Gli Stati generali del verde pubblico sono sbarcati a Milano. Si è svolta infatti nel capoluogo lombardo, nella suggestiva cornice dell’ex Padiglione 3 della Fiera cittadina, la terza tappa degli Stati generali del verde pubblico, giunti alla loro terza edizione. Una platea gremita ha ascoltato con interesse gli interventi e le discussioni dei relatori altamente qualificati che si sono alternati sul palco riguardo l’importanza del verde nelle nostre città e il suo progressivo riconoscimento.
Grande successo per gli Stati generali del verde pubblico
Lo scorso 21 novembre, in concomitanza con la Giornata Nazionale degli Alberi, si è tenuto a Milano il terzo dei 4 appuntamenti che hanno dato vita alla III edizione degli Stati generali del verde pubblico, di cui Greenline è stato media partner. Dopo i primi due incontri svoltisi a Roma e prima della conclusione a Firenze, infatti, è stato il capoluogo lombardo a ospitare il convegno ideato dal Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con la partecipazione di Ispra – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e con il supporto di Assofloro Lombardia. L’iniziativa si è rivelata un prezioso momento di incontro e di confronto sul tema dell’importanza del verde e sulla sostenibilità delle città, con oltre 430 presenze fra rappresentanti delle Istituzioni, funzionari pubblici, esponenti di associazioni imprenditoriali e di categoria, rappresentanti del mondo dell’Università, della ricerca e della formazione, addetti del comparto florovivaistico e di tutta la filiera del paesaggio.
Il verde in primo piano
A dare il via all’apertura dei lavori è stato il ministro Maurizio Martina, che ci ha tenuto a partecipare pur non essendo presente fisicamente, affidando il suo messaggio a un video che è stato mandato in onda all’inizio del convegno. Il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha sottolineato come l’importanza del verde urbano e la sostenibilità delle città del futuro siano finalmente argomenti condivisi e di attualità e quanto sia sentita la necessità di confronto da parte di tutti coloro che hanno interesse a lavorare, per quello che è il loro ruolo, per migliorare i territori in cui viviamo e l’intero paese.
L’esempio di Milano
Per dare un’idea alla platea gremita dello stato attuale e delle potenzialità del verde pubblico in città, Pierfrancesco Maran, assessore all’’urbanistica, al verde e all’agricoltura di Milano, ha illustrato la situazione del capoluogo lombardo. Al momento esistono circa 24 milioni di mq di aree verdi pubbliche, che saranno ampliate nel prossimo futuro grazie a nuovi parchi (Citylife, Bibliteca degli Alberi, quartiere Adriano) e alla rigenerazione ambientale e riqualificazione dell’area di Porto di Mare-Rogoredo e degli scali ferroviari dismessi. L’assessore ha poi affrontato il tema dei tetti verdi, che al momento coprono a Milano una superficie di poco meno di 1 milione di mq ma potrebbero potenzialmente arrivare a 13 milioni di mq, con grandi benefici per gli abitanti e per la città stessa, tra cui l’isolamento termico, la purificazione dell’aria e l’aumento della biodiversità urbana.
Di Milano, sua città natale, ha parlato anche Stefano Boeri, il famoso architetto ideatore del Bosco Verticale, riprendendo la visione di una città verde lanciata qualche settimana fa dal sindaco Sala, proponendo che il capoluogo diventi, da qui al 2030, una metropoli leader nella forestazione urbana. “Grazie alla rigenerazione verde degli scali merci e di Expo, al progetto di riscoperta dei Navigli, ai Raggi Verdi e al recupero delle foreste orbitali del MetroBosco, grazie al verde nei cortili, sui tetti, sulle pareti degli edifici, grazie agli orti e ai giardini condivisi, l’area metropolitana milanese può raddoppiare da qui al 2030 il numero di alberi esistenti (circa 11 milioni) raggiungendo la percentuale del 25% di superfici boschive e diventando così una capitale europea della forestazione urbana – ha dichiarato l’architetto -. La sfida di una città più verde e alberata, oltre che favorire la drastica riduzione dell’inquinamento dell’aria, il contenimento dei consumi energetici e l’aumento della biodiversità delle specie viventi, è il miglior modo, dopo la delusione per il mancato arrivo dell’Ema, per rilanciare il ruolo di Milano come metropoli capitale dell’innovazione anche sui temi ambientali”.
Segnali positivi dalle istituzioni
Durante il suo intervento, invece, Nada Forbici, presidente di Assofloro Lombardia, ha posto l’accento sui due importanti traguardi conseguiti dalla filiera negli ultimi mesi, ossia il riconoscimento della figura professionale del manutentore del verde, contenuta nel Collegato Agricoltura, e il bonus verde, nuovo entrato nella legge di Bilancio 2018.
Riguardo al primo punto, il presidente ha mostrato alcune immagini di verde pubblico mal curato, tra cui prati più simili a sterrati e alberi ridotti a pali, sottolineando come ciò sia dovuto allo svolgimento dei lavori da parte di personale non qualificato. L’art 12 del Collegato Agricoltura 154 del 2016, però, prevede finalmente che la costruzione e manutenzione del verde affidata a terzi possa essere svolta esclusivamente da addetti che abbiano conseguito un attestato di idoneità o iscritti al Registro ufficiale dei produttori (Rup). In questo modo si potrà promuovere la filiera a tutti i livelli, dalla pianificazione alla piantumazione, proseguendo con la manutenzione, compresa la scelta di materiale vegetale di qualità, che serva veramente a rigenerare le nostre città.
Per quanto concerne invece il neonato bonus verde, che prevede detrazioni fiscali del 36% su una spesa massima di 5.000 euro destinata al verde, Nada Forbici ha ricordato come si tratti dell’importante frutto di tre anni di duro lavoro per convincere il Governo a investire in questo settore. Pur trattandosi per ora di cifre piuttosto basse, è importante aver dato il via a quello che si spera sarà un circolo virtuoso, in cui all’aumento degli investimenti nel verde corrisponderanno una crescita del gettito fiscale, un’accelerazione del processo di riqualificazione ambientale, una maggiore occupazione grazie alla riduzione della concorrenza sleale non qualificata e l’emersione di una fetta consistente di lavoro nero. Per poter essere oggetto delle detrazioni, infatti, i lavori verdi dovranno essere certificati da aziende abilitate e professionalmente idonee: oltre a contrastare il lavoro non in regola, questa disposizione garantirà una maggiore qualità del verde che entrerà nelle nostre case e aiuterà a rigenerare le nostre città.
Come nascono gli Stati generali del verde pubblico
Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico è l’organo istituzionale che, nell’ambito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha il compito di dare attuazione alla legge italiana n. 10/2013, intitolata “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”. In questa ampia missione si colloca il compito di promuovere una rinnovata cultura del verde, specie con riguardo al ruolo che esso ha negli insediamenti urbanizzati. Un ruolo, come ben noto, con ricadute precise e importanti su salute, ambiente, ed economia. In alcuni territori, addirittura, un ruolo con ricadute sugli stessi tratti identitari dei luoghi e delle comunità che vi sono insediate.
Al fine di stimolare la discussione e il dibattito, ma anche politiche attive sul territorio, dal 2015 vengono indetti, in occasione della Festa degli Alberi del 21 novembre, gli Stati generali del verde pubblico. Un’opportunità per fondere, mescolare e contaminare il più possibile esperienze, competenze e linguaggi diversi in nome di un alto obiettivo comune.
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