venerdì, Novembre 22, 2024

RB Plant: la qualità italiana di Albenga conquista l’Europa

Grazie anche alle certificazioni Mps e Global Gap il Consorzio RB Plant ha conquistato i centri giardinaggio tedeschi, francesi e del nord Europa. Ce ne parla Francesca Bruzzone, presidente di RB Plant.

Esporta il 90% del suo giro d’affari e dopo aver conquistato il mercato tedesco si sta affermando anche in Francia e nell’Europa del nord e dell’est, grazie a una gamma di piante, fiori e aromatiche coltivate in vaso di qualità certificata. Stiamo parlando del Consorzio RB Plant di Albenga (SV), fondato nel dicem­bre 1994 grazie a una intuizione di Antonio Rebella e Angelo Bruzzone, cognati nella vita, da cui prende l’a­cronimo dell’azienda.

Verso la fine degli anni Ottanta nel­la Piana di Albenga si coltivavano soprattutto margherite e i fondatori di RB Plant avevano iniziato a ven­dere parecchi carrelli a un cliente tedesco, Giorgio Lehrhuber, pro­prietario di Mediflora, che ancora oggi collabora con il Consorzio di Albenga essendo diventato nel tempo il distributore esclusivo per tutta la Germania.

Negli anni gli acquisti erano sempre maggiori, la qualità della produzio­ne italiana era sempre più apprez­zata dai garden center tedeschi e la produzione veniva garantita da un numero sempre maggiore di im­prese. Nasceva però l’esigenza di centralizzare alcuni servizi: a partire da un’unica fatturazione. Il Consor­zio RB Plant nasce così nel 1994, con l’obiettivo primario di espande­re l’attività in altri paesi stranieri, obiettivo raggiunto in breve tempo in Austria e Olanda.

Poiché il mercato richiedeva un’of­ferta più ampia, RB Plant ha inizia­to a diversificare la propria offerta di piante in vaso, introducendo le piante aromatiche e coinvolgendo anche altri produttori extra consortili disposti a produrre in esclusiva per il Consorzio. Con l’obiettivo di una produzione del 90% all’interno del Consorzio e del 10% dall’esterno.

La seconda generazione, oltre a informatizzare la produzione e la vendita, ha sposato con passione la strada delle certificazioni: Mps, Global Gap (lo standard internazio­nale per la produzione agricola sicu­ra, sostenibile ed efficiente) e Bio­agricert (Organismo di Controllo e Certificazione per le produzioni bio­logiche). Strumenti che hanno per­messo a RB Plant di migliorare e di rispondere alle richieste provenienti in modo sempre più pressante dai buyer specializzati europei.

Per saperne di più abbiamo incon­trato Francesca Bruzzone, presi­dente del consorzio RB Plant.

rb plant
Nella foto il team di RB Plant (da sinistra a destra): Roberto Cappello (proprietario di Cappello), Francesca Bruzzone (presidente di RB Plant), Marica Di Concilio (responsabile certificazioni), Davide Berra (proprietario di Berryplant), Angelo Bruzzone (proprietario di Ninoflor e vicepresidente di RB Plant), Marco Cappello (proprietario di Cappello e socio di RB Plant), Claudio Carpe (proprietario di Carpe).

Piante di qualità solo per i garden center

GreenRetail: L’idea iniziale di tuo pa­dre Angelo e tuo zio Antonio di non rivolgervi alla Gdo è stata vincente alla fine…

Francesca Bruzzone: L’idea di rivolgersi solo al garden center e a po­chissimi grossisti ci ha permesso di preservare la qualità a prescindere dal prezzo, mentre la Gdo, senza di­sprezzarla perché ha e ha avuto un ruolo importante sul mercato, qual­che anno fa era più attenta al prez­zo. Una scelta che ci ha permesso di conquistare il mercato tedesco che più di altri cerca la qualità. Oltre alle certificazioni, in Germania abbiamo lanciato anche un nostro brand, Sun­ny Herbs, per distinguere la nostra linea di aromatiche, controllata con esami di laboratorio per dimostrare l’uso limitato di fitofarmaci.
In questi anni abbiamo cercato in primis di preservare la qualità ma anche di stare al passo con le richie­ste dei clienti. Per esempio per sod­disfare le richieste di nuove piante non coltivate nella Piana di Alben­ga, che ci hanno spinto a stringere collaborazioni nella Piana di Latina e in Puglia per aumentare ancora di più la nostra disponibilità.

GreenRetail: Quanto incidono le esporta­zioni sul vostro giro d’affari?

Francesca Bruzzone: Quasi il 90%. Dopo la Germania abbiamo affron­tato il mercato francese e da qual­che anno siamo molto forti anche nei paesi del nord Europa, come la Norvegia. Paesi che ci “fanno co­modo” perché hanno una stagione ritardata. Mentre Germania, Francia o Svizzera hanno una stagionalità molto breve, da febbraio a maggio, anche se in allungamento negli ul­timi anni, nei paesi scandinavi sia­mo riusciti ad allungare i tempi fino anche a fine giugno, perché il cal­do da loro arriva un mese e mezzo dopo il sud Europa.
Quello di non limitare il nostro la­voro a quattro mesi all’anno è uno dei nostri obiettivi: allungare ed espandere l’attività nell’arco di tutto l’anno. Oggi la Germania e la Francia riescono a comprare anche nel periodo estivo.

Il 30% dei garden center pre­ferisce piante “personaliz­zate”

GreenRetail: Fornite un servizio di per­sonalizzazione del packaging?

Francesca Bruzzone: Abbiamo un ufficio dedicato a questo servizio, poiché è in aumento la richiesta da parte dei clienti di ricevere una pianta “fatta e finita. Diamo cioè la possibilità di personalizzare ogni singola pianta con il logo del garden center e anche il prezzo di vendita. Così quando arriva il carrello nel pun­to vendita le piante possono andare direttamente in esposizione. Natural­mente le nostre piante contengono sempre il nostro codice a barre e le informazioni del passaporto verde.

GreenRetail: È molto richiesto?

Francesca Bruzzone: Circa il 30% dei clienti ci chiede la personaliz­zazione dell’etichetta. Il restante si accontenta che sul vaso ci sia­no, oltre alla regolamentazione del passaporto verde, il nome scientifi­co della pianta e il codice a barre. Però sono in aumento i clienti che preferiscono piante personalizzate con il proprio logo.

GreenRetail: Chi sono?

Francesca Bruzzone: Si tratta so­prattutto di centri giardinaggio te­deschi e francesi. Come dicevo, abbiamo scelto di servire soltanto i garden center e i piccoli negozi spe­cializzati. All’estero lavoriamo an­che con quattro grossisti, mentre in Italia lavoriamo esclusivamente con i centri giardinaggio, soprattutto con quelli ubicati nelle regioni del nord.

Cresce l’attenzione per il verde certificato in Europa

GreenRetail: Perché avete scelto di cer­tificare la vostra produzione con Mps e Global Gap?

Francesca Bruzzone: Le certifi­cazioni sono un valore aggiunto dell’azienda. Inizialmente non è stato facile convincere i soci stori­ci, perché qualsiasi certificazione in effetti pone in un certo senso dei “limiti” alla propria azienda poiché pretende il rispetto delle regole.
Io personalmente mi occupo di certificazioni da ormai dieci anni e all’inizio non è stato facile. Noi sia­mo partiti con la Global Gap, che è indiscutibilmente la certificazione più conosciuta a livello mondiale. È entrata per prima in Germania e all’inizio solo la Gdo richiedeva la certificazione. Oltre a certificare la nostra attività, stiamo proponendo queste certificazioni anche ad al­tre aziende di Albenga: tant’è che adesso Global Gap sulla Piana di Albenga è estesa addirittura al 90% della produzione.
Poi abbiamo Mps che è particolar­mente richiesta in Francia. Io per­sonalmente sono molto soddisfat­ta che nei miei stand ci sia anche il logo Mps.

GreenRetail: Mentre in passato i gran­di compratori internazionali erano attenti alle certificazioni aziendali, oggi l’attenzione si è spostata sulle tecniche di produzione e sulla soste­nibilità. Lo rilevate anche voi?

Francesca Bruzzone: Certo. Più che una certificazione sulla “strut­tura”, il mercato oggi richiede una certificazione sulla produzione e sull’impatto ambientale. Che va dai consumi dell’acqua, dell’ener­gia e degli stessi fitofarmaci.
La nostra politica è sempre stata quella di ricorrere il minimo possi­bile all’uso di fitofarmaci e siamo contenti se si diffondono questo tipo di certificazioni.

GreenRetail: Sottoporsi a una certifi­cazione significa anche misurare una serie di parametri, con la possibilità di apportare delle modifiche e mi­surare i miglioramenti. Oltre a un “marchio” di fiducia è anche uno strumento di crescita?

Francesca Bruzzone: È questo che intendevo prima come “valore ag­giunto”. Oltre a un servizio per il cliente, la certificazione deve esse­re vista come una possibilità di mi­glioramento per la nostra azienda.

GreenRetail: Le certificazioni Mps e Global Gap sono richieste anche dai compratori italiani? È vero che all’e­stero c’è una maggiore attenzione?

Francesca Bruzzone: A me piace­rebbe tantissimo che queste certi­ficazioni si potessero espandere in tutti i paesi europei. Perché diven­terebbe più facile anche richiederlo alle aziende agricole con cui colla­boriamo: come spiegavo prima, è sempre più richiesta la certificazio­ne della produzione.
In Francia noi lavoriamo molto bene grazie a Mps perché le pro­mozioni dei garden center vengono effettuate quasi esclusivamente con prodotti Mps. Il mercato fran­cese per noi è molto importante e stiamo cercando di allargare la produzione Mps su Albenga, con­vincendo i produttori a certificarsi. Nel 2022 quattro nuove aziende si sono certificate Mps e altre tre lo stanno affrontando. Con la Germa­nia lavoriamo da molti anni ed è quindi ovvio che sulla Piana di Al­benga ci sia una maggiore presen­za di aziende certificate Global Gap anziché Mps.

www.rbplant.it

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