Il circuito italiano dei negozi legati ai 26 gruppi distributivi del commercio organizzato specializzato nel brico-garden nel 2024 non ha visto profonde modifiche.
Il concetto di “centro bricolage”, inteso come negozio a libero servizio multi-merceologico specializzato nell’utensileria e ferramenta per la casa, probabilmente è nato prima degli anni Ottanta su iniziativa di imprenditori indipendenti “illuminati”. Ma la Grande Distribuzione Specializzata (Gds), quindi l’idea di creare una catena di punti vendita brico-garden, prende vita in Italia nei primi anni Ottanta, quarant’anni fa.
I primi a intuirne le potenzialità sono state le grandi insegne della Gdo, spesso seguendo stimoli e modelli che venivano dal nord Europa. Nel 1982 Finiper inaugura il primo negozio Bric Market a Torrazza Coste (PV), in seguito ceduto a Castorama e oggi attivo con l’insegna di Leroy Merlin. Nel 1983 nasce Bricocenter, allora promosso da La Rinascente, con il primo negozio di Venaria Reale (TO). Anche Brico io (Coop Lombardia) e la tedesca Obi (Gruppo Tengelmann) sono progetti specializzati sviluppati da gruppi della Gdo.
Nel 1990 i centri Gds brico italiani erano già saliti a 41 e iniziava un decennio di enorme sviluppo, grazie anche all’avvio di politiche di affiliazione e alla nascita dei consorzi e dei gruppi d’acquisto specializzati nel bricolage, come Punto Legno e Fdt Group, e nel giardinaggio, come Giardinia e Garden Team. Nel 2000 salgono a 334 i negozi (+714% in dieci anni) pari a oltre 672.000 mq espositivi (+537%). Nel 2003 viene abbattuto il “muro” di 1 milione di mq espositivi e in sette anni si sfiora il raddoppio: nel 2010 i negozi salgono a 882 (+164% sul 2000) pari a 1,971 milioni di mq espositivi (+193%).
Nel decennio successivo, 2010/2020, la crescita prosegue ma segna una certa stabilità: nel 2020 sono attivi 1.173 negozi legati alla distribuzione organizzata specializzata (+27% sul 2010) pari a 2,5 milioni di mq (+33%). Le diverse crisi economiche e finanziarie attraversate negli ultimi quindici anni, comprese quelle scaturite dal Covid e dai diversi conflitti bellici, non hanno certo stimolato gli investimenti nella creazione di nuovi centri specializzati, già messi in discussione dal contemporaneo sviluppo dell’e-commerce internazionale.
Anche nel 2024 la tendenza generale dei 26 gruppi distributivi analizzati è all’insegna della stabilità. Le catene di centri bricolage hanno 768 negozi, 4 in più del 2023 (+0,5%), i garden center sono stabili, mentre gli agri-garden risentono di una leggera diminuzione, in parte determinata dalla riorganizzazione dell’insegna Tuttogiardino, passata da oltre 300 negozi serviti agli attuali 120 di cui oltre 90 con insegna e identità della catena.
Gds brico-garden nel 2024: I’Italia del bricolage
La maggior parte dei 978 punti vendita brico-garden nel 2024 è ubicata nel nord del paese, dove si trova oltre il 60% dei negozi e delle superfici espositive. Le regioni del centro Italia ospitano il 22% dei negozi, mentre l’area che comprende sud e isole vede il 18% dei punti vendita.
La regione con la maggior concentrazione di negozi è la Lombardia, con 168 punti vendita (erano 164 a fine 2023). È anche quella con il maggior numero di insegne presenti: sono 18. In questa particolare classifica precede il Piemonte (16 gruppi presenti), il Veneto (15), l’Emilia Romagna e il Friuli (14). Invece le catene capillarmente più diffuse sono Bricofer e Bricolife, presenti in 17 regioni italiane, seguite con 16 da Brico io, Brico Ok e Bricocenter.
Solo il 23% dei punti vendita è ubicato nelle città, cioè i capoluoghi di provincia, ma rappresentano il 29% della superficie espositiva.
La presenza sul territorio
È evidente come la maggiore popolazione e la presenza di grandi metropoli attiri maggiori attenzioni, più punti vendita e superfici espositive più ampie. Rapportando la superficie espositiva alla popolazione, scopriamo che mediamente gli italiani hanno a disposizione 4.221 mq ogni 100.000 abitanti.
Nelle regioni del nord-est si sale a 5.704 mq ogni 100.000 abitanti, con i picchi del Friuli (8.528 mq) e del Trentino (6.641 mq). Il gruppo distributivo specializzato che ha il maggior numero di negozi nel nord-est è Tuttogiardino con 115 store riforniti. Seguono Bricolife (31), Brico io (24), Brico Ok (23) e Obi (22).
Le regioni del nord-ovest, con una media di 5.571 mq, sono abbastanza allineate, grazie ai picchi del Piemonte (5.935 mq) e della Lombardia (5.642 mq). Nel nord-ovest spiccano Brico Ok, con 56 negozi, Brico io (33), Bricocenter (25), Fdt Group (22) e Leroy Merlin (19).
L’area del centro Italia ha una media di 4.162 mq ogni 100.000 abitanti, quindi di poco inferiore alla media nazionale. Sono al di sopra Umbria (5.978 mq), Marche (4.416 mq) e Toscana (4.310 mq), mentre sono in ritardo Abruzzo (4.165 mq) e soprattutto Lazio (3.729 mq).
Nel centro Italia è Brico io la catena maggiormente presente con 49 negozi; seguono Bricofer (36), Bricolife (27), Obi e Brico Ok (18).
L’area sud e isole si ferma a 2.250 mq ogni 100.000 abitanti e solo la Sardegna rivela un risultato superiore alla media nazionale, con 4.996 mq.
In questa macro area spiccano Evoluzione Brico (27), Bricofer (22), Brico Ok (21), Bricolife (18) e Brico io (13).
Se spostiamo l’attenzione dal numero dei punti vendita alle superfici espositive totali, troviamo Leroy Merlin ai primi posti in tutte le macro aree, con l’eccezione del nord-est dove è preceduto da Obi.
I centri bricolage in italia
Se analizziamo soltanto i centri bricolage, la categoria numericamente e statisticamente più rilevante con il 78% dei negozi e l’87% della superficie espositiva del campione totale, scopriamo che l’importanza del nord è leggermente ridimensionata. Sono presenti il 50% dei negozi e il 57% delle superfici espositive, rispetto al 26% delle regioni del centro e al 22% dell’area sud e isole.
I numeri ci dicono che nel nord i negozi hanno dimensioni medie maggiori, mentre nel resto del Paese sono concentrati i negozi di prossimità e di medie dimensioni, vista anche la popolazione e la particolare conformazione geografica italiana. Nel sud troviamo il 22% dei negozi ma il 19% delle superfici espositive.
Anche nel mondo “brico” la Lombardia domina con 141 centri diy e oltre 459.000 mq espositivi. Precede il Piemonte, con 79 centri e 232.000 mq, e il Lazio (71 e 216.000).
In Lazio spicca però la performance di Roma, con 41 negozi: 10 in più di Milano. Nella classifica per numero di centri bricolage, dopo Roma e Milano, troviamo Torino (24) e molte città di medie dimensioni: Brescia (23), Varese (18), Latina (16), Perugia, Cosenza (14), Novara e Trento (13). Se invece analizziamo la classifica per superficie espositiva, dopo Roma, Milano e Torino, spiccano Brescia, Varese, Monza, Udine, Vicenza, Bergamo e Napoli.
Leggi il Monitoraggio Gds brico-garden 2024 sulla versione sfogliabile di Greenline a questo link.
Gds brico-garden nel 2024: l’affiliazione
Dopo il primo sviluppo negli anni Ottanta avvenuto con negozi “diretti”, cioè di proprietà dell’impresa distributrice, la Gds brico-garden italiana si è sviluppata nel corso di questi quarant’anni grazie soprattutto ai programmi di affiliazione. Una formula che ha permesso a molti imprenditori indipendenti, talvolta commercianti storici del settore, di aderire ai vantaggi di un gruppo nazionale pur mantenendo la propria indipendenza. Talvolta anche la propria insegna.
Infatti, sotto la voce “affiliazione” possiamo includere diverse formule di associazionismo distributivo moderno, come l’adesione a formule di franchising, affiliazione o contratti di somministrazione, fino all’adesione a gruppi d’acquisto, unioni volontarie e consorzi tra dettaglianti. Tutte formule già percorse con successo dalla Gdo e applicate con altrettanti risultati anche nel mercato brico-garden.
I punti vendita diretti, cioè di proprietà del gruppo distributivo, rappresentano nel 2024 il 46% dei negozi italiani. La percentuale sale al 69% nel nord-ovest, ma resta sotto il 50% nelle altre macro aree. Se però analizziamo le superfici espositive la situazione si inverte, poiché i negozi diretti sono generalmente più grandi di quelli affiliati. I negozi affiliati rappresentano “solo” il 34% delle superfici espositive totali, con il picco del nord-est (43%) cui fa da contraltare il nord-ovest (23%).
Poiché le catene garden sono quasi totalmente composte da negozi affiliati a consorzi o soluzioni di franchising, abbiamo estrapolato i dati relativi solo ai centri bricolage. In questo caso la percentuale di negozi affiliati scende al 41% con un’area espositiva del 24%.
Spiccano le regioni del sud e delle isole con il 64% di negozi affiliati, pari al 34% della superficie espositiva dell’area. Fanno da contraltare le regioni del nord-ovest, dove l’affiliazione riguarda il 23% dei punti vendita e “solo” il 12% delle superfici espositive.
Le regioni con il maggior numero di centri bricolage sono, nell’ordine: Lazio (39 store), Sardegna (31), Lombardia, Sicilia (28), Calabria (25), Toscana (24), Veneto (23), Piemonte, Trentino (18) e Abruzzo (13). Insieme riuniscono 247 negozi, cioè il 78% di tutti i centri bricolage.
I negozi diretti sono invece concentrati in Lombardia (113 centri bricolage), Piemonte (61), Emilia Romagna (46), Toscana (37), Veneto (34), Lazio (32), Marche (17), Friuli (16), Sicilia (16) e Liguria (14). Queste dieci regioni riuniscono 386 negozi, pari all’86% dei centri bricolage affiliati italiani.
Dal fai da te all’home improvement
Non solo la distribuzione si è evoluta, ma anche il concetto stesso di “bricolage” è molto mutato nel corso dei decenni. Non esiste una data di nascita del diy, poiché probabilmente è insita nell’uomo la capacità di costruire e adattare la propria casa da sé: fino ai primi del Novecento tutti i capifamiglia avevano nozioni di base per “arrangiarsi” in casa ed erano in qualche modo dei bricoleur, magari inconsapevolmente e malvolentieri. La nascita dell’hobby del bricolage coincide con il boom economico, dalla metà degli Sessanta, insieme all’introduzione e allo sviluppo da parte delle industrie di linee di attrezzi e soluzioni consumer accanto a quelle professionali. Un trend arrivato in Italia imitando quanto avveniva nel nord Europa. Allora il “fai da te”, come indica la locuzione stessa, era un invito ad arrangiarsi, a sostituire gli artigiani nella costruzione di una libreria o nella sostituzione del rubinetto della cucina, anzitutto con l’obiettivo di risparmiare. La decorazione e il “bricolage creativo” sono arrivati negli anni Ottanta e oggi in Europa si usa il termine “home improvement”, cioè “miglioramento della casa”. Un concetto che va oltre la manualità, che comprende anche gli aspetti estetici oltreché funzionali e abbraccia sia l’abitazione sia il giardino. Oggi non è più necessario avere manualità per frequentare un centro specializzato e non raramente il cliente è accompagnato dal professionista che curerà la posa in opera.
Come cambiano i format
Per rispondere alle esigenze del cliente moderno di prodotti per il “miglioramento della casa” anche i format dei punti vendita si sono evoluti. Accanto alle grandi superfici, oltre i 5/7.000 mq, si sono infatti sviluppati anche format più ridotti nelle estensioni, ma più adatti per un commercio di vicinanza.
Naturalmente anche il tipo di offerta incide molto. I centri giardinaggio, spesso di matrice florovivaistica, possono contare su serre, vivai e ampi spazi: il 59% ha una superficie superiore ai 5.000 mq. Al contrario gli agri-garden, spesso evoluzioni di rivendite agrarie, hanno metrature più contenute. I centri bricolage si pongono nel mezzo e solo il 16% ha una superficie superiore a 5.000 mq. La metà (50%) ha una metratura tra 1.000 e 2.500 mq, mentre il 22% occupa un’area tra 2.500 e 5.000 mq.
Analizzando più a fondo i centri bricolage, numericamente più consistenti, scopriamo che i negozi di piccole dimensioni, inferiori a 1.000 mq, sono maggiormente presenti nelle regioni del sud: rappresentano il 25% di tutti i centri diy della macro area.
I centri bricolage ubicati nelle città sono generalmente più grandi rispetto a quelli presenti nei comuni periferici: il 24% dei centri fai da te cittadini ha più di 5.000 mq, una percentuale che scende al 14% in provincia. Qui sono molto più presenti i negozi con meno di 2.500 mq: sono il 66% contro il 49% delle città.
Troviamo notevoli differenze di format anche se confrontiamo i negozi diretti e quelli affiliati. I negozi di proprietà delle catene sono tendenzialmente di grandi dimensioni, per il 26% oltre i 5.000 mq. Tra gli affiliati questa percentuale scende al 2%. Nell’83% dei casi i centri bricolage affiliati hanno una metratura inferiore a 2.500 mq, di cui il 24% ha meno di 1.000 mq. Soltanto il 3% dei negozi diretti ha una metratura inferiore a 1.000 mq e la percentuale sale al 47% se consideriamo gli store con meno di 2.500 mq.
Le catene brico-garden nel 2024
Anche se abbiamo scritto che il numero totale dei negozi è in diminuzione nel 2024 e i centri bricolage hanno fatto registrare un saldo positivo di soli +4 negozi, va detto che le nuove aperture dell’anno scorso sono state molte di più, 33 per la precisione. Compensate in parte da una serie di chiusure e interruzioni di rapporti di affiliazione e in parte dal passaggio di alcuni negozi da un’insegna all’altra. Come è successo ai quattro negozi Self di Asti, Alba (CN), Vercelli e Borgo San Dalmazzo (CN) passati a Bricocenter lo scorso dicembre.
Brico io è stata particolarmente attiva nel 2024, con l’apertura di quattro nuovi negozi affiliati a Deiva Marina (SP), a Ischia (NA), nel centro commerciale La Pigna ad Amantea (CS) e a Luino (VA): una performance che ha permesso alla catena di chiudere il 2024 in testa alla classifica per il numero di punti vendita: ben 119 in 16 regioni.
Brico Ok è stata impegnata nel 2024 con l’apertura di quattro centri diretti. A Sant’Angelo Lodigiano (LO) e Prata Camportaccio (SO) nel primo semestre e a San Vito al Tagliamento (PN) e Motta di Livenza (TV) nella seconda parte dell’anno.
Bricocenter nel giugno scorso ha ripreso lo sviluppo del franchising con il nuovo affiliato di Trapani e ha acquisito a dicembre, come dicevamo, quattro negozi piemontesi di Self. Soprattutto ha lavorato al restyling di alcuni punti vendita, secondo il nuovo concetto di “città media” dell’insegna di Groupe Adeo: come è successo con i negozi di Muggia (TS), Cinisello Balsamo (MI), Terni e Lecce Surbo. Sta lavorando a un nuovo punto vendita a Benevento, previsto per la prossima primavera.
Il consorzio Evoluzione Brico, noto per i centri diy con insegna Bricolarge, ha affiliato tre nuovi punti vendita a Gela (CL), Caltagirone (CT) e San Vito al Tagliamento (PN). A marzo ha ufficializzato un accordo con il gruppo Ferca e la catena Brico Ware di Gruppo Cangianiello, per la creazione della piattaforma d’acquisto Focus.
È proseguito anche nel 2024 il processo di sviluppo di Tecnomat, l’insegna dedicata all’edilizia di Groupe Adeo in passato nota con il brand Bricoman. Da quando è entrata nel mercato italiano, nel 2008, ha sempre aperto almeno un negozio ogni anno, periodo di Covid compreso: anzi nel 2021 ne ha aperti ben quattro! Oggi conta 32 punti vendita di grande metratura, compreso l’ultimo nato nel 2024 ad Olbia (OT).
Un altro gruppo che ogni anno aumenta i suoi affiliati è il consorzio Fdt Group. Nel 2024 ha inaugurato a maggio il nuovo associato di Piazza Armerina (EN).
Tra i consorzi merita una menzione anche Bricolife che, dopo la grande crescita del 2023 con cinque nuovi affiliati, nel 2024 ha ampliato la sua rete con il negozio di Lucrezia di Cartoceto (PU).
Anche il gruppo tedesco Obi ha ampliato la sua presenza in Italia con il nuovo punto vendita diretto di La Spezia, inaugurato lo scorso febbraio: è uno dei negozi più grandi inaugurati nel 2024.
Lo scorso anno hanno inaugurato nuovi negozi anche catene non particolarmente attive nello sviluppo. A maggio Utility ha inaugurato il nuovo negozio diretto di Arona (VB) portando la catena a 21 punti vendita. A giugno Pronto Brico Hobby, insegna attiva in Calabria, ha inaugurato il suo 6° negozio diretto a Catanzaro.
La metodologia dell’indagine
Il “Monitoraggio Gds brico-garden” è un’indagine semestrale che l’autore realizza, ininterrottamente, dal 1988. Per analizzare l’evoluzione delle forme di commercio organizzato specializzato nel bricolage e nel giardinaggio operanti in Italia, abbiamo selezionato le insegne della Gds (Grande Distribuzione Specializzata) e i Gruppi d’Acquisto (consorzi, unioni volontarie, ecc.) rispondenti a due requisiti principali: la presenza di almeno 3 punti vendita e la propensione allo sviluppo, cioè l’apertura sistematica di nuovi punti vendita di proprietà (diretti) o in affiliazione.
Le superfici espositive indicate sono relative alle aree coperte destinate alla vendita: sono quindi esclusi i parcheggi, gli uffici e i magazzini.
Per punti vendita “diretti” intendiamo i negozi di proprietà del gruppo distributivo; per “affiliati” intendiamo i negozi di proprietà di imprenditori privati che aderiscono a formule di associazionismo distributivo (come il franchising) o di affiliazione a gruppi d’acquisto e consorzi.
Tutti i dati sono forniti dalle stesse insegne ed elaborati dall’autore. Le rare stime sono sempre precisate nei grafici.
Per ulteriori informazioni: greenline@netcollins.com