Il mercato delle macchine per il giardino, dopo un primo trimestre molto positivo, ha subito un calo significativo in primavera e in autunno a causa del clima non favorevole. Anche il maltempo e i forti temporali di novembre lasciano presumere un ultimo trimestre non brillante, con il rischio di un risultato negativo a fine anno. È questa la previsione di Comagarden per quest’anno.
Il mercato delle macchine per il giardino nel 2019
Già nel secondo semestre le vendite avevano subito un calo del 12%, a causa di uno slittamento in avanti dei fenomeni invernali e quindi di un blocco delle attività di manutenzione. Stabilizzatosi nel corso dell’estate, il mercato ha registrato a fine settembre un incremento complessivo non superiore al 5,9% rispetto allo stesso periodo 2018, e la previsione per fine anno vede un’ulteriore contrazione con un consuntivo ridotto a +1,9%. Con un dato negativo per i rasaerba tradizionali (-1,5%), e un dato positivo per le motoseghe e i decespugliatori, entrambi previsti in crescita dell’1,8%. Ovviamente si tratta di previsioni che si basano sul monitoraggio del mercato in condizioni climatiche normale e possono prevedere come il maltempo potrà orientare la domanda.
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“Fenomeni come le alluvioni, la tracimazione dei fiumi, le oscillazioni termiche, insieme con il verificarsi di precipitazioni nevose anticipate rispetto alla stagione – ha spiega Renato Cifarelli, presidente di Comagarden – potrebbero causare uno stallo nelle vendite per alcune tipologie di mezzi adibite alle ordinarie manutenzioni, e invece stimolare la domanda di macchine come le motoseghe per interventi urgenti sui territori colpiti dalle alluvioni e per la messa in sicurezza delle aree nelle quali si trovano piante pericolanti”.
I fenomeni meteorologici hanno dunque influenza diretta sul mercato dei mezzi meccanici ed anche sulla localizzazione geografica della domanda: le Regioni del nord complessivamente rappresentano circa il 55% del mercato delle macchine per il gardening, mentre il restante 45% risulta distribuito in modo pressoché equivalente fra le regioni del centro (22%) e del sud (23%).