Il “sistema fiere” è stato quasi azzerato nel 2020 dalla pandemia con perdite vicine ai 125 miliardi di euro nel primo semestre. Anche le fiere dedicate al giardinaggio e al florovivaismo hanno subito questa sorte.
Abbiamo provato a fare il punto della situazione e ne abbiamo parlato con Valeria Randazzo, exhibition manager di Myplant & Garden.
3.300 mostre cancellate e spostate, 124,9 miliardi di euro di perdite, 39 miliardi di euro di mancati ordini degli espositori, 1,2 milioni di posti di lavoro a rischio. Sono queste le perdite stimate nel primo semestre 2020 ai danni del mercato fieristico europeo a causa del Covid-19 secondo l’analisi condotta dall’associazione europea Emeca (European Major Exhibition Centres Association Aisbl). Uno studio che fotografa in modo inesorabile lo choc degli organizzatori di mostre, fiere e convegni che hanno visto azzerare il loro fatturato nel primo semestre 2020 e con enormi incognite sul secondo semestre, infatti la maggioranza delle manifestazioni in programma in autunno ha già comunicato lo spostamento al 2021.
“Le perdite socio-economiche sono salite a 124,9 miliardi di euro per il primo e secondo trimestre del 2020 – ha spiegato Maurits von der Sluis, presidente di Emeca, nel comunicato ufficiale -. Le fiere hanno un ingente impatto socioeconomico e sono al tempo stesso facilitatori di interazioni sociali. Nonostante il fatto che adesso siamo pronti a ospitare eventi, garantendo allo stesso tempo la salute e la sicurezza di tutti, le persistenti misure di chiusura minacciano l’intero settore”.
In Italia le fiere sono rappresentate da Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) che riunisce 40 poli fieristici che organizzano circa 1.000 eventi ogni anno: il “sistema fieristico”, fatto anche di allestitori, architetti, fornitori di servizi, catering, ecc., genera un giro d’affari di 60 miliardi e coinvolge 200.000 imprese.
“L’emergenza Covid-19 ha colpito duramente anche il settore delle fiere: quasi il 90% delle rassegne programmate nel 2020 è stato posticipato o cancellato con un danno e una previsione di riduzione del fatturato complessivo che supererà ampiamente il 60% – ha spiegato Maurizio Danese, neo presidente di Aefi e presidente di VeronaFiere -. Non dimentichiamo, poi, l’indotto delle filiere collegate, come quella degli allestimenti, dove si stimano cali anche dell’80%, o delle strutture ricettive”.
Un danno anche per gli espositori
La cancellazione degli eventi fieristici è un danno non soltanto per le imprese direttamente coinvolte ma anche per i tanti espositori, che trovano ogni anno nelle fiere nuovi clienti e sbocchi commerciali. Nonostante molti abbiamo puntato su forme di contatto virtuali sfruttando la rete, l’utilità del contatto diretto risulta ancora molto importante per la grande maggioranza delle imprese. Le fiere continuano a essere i più potenti motori di crescita economica di molti mercati. Secondo una ricerca di Aefi le fiere originano direttamente o indirettamente quasi il 50% delle esportazioni e per oltre il 75% delle Pmi italiane rappresentano l’unica piattaforma di visibilità internazionale, in grado di garantire alle aziende un ritorno dell’investimento fino a dieci volte.
In particolare gli operatori del settore chiedono che i governi operino una distinzione tra gli eventi B2B e B2C e gli “eventi di massa”. Le fiere si svolgono in spazi ampi, sicuri e adattabili e nei quali i partecipanti possono essere guidati e protetti in modo efficiente: un’attività che non può essere paragonata a uno stadio o una discoteca. Le fiere già effettuano una registrazione di tutti i partecipanti e con le app di tracciamento si potrebbe lavorare con un buon livello di sicurezza.
“Finora il Governo non ci ha ascoltato ma deve prendere necessariamente atto che le rassegne fieristiche non possono essere equiparate a spettacoli e sagre, come, purtroppo, abbiamo letto in alcuni Dpcm e nel Decreto Rilancio – ha spiegato Maurizio Danese -. Come Aefi , ribadiamo con fermezza la matrice industriale della nostra attività. Per questo, alle istituzioni chiediamo azioni concrete e incisive che vadano oltre la valutazione di istituire un generico fondo di sostegno, di cui al momento non c’è traccia nei provvedimenti governativi, o finanziare la partecipazione delle nostre imprese a eventi fieristici all’estero, organizzati dai nostri diretti concorrenti”.
Le sovvenzioni potrebbero essere destinate a compensare i costi supplementari determinati dalle nuove misure sanitarie. Mentre finanziamenti e defiscalizzazioni potrebbero essere rivolti anche alle imprese, cioè gli espositori, con bonus per la partecipazione alle fi ere, per l’allestimento degli stand e per costi di viaggio e alloggio. Un modo per aiutare tutte le Pmi ad affrontare la ripresa, sia gli espositori sia le imprese della filiera del sistema fieristico.
Cosa è successo alle fiere “verdi”
I macro-dati si ripercuotono ovviamente sui singoli mercati, compresi quelli del giardinaggio e del florovivaismo. La prima mostra del verde coinvolta dall’emergenza sanitaria è stata Myplant & Garden, inizialmente in programma dal 26 al 28 febbraio 2020 a Milano. Quando nel weekend tra il 21 e il 23 febbraio è arrivata la notizia dei primi casi di contagio a Codogno (LO), nei padiglioni di Fiera Milano si stavano costruendo gli stand per Myplant. Già il 23 febbraio gli organizzatori hanno annunciato il rinvio, inizialmente a settembre e poi definitivamente dal 15 al 17 febbraio 2021.
Subito dopo Myplant arriva anche la notizia del rinvio del Salone del Mobile di Milano, in programma dal 21 al 26 aprile 2020: in un primo momento viene spostato dal 16 al 21 giugno ma a maggio viene definitamente posticipato dal 13 al 18 aprile 2021.
A fine febbraio tocca anche a Eisenwarenmesse, la mostra europea più importante del mercato del bricolage che si svolge tradizionalmente all’inizio di marzo (nel 2020 in programma dall’1 al 4) nei padiglioni di Fiera Colonia. A causa del Coronavirus e dell’allarme lanciato da molti espositori viene annullata l’edizione 2020 e spostata dal 21 al 24 febbraio 2021.
In aprile Fiera di Padova ha annunciato lo spostamento di Flormart al 22-24 settembre 2021 e il lancio di Flormart OnLife Roadshow, un programma di convegni e incontri dedicati ai principali temi del settore.
Anche Buyer Point, lo speed date dedicato ai top buyer italiani ed esteri e organizzato dal nostro gruppo editoriale, dopo un primo rinvio dal 20 maggio all’8 luglio ha dovuto ricollocarsi nel 2021, avviando contestualmente un’attività di incontri virtuali, via web, tra potenziali fornitori e importanti buyer italiani ed esteri. Un evento, i Virtual Meetings di Buyer Point, che nel mese di luglio ha coinvolto i direttori acquisti e import di 33 gruppi distributivi, di cui 12 italiani e 21 internazionali da Romania, Montenegro, Russia, Grecia, Brasile e Ucraina.
Sfortunata anche Eima di Bologna: è una fiera biennale quindi aveva il 50% di probabilità di capitare nell’anno giusto. E invece già a maggio FederUnacoma ha dovuto annunciare lo spostamento dell’edizione 2020 dal 3 al 7 febbraio 2021.
“La scelta di rinviare al prossimo anno la grande Eima tradizionale – ha spiegato Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, la federazione dei costruttori italiani organizzatrice della rassegna – nasce da un’attenta valutazione logistica ed economica, giacché è estremamente probabile che gli eventi fieristici possano essere ancora condizionati in autunno da specifiche ordinanze del Governo, e che il sistema dei trasporti e dei servizi possa essere ancora rallentato per le misure precauzionali che saranno ancora in atto, sia in Italia che all’estero. D’altro canto la filiera dell’agricoltura e della meccanica applicata ha necessità urgente di riprendere l’attività perché c’è grande interesse verso le innovazioni tecnologiche e grande bisogno, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza virus, di restituire energia e competitività all’economia primaria. Ecco perché abbiamo programmato l’anteprima di novembre (in formato digitale – ndr) che farà da ponte verso l’edizione di febbraio 2021, un evento che rappresenta un caso eccezionale nella storia di Eima International, che tornerà dal novembre 2022 nella sua tradizionale collocazione”.
Ma il problema non riguarda soltanto le fiere italiane: in Europa e nel mondo tutti gli eventi stanno subendo la stessa sorte.
A maggio anche l’associazione internazionale dei centri giardinaggio, Igca, ha annunciato il rinvio del suo Congresso annuale che riunisce i soci di tutto il mondo: era in programma dal 18 al 23 ottobre 2020 in Sud Africa ed è stato spostato nell’ottobre 2021.
A proposito di summit, a luglio anche i vertici di Edra (European Diy-Retail Association), Hima (Home Improvement Manufacturers Association) e Ghin (Global Home Improvement Network) hanno comunicato lo spostamento al 2021 dell’8a edizione del Global Diy Summit in programma ad Amsterdam dal 10 al 12 giugno 2020. Si terrà invece a Copenaghen dal 9 all’11 giugno 2021.
All’inizio di luglio è giunta anche l’ufficialità dalla Fiera di Colonia: l’edizione 2020 di Spoga+Gafa non si terrà e si sposterà dal 30 maggio all’1 giugno 2021: una novità importante per la mostra tedesca del giardinaggio e dell’outdoor, che storicamente occupa la prima domenica di settembre.
“Sfortunatamente non siamo riusciti a superare i dubbi più profondi dei nostri clienti a proposito di eventi svolti di persona e previsti nelle sedi fisiche e ciò risulta comprensibile – ha spiegato Gerald Bose, presidente e amministratore delegato di Fiera di Colonia -. Abbiamo fatto di tutto perché la riapertura si concretizzasse, ma senza un livello corrispondente di partecipazione da parte di espositori e visitatori è un obiettivo impossibile da raggiungere”.
Il 21 luglio anche gli organizzatori della francese Jdc Garden Trends di Marsiglia (conosciuta anche con il nome di Journées des Collections) hanno annunciato lo spostamento al 7-9 aprile 2021, dopo aver già sospeso l’edizione 2020.
“Per la sua nuova edizione 2021 – spiega il comunicato degli organizzatori -, JdC Garden Trends – che ogni anno accoglie più di 1.300 visitatori professionali – propone di riunire e canalizzare i punti di forza del settore del giardino, attraverso conferenze, concorsi e formati innovativi. Un segnale molto positivo per la prossima edizione e per la salute economica del settore: 8 mesi prima della fiera gli espositori hanno già confermato oltre l’87% degli stand disponibili”.
Anche Hyve Group, organizzatore della mostra Glee di Birmingham, la principale fiera del Regno Unito nel mercato del giardinaggio e dell’outdoor, ha annunciato lo spostamento della mostra “fisica” al 14-16 settembre 2021, mentre nei giorni già previsti in programma (15 e 16 settembre 2020) si terrà un forum virtuale dedicato al commercio di giardinaggio.
“Abbiamo ascoltato sia i nostri espositori sia i visitatori e il feedback dei commercianti di giardinaggio ha supportato incredibilmente Glee – ha spiegato Matthew Mein, event director della manifestazione -. Ciò ci ha permesso di adottare un nuovo approccio e di riunire la comunità attraverso il lancio di un nuovissimo forum virtuale”.
Royal Flora Holland ha cancellato Spring Fair di Aalsmeer e Autumn Fair & Orchid Plaza di Naaldwijk. Resta invece in programma Trade Fair di Aalsmeer dal 4 al 6 novembre 2020.
Anche Iftex, la fiera del florovivaismo di Nairobi, spostata inizialmente da giugno a ottobre 2020, alla fine è stata rimandata definitivamente al 2021 (2-4 giugno).
Sempre a luglio anche Cihs China International Hardware Show di Shanghai ha annunciato la cancellazione della mostra in programma dal 7 al 9 agosto 2020 e il suo spostamento dall’8 al 10 ottobre 2021.
Particolare, infine, il caso di Zoomark International di Bologna e Interzoo di Norimberga: due manifestazioni abituate a farsi apertamente concorrenza e che, biennalmente in modo alternato, concentrano l’attenzione del mercato del pet e dei prodotti per animali d’affezione. Il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno di Interzoo di Norimberga e i due organizzatori – Wzf (Wirtschaftsgemeinschaft Zoologischer Fachbetriebe) e BolognaFiere – hanno preferito accordarsi di fronte all’emergenza planetaria, facendo l’interesse degli espositori e spostando entrambe le mostre di un anno. Quindi dall’1 al 4 giugno 2021 si terrà Interzoo di Norimberga e dal 9 al 12 maggio 2022 si terrà Zoomark International di Bologna.
La ripartenza di Myplant
L’edizione 2020 di Myplant & Garden è stata la prima fiera a “saltare” a causa dell’emergenza sanitaria. Un fulmine a ciel sereno e una decisione difficile da prendere su due piedi: abbiamo incontrato Valeria Randazzo, exhibition manager di Myplant & Garden, per ricordare quei momenti e parlare della ripartenza.
GreenRetail: Myplant ha patito un danno grave ed evidente: la mostra era già in fase allestimento. Siete stati risarciti in qualche modo?
Valeria Randazzo: Il 22 febbraio 2020, a pochissimi giorni dal via, abbiamo avvertito gli espositori italiani ed esteri che la VI edizione del Salone sarebbe stata rinviata per il sopraggiungere della pandemia. Una decisione sofferta e dolorosa, mossa nell’interesse della tutela della salute di tutti i partecipanti, dallo staff interno a tutte le figure coinvolte e ai loro affetti. Parliamo di decine di migliaia di persone. In quelle ore, peraltro, erano già arrivate alcune disdette da espositori e compratori, dall’Italia e dall’estero.
Dopo aver interpellato le autorità, ci siamo visti costretti al rinvio. Una strada imboccata sul filo del rasoio, ma che a conti fatti è stata ben accolta da moltissimi operatori, espositori e visitatori. Dall’altro lato, come organizzatori abbiamo subito un danno notevole, dopo gli investimenti realizzati in una edizione il cui obiettivo era migliorarsi, crescere e far crescere il comparto una volta di più.
L’organizzazione delle fiere e degli eventi è un settore molto vasto e articolato, con indotti diretti e indiretti da capogiro, ma ora è in enorme sofferenza. Nonostante ciò, ci siamo mossi a livello istituzionale, nei limiti della nostra competenza, per far ottenere dei risarcimenti alle imprese del settore orto-florovivaistico coinvolte, anzi travolte dagli effetti della pandemia, ma ad oggi nulla di fatto.
GreenRetail: Perché avete eliminato anche l’edizione di settembre?
Valeria Randazzo: La VI edizione è stata nuovamente rinviata e riposizionata nel calendario perché il perimetro della pandemia non si è ancora definito, né il fenomeno ha dato segni di progressiva risoluzione. Dobbiamo ragionare in modo globale e la situazione a oggi è sotto gli occhi di tutti.
Gli obiettivi di qualità e internazionalità della fiera non potevano essere garantiti nelle date di settembre. Al momento del rinvio, sembrava plausibile a tutti che dopo 7 mesi la situazione si sarebbe stabilizzata. Non sembra essere così, purtroppo.
Lo slittamento della VI edizione a febbraio 2021 è il risultato della scelta espressa dalla netta maggioranza delle aziende espositrici, che hanno avuto modo di indicare alla segrete ma ria organizzativa le proprie necessità e volontà. Come abbiamo affermato, non avrebbe avuto senso dar vita all’unica fiera del settore di caratura internazionale in Italia senza l’adeguata fiducia delle imprese nella situazione generale. Guardiamo avanti, con fiducia.
GreenRetail: Pensiamo al futuro e all’edizione 2021. Immaginiamo avrete già una “ossatura” importante di espositori: Myplant è la fiera leader del florovivaismo e prima del Covid-19 era in fase di start up e in forte crescita. Ci sono delle novità che possiamo anticipare? Vi daranno degli spazi in più, in virtù dell’emergenza sanitaria e del distanziamento sociale, per esempio all’aperto?
Valeria Randazzo: Certamente l’ossatura è importantissima: a febbraio 2020 ci saremmo presentati al mondo con una maglia espositiva densa, ricca e vivace come mai prima. Ripartiamo da lì. Abbiamo compiuto uno sforzo enorme nel traslare i canoni pagati dagli espositori per l’edizione di febbraio 2020 sull’edizione di febbraio 2021, e abbiamo chiesto alle aziende di mantenere la fiducia in Myplant, un evento che in pochi anni ha dato tanto ossigeno al comparto, che è risultato proficuo per tutti e che intende continuare a esserlo. Più che dai numeri, ripartiamo dal senso di appartenenza reciproca e comunità d’intenti, visioni e interessi che si è costruito nel tempo.
L’investimento compiuto per febbraio 2020 e la traslazione delle quote pagate dagli espositori al prossimo appuntamento limiteranno alcune iniziative che avremmo voluto veder già “esplodere” per il bene del settore. Affronteremo le tematiche più calde per il comparto, daremo attenzione al mondo del “verde bio”, ai centri giardinaggio, alla decorazione floreale, al motorgarden, alle soluzioni più innovative. Al momento stiamo lavorando per capire cosa proporre e come poterlo realizzare.
GreenRetail: Avete lanciato anche il servizio Myplantonline. Ce ne parli?
Valeria Randazzo: Con Myplantonline abbiamo voluto mettere a disposizione dei nostri espositori una vetrina virtuale dei loro prodotti e servizi offerti, corredati dalle specifiche tecniche. Non è una fiera virtuale – format che secondo noi non può funzionare più di tanto per il settore di cui ci occupiamo – né un catalogo online, perché assai più ricco di informazioni. Con questo strumento in più a disposizione, gli espositori possono essere contattati dai compratori e attivare nuove sinergie e affari. In vista della prossima edizione “fisica” di Myplant.
Dall’altro lato, proseguendo nel nostro progetto di diffusione della cultura del verde, ne stiamo facendo una piattaforma di informazioni, approfondimenti e interviste utili per tutti gli operatori del comparto e i visitatori della fiera. Una webzine del verde, di taglio professionale.