Inaugurato a marzo, il nuovo Viridea di Castenedolo in provincia di Brescia è il 10° negozio di Viridea e cade nel 25esimo anniversario della catena. Abbiamo incontrato Fabio Rappo, il suo fondatore.
Lo scorso 4 marzo è stato inaugurato il 10° garden center Viridea di Castenedolo (BS) in occasione del suo 25esimo anniversario. Fondata nel 1997, Viridea ha espresso fin dal principio un format di centro giardinaggio moderno e multispecialistico che ha fatto scuola in Italia. Nel 2021 i 9 garden center Viridea hanno accolto circa 6,5 milioni di visitatori con un fatturato di quasi 80 milioni di euro e una crescita del 26,5% sul 2020, rilevante anche rispetto ai 64,6 milioni di euro del 2019 prepandemico.
Ma negli ultimi anni ci sono state molte tappe significative nel percorso di crescita di Viridea. Nel 2019 ha aperto il primo ristorante Erba Matta all’interno del garden center di Cusago (MI): un progetto destinato a ripetersi dopo la pandemia. Nel 2020 ha lanciato la linea di private label “Per Passione”, che l’anno scorso ha generato circa 2 milioni di euro. Sempre nel 2020, spinto anche dalla pandemia, è nato l’e-shop di Viridea. Nel 2021 ha rilevato il polo commerciale toscano Legnaia insieme a Flora Toscana e Gruppo Mati. Quindi sono 11 i punti vendita gestiti da Viridea.
Per analizzare le innovazioni del nuovo Viridea di Castenedolo e ricordare i 25 anni della catena, abbiamo incontrato Fabio Rappo, il suo fondatore.
L’intuizione originale di Viridea
GreenRetail: Piante e fiori si sono sempre venduti, ma quando nel 1997 avete immaginato il primo concept di Viridea avete intuito l’importanza di affiancare all’offerta di verde vivo una gamma di prodotti necessari per vivere l’outdoor e la casa in modo naturale. Non prodotti scelti a caso ma il “tris” pet, decor e Natale, che era presente nel 1997 e c’è ancora oggi e non solo in Viridea. Oggi possiamo dire che è stata una bella intuizione?
Fabio Rappo: Il primo negozio di Cusago è stato più un gesto di passione che di ragione: per noi era tutto nuovo e non conoscevamo il lavoro. Dopo 25 anni non trovo grosse differenze dal punto di vista del concetto. Volevamo quel tipo di assortimento, che naturalmente è evoluto nel tempo, e volevamo creare un luogo non orientato in una maniera cruda all’acquisto, quindi solo “parcheggio scatola e contenuto”, ma che fosse un posto piacevole da visitare. Faccio l’esempio del laghetto, presente nel primo negozio e diventato una costante nei nostri garden: è superfluo rispetto alla vendita di beni e di servizi. Però serve ad aggiungere piacevolezza al luogo e quando abbiamo degli spazi verdi li dedichiamo volentieri al laghetto. Per noi è una sorta di catalogo vivente, un’ispirazione capace di rendere piacevole il luogo indipendentemente dalla necessità di fare acquisti.
Concettualmente Viridea è ancora quella del 1997, ma in realtà è cambiata tantissimo al suo interno. In questi 25 anni abbiamo visto merceologie morire e altre crescere. La Pasqua, per esempio, era un momento importante negli anni Novanta, mentre oggi è praticamente scomparsa. Al contrario, la profumazione era accennata e oggi è diventata una merceologia forte.
GreenRetail: Nel 1997 non c’erano modelli a cui ispirarsi: c’erano esempi in Europa ma non è detto che un format adatto al mercato inglese dia gli stessi risultati anche in Italia…
Fabio Rappo: Faccio una confessione: nessuno di noi aveva visitato alcun garden center estero quando abbiamo creato Viridea nel ’97. C’è da vergognarsi a dirlo, ma è la verità! Abbiamo fatto di testa nostra e dopo naturalmente siamo andati all’estero: lì abbiamo trovato tante similitudini e raccolto qualche spunto in negativo e in positivo. In seguito abbiamo adottato un percorso di studio costante del mercato, in cui l’osservazione di quanto avviene all’estero ha un certo peso.
È vero che non sempre quello che funziona all’estero va bene anche in Italia. Per esempio l’anno scorso abbiamo iniziato a Cusago a introdurre la famiglia dei prodotti per aiutare la diffusione di animali selvatici (bird feeding, insetti pronubi, pipistrelli, ecc.): c’è sempre stata, ma abbiamo cercato di renderla più profonda e professionale con prodotti tecnici e performanti. Se vai all’estero ci sono reparti importanti dedicati a questi prodotti: da noi il risultato commerciale per ora è stato scarso, ma penso che persevereremo.
GreenRetail: L’intuizione pionieristica del 1997 di introdurre pet, decor e Natale nei garden center non è però piaciuta a tutti: in questi 25 anni ci sono state molte cause, sentenze e perfino il parere del Consiglio di Stato che non hanno aiutato lo sviluppo dei garden in Italia. Oggi siamo alla vigilia dell’approvazione in Senato di una legge nazionale che finalmente riconosce l’esistenza dei centri giardinaggio e la necessità che siano multi-merceologici. Quindi alla fine avevamo ragione noi?
Fabio Rappo: Assolutamente. Io penso che se rispetti i dieci comandamenti, non fai niente di male. Invece aprire un garden center in Italia è sostanzialmente impossibile, salvo percorsi originali. Io credo non sia giusto. È secondario il problema agricolo o commerciale: il garden center è questo, questa è una formula che funziona ed è una formula di cui i cittadini hanno bisogno. Non è facilmente inquadrabile in regole scritte per altre attività: il risultato è che per aprire un garden center in Italia devi fare l’equilibrista.
Abbiamo aperto Castenedolo: sai quanti anni fa è partito questo progetto? 13 anni fa. Solo per costruire dal punto di vista urbanistico un vestito coerente con l’attività. Ma perché? È assurdo e sbagliato. È giusto avere delle regole ma le regole devono essere pragmatiche, pensate in favore dello sviluppo delle attività imprenditoriali.
La multimerceologia ha una funzione di servizio al cliente ma soprattutto risponde a una necessità del garden center di rendere meno stagionale il lavoro. Non puoi aprire un’attività per sei mesi all’anno: non c’è continuità con il cliente, non puoi investire sul personale, insomma non funziona. Hai bisogno di riempire dei vuoti e la multimerceologia, sviluppata in modo coerente e assonante, ha anche la funzione di rendere sostenibile un’attività. Di lavorare tutti i giorni.
GreenRetail: Quasi sempre è l’imprenditoria che guida il cambiamento e i legislatori la rincorrono per normare l’esistente: penso all’agriturismo oppure ai social network oggi. I buoni legislatori sono quelli che velocemente forniscono gli strumenti normativi favorevoli allo sviluppo dell’economia. Che i garden center non abbiano ancora una legge è in effetti scandaloso.
Fabio Rappo: Nel 1998 ci rendiamo conto che abbiamo dei picchi di lavoro straordinari in primavera, quasi ingestibili e allora ci viene l’idea di tenere aperto fino alle 10 di sera. Nella sperimentazione ci rendiamo conto però che la gente ha delle difficoltà: perché l’allungamento dell’orario dalle 19.30 alle 22 coinvolge l’orario della cena. Venivano prima o dopo cena: c’era un ostacolo evidente. Ci venne così l’idea di offrire un punto di ristoro. Negli anni successivi abbiamo rinunciato all’apertura lunga, ma abbiamo iniziato a lavorare per creare le condizioni urbanistiche, sulla base delle regole, per poter aprire un punto di ristoro, che poi si è chiamato Erba Matta. Abbiamo aperto il primo Erba Matta nel 2019 ed è una idea su cui lavoriamo dal 1998. Sicuramente in qualche frangente abbiamo abbandonato la “spinta” ad arrivare all’obiettivo, anche per le risposte demoralizzanti: però sono passati 20 anni, cioè mezza vita lavorativa. È giusto? Secondo me no e non ci ha guadagnato nessuno. Non dico che ogni cosa sia possibile in qualunque luogo: però le attività, se rispettano i dieci comandamenti, devono essere aiutate a lavorare e crescere.
Se sei gradito al cliente significa che un servizio glielo offri, una convenienza gliela porti. Vuol dire che soddisfi un bisogno. Se c’è una soluzione apprezzata dal mercato, bella paesaggisticamente e i dieci comandamenti sono rispettati, perché frenare lo sviluppo imprenditoriale per tanti anni?
GreenRetail: Il 21 luglio 2019 avete aperto il primo ristorante Erba Matta, senza poter sapere che dietro l’angolo stava arrivando lo “stress test” del Covid. Avete in programma di replicarlo, magari quando la pandemia morderà meno?
Fabio Rappo: Ti dirò che non l’abbiamo vissuta così male quella pausa imposta. Perché l’attività era nuova per noi e obiettivamente la mole di clienti iniziale ci ha messo in difficoltà. La pausa ci ha dato tempo e modo per migliorare l’organizzazione e cooptare le persone giuste per creare la squadra. Ci è costato un sacco di soldi, ovviamente. Ora ci aspettiamo che pian pianino le cose tornino normali.
L’idea funziona, la gente torna volentieri e siamo molto contenti di questa sinergia. Il ristorante fa lavorare un po’ di più il negozio nei momenti di flessione e in stagione ci spiana un pochino i picchi e questo è bene. È un servizio al cliente. È un connubio che funziona bene, tanto è vero che stiamo lavorando per aprirlo a Rho.
GreenRetail: Legnaia assumerà immagine e sembianze di Viridea?
Fabio Rappo: Legnaia è Legnaia e non è Viridea. È una formula molto particolare e molto interessante, figlia di un retaggio storico perché è stata fondata nel 1903. Se siamo entrati in Legnaia vuol dire che qualche problema c’era e anche molto grosso. Ma Legnaia rimarrà Legnaia perché il nome sulla piazza è importantissimo. In un primo momento avevamo pensato di cambiare insegna ma sarebbe stato une errore.
È una formula particolare dove i tre attori, Viridea, Flora Toscana e il Gruppo Mati, svolgono ognuno la propria attività. Noi seguiamo la parte del garden center che chiaramente stiamo cercando di portare verso il nostro standard e il nostro format. Il centro giardinaggio insieme all’agroalimentare e al reparto dedicato ai professionisti crea una formula del tutto originale. Perciò Legnaia non diventerà Viridea.
GreenRetail: Alcuni dei tuoi figli lavorano in azienda e qualcuno già da parecchi anni. Ti posso chiedere come stai vivendo il passaggio generazionale?
Fabio Rappo: Quattro dei miei sei figli lavorano già in azienda, gli altri studiano ancora. Davide, Stefano, Fabiola e Micol ormai lavorano da parecchio tempo in Viridea. La regola di casa è che ognuno occupa in azienda la posizione che è in grado occupare. Non è detto che essere titolari o contitolari comporti obbligatoriamente o necessariamente un ruolo apicale. Distinguiamo il ruolo della proprietà dal ruolo in azienda.
La mia storia chiaramente è differente dalla loro, ma oggi Viridea ha quasi 700 collaboratori. Noi fondatori dobbiamo pensare responsabilmente. Il mio ciclo di vita non è lo stesso dell’azienda: sono stati sovrapposti nella fase iniziale ma ora si devono dividere.
Sostenibilità e responsabilità sociale
GreenRetail: L’ultima tendenza inserisce tra gli obiettivi di un’impresa, insieme all’utile, l’impegno per il sociale e l’ecosostenibilità. Cosa ne pensi?
Fabio Rappo: Al di là dei proclami, noi ci abbiamo pensato fin dall’inizio. Viridea è nata con sei princìpi: il primo riconosce all’azienda un ruolo sociale. L’obiettivo dell’azienda è di migliorare la qualità di vita delle persone che vi lavorano, dei clienti e dei fornitori. Un altro principio è la terzietà dei proprietari: gli azionisti ne hanno la responsabilità ma devono essere terzi rispetto all’azienda.
A proposito del personale, abbiamo previsto l’obbligo della trasmissione delle competenze. Le competenze non sono personali ma sono dell’azienda. Abbiamo quindi cercato di affiancare in più ruoli possibili una doppia figura, in modo da avere un senior e un junior con una differenza d’età di almeno vent’anni. In questo modo diamo continuità in azienda sul lungo termine: se affianchi due coetanei, invece, prima o poi avrai un vuoto.
L’azienda è il luogo dove tutti devono poter trovare soddisfacimento di bisogni personali: siano essi economici, di passione o di crescita professionale. La serenità è un valore? Secondo noi sì, quindi la gestione dal punto di vista finanziario dell’azienda deve avere l’obiettivo di generare serenità. Ci interessa il massimo dell’utile? No, se questo deve andare a discapito di altri valori.
GreenRetail: I garden center italiani mi sembra siano poco attenti al tema della sostenibilità. La catena inglese Dobbies ha pubblicato sul suo sito uno spazio dedicato agli impegni in questo senso…
Fabio Rappo: Ho visto il sito di Dobbies. Noi non abbiamo pubblicato un “decalogo” però stiamo già lavorando in questa direzione con una serie di azioni. A partire dall’energia, un mio pallino da tanti anni, su cui abbiamo sempre posto grande attenzione. Abbiamo scelto i materiali più coibentanti, iniziato un percorso per introdurre le pompe di calore, già attive a Cusago e Castenedolo, in costruzione a Rho e poi le porteremo a Pavia; abbiamo già quattro impianti fotovoltaici installati e ne abbiamo in previsione altri 3-4 significativi. Attorno all’energia abbiamo intrapreso davvero tante azioni, secondo me più della media. I nuovi negozi vengono già realizzati in un certo modo, quelli più vecchi li stiamo ammodernando.
Ma sui temi della sostenibilità preferisco non assumere posizioni integraliste. Vogliamo parlare dei vasi di plastica? Io non sarei così estremista. Se dopo aver concluso il suo ciclo di vita porto il vaso in un inceneritore, uso due volte il petrolio: per produrre un prodotto ed energia. Mi sembra più scellerato bruciare direttamente il petrolio, una materia prima straordinaria e in esaurimento, per produrre energia.
Il nuovo Viridea di Castenedolo
GreenRetail: Le dimensioni e il format del nuovo punto vendita replicano quanto sperimentato negli altri negozi ma ci sono anche innovazioni. Ne vogliamo parlare?
Fabio Rappo: La struttura replica quella degli altri garden, ma ci sono state delle modifiche al layout interno, allo scaffale espositivo, più moderno, e alla comunicazione di percorso e di prodotto. Il layout espositivo è frutto di un nuovo concept di comunicazione in store che mira a semplificare l’esperienza d’acquisto per i clienti caratterizzando in modo più immediato i diversi reparti. Anche il percorso di vendita è stato semplificato al fine di rendere più semplice la permanenza dei clienti in negozio. In questo store, abbiamo optato per una comunicazione empatica, giocata su grandi immagini evocative, che incuriosiscono maggiormente il consumatore. Anche la segnaletica di ogni reparto è contrassegnata da una colorazione dedicata.
Inoltre abbiamo introdotto il servizio di toelettatura self service per i cani: i clienti, provvisti di tesserina prepagata, possono lavare il proprio pet nello spazio dedicato che si trova nel reparto Zoogarden. Se il progetto, che per ora è svolto in autonomia dai pet-owner, si rivelerà vincente, potremo anche valutare di assumere personale dedicato.
GreenRetail: Il bacino d’utenza del punto vendita di Castenedolo è particolarmente vivace. Nell’arco di 5 km ci sono almeno una decina di vivai e floricolture, così come non mancano importanti insegne specializzate nel bricolage e nel pet. Quali “leve” utilizzerete per entrare nel cuore dei bresciani?
Fabio Rappo: Le leve su cui puntiamo in tutti i nostri punti vendita: la gradevolezza degli spazi sia al chiuso sia all’aperto, un’offerta completa e non solo merceologica (anche a Castenedolo abbiamo riservato lo spazio per il ristorante), la competenza dei nostri addetti e una grande offerta di prodotti e servizi di qualità.
GreenRetail: Spesso i consumatori non considerano che un centro giardinaggio non è solo un “punto vendita” ma è anche (soprattutto) un’azienda agricola che concorre alla coltivazione di tutte le piante che vende. Ci sono iniziative volte a privilegiare le piante “made in Italy”: qual è l’approccio di Viridea?
Fabio Rappo: Le piante restano il core business di Viridea e l’offerta è sempre più ampia. Da qualche anno ormai abbiamo introdotto piante particolari e meno note, perché il pubblico sta cambiando ed è sempre più esigente e i risultati sono stati buoni. Anche i nostri fornitori stanno evolvendo e sempre più ci rivolgiamo a quelli che ci garantiscono qualità e varietà dell’offerta. Da sempre Viridea acquista la maggior parte delle piante da fornitori italiani; ormai con alcuni di loro si sono create sinergie tali per cui programmiamo insieme le produzioni dedicate al nostro fabbisogno, come per esempio le piante Per Passione che è il nostro marchio privato e con il quale vogliamo vestire i prodotti di qualità più alta. A riprova di questo, basti pensare che le nostre Phalaenopsis Per Passione sono coltivate interamente in Italia.
GreenRetail: Nel reparto Casa & Decor del negozio di Castenedolo troviamo un’ampia offerta di giocattoli e prodotti per le belle arti. Un tipo di merceologie non strettamente attinenti al giardinaggio ma necessarie per completare l’offerta di un garden center. Da questo punto vista Viridea è stato un antesignano in Italia: quanto è importante l’ampiezza dell’offerta per un centro giardinaggio nel 2022?
Fabio Rappo: Da sempre abbiamo dato particolare considerazione alle famiglie. L’area giocattoli vuole rappresentare un’attenzione a questo target andando a selezionare pochi articoli vicini al mondo educational o comunque a prodotti che mettono in primo piano il momento del gioco. Per quanto riguarda il settore delle belle arti, in fin dei conti Viridea punta a cliente amanti del bello e del fai da te, sia che questo avvenga nel proprio orto, nel giardino o nella propria casa. In particolare su Brescia stiamo puntando molto sul reparto Diy perché è in una zona con pochi riferimenti e i creativi potranno trovare un’ampia scelta anche di prodotti trend del momento.
GreenRetail: Anche il settore “profumazione” sta evolvendo molto all’interno dei garden: partendo dalle profumazioni ambientali (candele e diffusori) alcuni centri giardinaggio stanno sviluppando dei veri e propri reparti dedicati alla cura della persona con prodotti naturali. Qual è la vostra esperienza?
Fabio Rappo: Il mondo della profumazione è sicuramente uno di quei settori di forte tendenza negli ultimi anni. A differenza di alcuni nostri competitor, negli anni non abbiamo aumentato notevolmente lo spazio dedicato a questa merceologia, ma ne abbiamo sicuramente migliorato l’esposizione in funzione dell’innalzamento della qualità proposta. L’attenzione ai prodotti naturali per la cura della casa e della persona è aumentata sensibilmente e Viridea ha puntato molto su fornitori che garantiscono prodotti con un buon rapporto qualità/prezzo. Proprio nel garden di Castenedolo gli spazi dedicati a questa merceologia sono stati particolarmente curati.