a Nicole. I video di Nicole piacciono molto perché è super spontanea.
GreenRetail: Non siete gli unici che realizzano video dedicati alle piante, però…
Davide Brugna: Forse abbiamo successo perché la nostra comunicazione è molto empatica. Cerchiamo di metterci nei panni di chi guarda i video su Instagram. Se io volessi una informazione puntuale, molto scientifica, aprirei un libro o parteciperei a un corso. Una laurea ce l’ho anche io, ma non è questa la comunicazione che deve passare. Deve essere empatica e semplice. Per questo non usiamo mai paroloni. Lo “storie” sono completamente non preparate, ci tengo a dirlo: è tutto materiale che fluisce! Mostriamo anche i nostri insuccessi nelle coltivazioni: perché è giusto che il cliente sappia che le piante sono esseri viventi e anche noi professionisti possiamo farle morire senza sapere il perché. Questa è la comunicazione che vogliamo far passare. Anche i reel sono molto spontanei: abbiamo una linea guida ma improvvisiamo e penso si percepisca nei video.
GreenRetail: Avete in programma di aprire un e-shop?
Davide Brugna: Probabilmente si farà, ma non so quando. Il futuro sarà quello, ma oggi non siamo allarmati dal fatto di non avere l’e-commerce.
Aspettative per il 2024
GreenRetail: Come è andato il 2023? Anche a Trento c’è stata un primavera particolarmente lunga e piovosa?
Davide Brugna: Di mio sono sempre ottimista e direi che è andato bene, non possiamo lamentarci. Ma anche se fosse andato peggio del 2022, sarebbe andata bene lo stesso: non è che tutti gli anni bisogna fare “più” per forza. Se alla fine, anche con l’aumento dei prezzi, si riesce a stare sul mercato, penso si possa essere felici. Anche qua eravamo preoccupati per il maltempo, ma poi abbiamo recuperato a giugno. Da noi la stagione è diversa: inizia tardi e arriva fino all’inizio dell’estate.
GreenRetail: Sei ottimista anche per il 2024?
Davide Brugna: Ottimismo sempre: ci vuole. Quest’anno la Pasqua cade presto e può essere un’opportunità molto interessante.
GreenRetail: In Europa si nota una certa attenzione verso piante indoor con prezzi esorbitanti e una riduzione delle dimensioni dei vasi di coltivazione. Cosa ne pensi?
Davide Brugna: Ogni tanto mi vengono in mente cose strane e tre anni fa sono andato in Ecuador da Ecuagenera. Il famoso vivaio specializzato in orchidee e ibridi particolari in mezzo alla foresta tropicale: un posto sperduto dove queste piante crescono spontaneamente. Hanno creato un impero e vendono piante in tutto il mondo. Io sono andato per capire meglio questo mondo, quello degli anthurium in particolare.
Abbiamo proposto alcune specie nel garden ma non ho riscontrato un particolare interesse. La gente vuole spendere poco e piuttosto prende una pianta più piccola. Forse in futuro, con un e-commerce, ci riproverò: qui non c’è un bacino d’utenza abbastanza grande. I prezzi di alcune piante stanno crollando e cominciano a diventare dei prodotti accessibili. L’Olanda sta producendo tanti philodendri e si stanno abbassando i prezzi: un philodendron gloriosum che un anno e mezzo fa pagavi 60 euro in vaso 14, adesso costa 25 euro. Bisogna sapere aspettare.