Sfalci e ramaglie sottoprodotto da valorizzare: la delibera di Regione Lombardia fa finalmente chiarezza. Risultato importante per l’ambiente e opportunità per le aziende che si occupano di cura del verde, pubblico e privato.
Sfalci e ramaglie che derivano dall’attività di cura del verde, pubblico e privato, possono essere un sottoprodotto da valorizzare e non necessariamente un rifiuto. Regione Lombardia accoglie le istanze di Coldiretti e Assofloro e con un provvedimento di Giunta pubblica le indicazioni per la loro gestione. Le aziende florovivaistiche ma anche le Amministrazioni locali e gli organi di controllo hanno ora indicazioni chiare e univoche su come possono essere gestiti e valorizzati i residui della cura del verde, in un’ottica di economia circolare, di buone pratiche agronomiche e di sviluppo di nuove filiere.
Il Decreto di Giunta di Regione Lombardia, sollecitato da Coldiretti e Assofloro, arriva in un momento particolarmente caotico sulla gestione dei residui vegetali, a causa del susseguirsi di interpretazioni, pur a fronte di immutati dati normativi sulla disciplina dei sottoprodotti.
Le indicazioni di Regione Lombardia hanno pertanto lo scopo di fornire agli operatori del settore criteri ed indirizzi gestionali, chiarendo quando il materiale vegetale può essere escluso dalla disciplina di cui alla Parte IV del d.lgs n. 152/2006 rifiuti e quando, pur non essendo rifiuti, possano essere considerati sottoprodotti.
Come evidenziato anche dal provvedimento, la possibilità di gestire i residui vegetali come sottoprodotto è valido indipendentemente dal fatto che a produrli sia un’azienda agricola o un’azienda artigiana. Da sottolineare che le indicazioni valgono anche per il verde pubblico, sgomberando il campo da qualunque interpretazione riduttiva alle sole risulte prodotte dalla manutenzione del verde privato. Di fondamentale importanza è che il produttore, cioè l’azienda agricola, florovivaistica o di giardinaggio, valuti di volta in volta che il materiale abbia i requisiti di sottoprodotto e che venga garantita la tracciabilità dal luogo in cui viene prodotto a quello dove viene reimpiegato o valorizzato.
“Ancora una volta la collaborazione con le istituzioni ha portato ad un risultato importante – afferma Nada Forbici, presidente di Assofloro e coordinatore della Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti -. Un ringraziamento particolare va all’assessore all’Ambiente di Regione Lombardia Giorgio Maione e a quello dell’Agricoltura Alessandro Beduschi: le indicazioni arrivate oggi, che confermano quanto Coldiretti e Assofloro sostengono da tempo, hanno un impatto importante sull’ambiente e sul lavoro di chi si occupa di cura del verde. Semplifica l’attività delle imprese mettendole al riparo da interpretazioni non corrette e quindi da sanzioni, fa bene all’ambiente perché si evita la produzione di rifiuti, si creano occasioni e opportunità per la valorizzazione di una risorsa che può essere utilizzata attraverso varie attività e filiere, nell’ottica di una vera economia circolare e per un miglioramento qualitativo delle aree verdi.
Le indicazioni di Regione Lombardia tutelano le aziende florovivaistiche anche dalla concorrenza sleale dellavoro nero, che continua ad essere una vera e propria piaga per il settore e che a volte è incentivata proprio dall’eccessiva burocrazia e dai costi che questa genera”.
Dopo aver ottenuto la conferma, in una lettera del 15 aprile scorso a firma del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, che gli sfalci e le potature possono essere trattati come non rifiuto o sottoprodotto se derivanti dall’attività agricola, Coldiretti ha accolto positivamente l’impegno del Ministro ad estendere l’ambito di applicazione della categoria del sottoprodotto anche agli sfalci e alle potature derivanti dall’attività di manutenzione del verde pubblico e privato delle imprese artigiane.
In pratica, indipendentemente dal fatto che derivino da attività del verde pubblico o privato e a che a produrli sia una azienda agricola o una impresa artigiana, i materiali residui che derivano alle attività di cura del verde urbano, come sfalci dell’erba e potature di siepi e alberi, possono essere considerati sottoprodotti e, come tali, reimpiegati per migliorare le stesse aree verdi, per le normali pratiche agricole come la fertilizzazione dei suoli, per la produzione di biogas/biometano o per lo sviluppo di filiere innovative legate alla valorizzazione del materiale vegetale, come quella del riuso del legno urbano.
Sono queste le indicazioni contenute nel documento emanato dalla Giunta di Regione Lombardia, che accogliendo le richieste di Coldiretti, mette ordine alle interpretazioni che si sono susseguite negli ultimi mesi dalle quali poteva risultare che i residui delle attività di manutenzione del verde urbano fossero sempre e comunque “rifiuti” da smaltire, con i conseguenti costi economici ed ambientali.
Indicazioni chiare per amministrazioni e aziende. Le amministrazioni territoriali e gli organi deputati al controllo hanno ora indicazioni chiare e univoche e le aziende possono lavorare senza il timore di incappare in pesanti sanzioni legate a interpretazioni soggettive o non corrette. Una presa di posizione che fa bene anche all’ambiente perché si evita la produzione di rifiuti, crea opportunità per la valorizzazione di una risorsa che può essere utilizzata attraverso varie attività e filiere, nell’ottica di una vera e concreta economia circolare e per un miglioramento qualitativo delle aree verdi.