Ugo Toppi è il fondatore del Centro del Verde Toppi di Origgio (VA) ma è anche il fondatore e partner del consorzio Giardinia e socio fondatore e presidente di Promogiardinaggio. Il suo parere è interessante poiché le pieghe normative dei decreti e delle interpretazioni regionali a volte si sono scontrati con la geografia, come nel caso del Centro del Verde Toppi che ha un bacino d’utenza a cavallo tra 4 Province diverse: Varese, Como, Milano e Monza Brianza. Oltre al periodo di chiusura obbligata è pesata anche la limitazione agli spostamenti, al di fuori del Comune e della Provincia, della maggior parte dei clienti abituali.
Ugo Toppi: “Si è capita l’importanza del punto vendita specializzato nella filiera”
GreenRetail: Come avete affrontato l’emergenza?
Ugo Toppi: Abbiamo rispettato una chiusura totale dall’inizio dell’emergenza dall’11 marzo. Anche se forse avremmo potuto, abbiamo preferito rispettare la chiusura, anche perché, onestamente, all’inizio si pensava fosse una chiusura per 15 giorni per poi riprendere in un modo più o meno normale. Quando abbiamo visto che invece si protraeva, abbiamo aperto solo per soddisfare le consegne a domicilio. Dall’inizio di aprile abbiamo aperto anche al pubblico, ovviamente con le limitazioni e le restrizioni del caso per tutte le merceologie che sono interdette alla vendita. Prodotti che abbiamo continuato a vendere solo a domicilio.
GreenRetail: Le consegne a domicilio hanno contenuto il danno della chiusura?
Ugo Toppi: No, fare meno del 10% del fatturato non è contenere il danno. Il grande problema è che non essendo strutturati per questo servizio, abbiamo avuto richieste che per noi erano inimmaginabili. Un giorno abbiamo finito di preparare gli ordini alla sera e la mattina alle 8.00 abbiamo trovato altri 360 ordini via e-mail arrivati nella notte e da processare. Lì siamo stati costretti a sospendere. Oggi facciamo le consegne a domicilio solo per gli arredi, i barbecue e le macchine, non per le piante.
Il negozio è aperto e ogni giorno viene sempre più gente al garden. Per ora abbiamo solo 3 casse, per le regole sul distanziamento sociale, ma ora montiamo i box in plexiglass e possiamo tornare a rendere operative tutte le 6 casse.
Nel nostro caso stanno incidendo anche gli obblighi a non uscire dal Comune o dalla Provincia, visto che siamo a cavallo con le provincie di Varese, Como, Milano e Monza Brianza.
GreenRetail: Il 2020 era iniziato bene e anche il clima era favorevole: possiamo stimare le perdite nel primo trimestre?
Ugo Toppi: Poteva essere la primavera del secolo, con i mesi di marzo e di aprile così, con caldo di giorno e freddo di notte, pochissime piogge se non nulle: la stagione perfetta per il giardinaggio.
Le perdite sono nell’ordine del 70%. Ci sono articoli che sono fermi anche al 100% e altri che invece sono cresciuti. Ma mediamente il fatturato è calato del 70% nel primo trimestre.
Io credo che il 2020 sia gravemente compromesso e pregiudicato. Per quanto si possa pensare di allungare la stagione, il problema sarà anche di trovare dei prodotti e delle fioriture per la stagione che verrà. Sono preoccupato della disponibilità di prodotti: dalla metà di maggio a tutto giugno, in Italia c’è sempre stato il problema di trovare delle fioriture da proporre al pubblico, perché già negli ultimi anni abbiamo registrato un allungamento della stagione e perché i clienti cambiano e non sono più legati ai luoghi comuni, per esempio che il giardino si fa a marzo e in aprile e poi fino a ottobre non si fa più niente. Oggi tanti clienti comprano le piante quando vedono qualcosa di carino, che li colpisce.
GreenRetail: Cosa ci lascerà in eredità il lockdown?
Ugo Toppi: È stata una opportunità, purtroppo tragica e drammatica, per capire qual è l’importanza di un punto vendita specializzato nell’ambito della filiera: una presa di coscienza da parte di tutti, da parte dei produttori, da parte nostra e da parte, speriamo, dei politici. Perché quando hanno provato, in maniera inspiegabile, a favorire la Gdo si sono resi conto che il vero mercato non lo fa la grande distribuzione: il vero mercato lo facciamo noi. Con prodotti di qualità, se il prodotto italiano vuole essere riconosciuto come tale. Nel canale specializzato, infatti, il consumatore ha l’opportunità di apprezzare la qualità del prodotto perché c’è qualcuno che gliela spiega e motiva le differenze di prezzo. In qualche caso evidenti, in altri casi meno.
Ci vorrebbe un “tavolo” vero tra rappresentanti di produttori e rappresentanti della distribuzione dove tener conto delle esigenze e delle peculiarità dei centri specializzati per sviluppare politiche funzionali allo sviluppo di tutti. Anche in relazione alla qualità del prodotto, dell’imballo, del servizio e delle politiche di prezzo. È un interesse di tutti: se il canale dei garden center chiude, i produttori italiani non avranno sbocchi se non la Gdo.