Come cambia il mondo della vendita delle piante? Paolo Montagnini propone alcune riflessioni e linee guida per il rimodellamento della proposta del verde nel canale specializzato.
Uno dei problemi emergenti nel canale specializzato legato alla vendita delle piante è la crescita evidente dei costi operativi, in parte anche dovuta all’inflazione degli ultimi anni, a fronte di una produttività stagnante. Aumenta il costo del singolo metro quadro mentre i ricavi restano stabili. Questa situazione implica l’esistenza di aree di miglioramento e quindi il fatto che nel settore piante si possa fare molto, o perlomeno che si debba iniziare a fare qualcosa.
Una possibilità di crescita
Come parametro di riferimento potremmo prendere in esame l’intervallo di produttività (fatturato per mq) fra chi è leader e chi opera in modo tradizionale, un intervallo che è peraltro molto ampio. I migliori garden superano, considerando per esempio la sola vendita di piante nella serra calda, i 1.000 €/mq, mentre la media alta oscilla fra i 600 e gli 800 €. È evidente che la copertura del corrispondente costo per mq occupato dalle piante si fa sempre più problematica. Come accennato, però, guardando la situazione con uno spirito positivo, ciò significa che ci sono possibilità di crescita attraverso una serie di azioni che iniziano a essere individuate e che, se opportunamente miscelate, possono, in relazione a esperienze già fatte, produrre un reale risultato migliorativo.
Sarebbe importante e aiuterebbe molto avere un ambiente di confronto, dove stimolare uno scambio di esperienze fra gli operatori di settore per analizzare le pratiche migliori del mercato e tracciare delle possibili linee guida adottabili dai canali specializzati in un prossimo futuro.
L’ambiente di confronto, nello scenario di mercato, va interpretato come un contenitore, in grado di fornire idee per l’evoluzione del prodotto e anche suggerimenti circa l’innovazione, le tendenze e l’orientamento di mercato. Un ambito di condivisione potenzialmente in grado di trasferire al mercato qualche dato sulle attività che hanno portato alcuni punti vendita a crescere e sui risultati ottenuti. C’è bisogno di un modello di riferimento che dia spunti sulle dinamiche vincenti, di un sistema che aiuti progressivamente a cambiare le auto-convinzioni che rendono statico e ingessato il mercato. Serve il coraggio di provare. Un gruppo di punti vendita pionieri, con la volontà di cambiare il paradigma ormai datato, sul come vendere piante. Alla base di questo modello c’è il concetto che si vince in squadra, condividendo le informazioni, le esperienze e, appunto, i dati: il sistema traina la crescita.
L’obiettivo vero è però quello di migliorare l’orientamento verso una più efficace relazione globale con il cliente, per crescere nelle vendite e nella produttività ma anche per creare un cliente fedele e soddisfatto in grado di apprezzare i fattori distintivi e originali che un garden potrebbe offrire al mercato, dato che la differenziazione con il mass market diventa ormai un fattore strategico da considerare. Un consumatore che trovi una disposizione della gamma seduttiva, ma leggibile, stagionalizzata e dinamica, che sappia mixare al meglio l’offerta continuativa con quella stagionale e con un chiaro segnale di innovazione orientato sia ai tradizionali che ai nuovi segmenti di consumo.
La serra di domani
In pratica bisogna iniziare a pensare per costruire una nuova visione, ipotizzare e realizzare, poco per volta, la “serra” del domani. Come si venderanno le piante fra dieci anni? Questa è la domanda. Darsi una visione non equivale però a fare strategia: sicuramente visione e mission, al netto della poca chiarezza che regna su questi vocaboli, sono elementi che danno contenuti alla strategia, ma è necessario individuare il percorso concreto per la creazione di un chiaro vantaggio competitivo, adottare coerentemente le scelte da operare partendo dalle leve vincenti: la gamma, il prezzo, i complementi, la consulenza, l’esperienzialità? Sarà importante individuare i fattori fra cui operare delle scelte perché ciascuno, in relazione alle proprie priorità, possa adottare gli elementi su cui basare la strategia scegliendo, fra le diverse leve, quelle che possono far crescere o meno, nel caso specifico, il settore delle piante. Parallelamente a questi fattori va considerato quello che forse è l’elemento più rilevante: il necessario cambiamento di atteggiamento e di mentalità e la volontà di superare le scelte ormai obsolete. Per esempio, uno dei problemi ricorrenti è che si acquistano sempre le stesse piante, partendo da un elenco storico, in quantità spesso eccedenti gli standard di rotazione (che non viene misurata perché tanto “non serve”), il tutto per ottenere un prezzo accattivante.
Questa situazione di over stock talvolta genera, per una serie di fattori, una proposta tradizionale se non superata, difficoltà di gestione e una qualità del prodotto non eccelsa. Questo è il paradigma che va aggiornato. Ci sono segnali di mercato che indicano come l’innovazione intelligente paga e aiuta nelle vendite e nel dare un posizionamento diverso all’offerta del retailer.
Qual è il vostro valore aggiunto?
Ci sono poi altre convinzioni che non trovano corrispondenza nei fatti, dati alla mano, non è vero che il prezzo più basso vende di più, ci sono infatti punti vendita coraggiosi che stanno avendo riscontro rompendo quelli che si ritiene siano schemi di formazione del prezzo consolidati, per cui un certo prezzo per una determinata referenza non possa essere superato. Va da sé che ci sono mercati più competitivi e prodotti dove il confronto di prezzo ha più riscontro, ma sono soprattutto alcune convinzioni che vanno aggiornate.
Quindi, in questo ambiente di confronto, si dovrebbe iniziare a parlare di come dare valore, partendo dal display piante, ossia di come cambiare le forme di presentazione alla luce del comportamento di acquisto del cliente, di dati ovviamente, di assortimento e logistica, di innovazione del prodotto e del packaging, di sostenibilità ambientale. In pratica di tutti i principali fattori distintivi del valore aggiunto che uno specializzato deve saper adeguare, per trasferire al proprio mercato una posizione innovativa con precisi elementi di peculiarità.