Emanuele Indelicato e Mauro Regis, product manager del grossista piemontese Machieraldo, analizzano l’attuale complessa situazione relativa alle importazioni: mancanza dei container, aumento dei prezzi delle materie prime, reperibilità della merce.
Tra giugno e luglio dell’anno scorso in Italia, come del resto in tutta Europa, era praticamente impossibile trovare una piscina fuori terra nei canali tradizionali e online. Le difficoltà nelle importazioni avevano reso le piscine una merce rara e richiestissima e oggi l’identico problema rischia di riproporsi con altri prodotti, a causa delle enormi difficoltà che stanno riscontrando gli importatori europei con il Far East.
Per saperne di più, abbiamo raccolto il parere di Emanuele Indelicato e Mauro Regis, product manager del grossista piemontese Machieraldo.
GreenRetail: Le importazioni dalla Cina sono estremamente rallentate dal noto problema della mancanza di container. Quanto sta influendo sul vostro lavoro?
Mauro Regis: Le importazioni da tutto l’Estremo Oriente, non solo dalla Cina, sono diventate estremamente problematiche per molteplici motivi.
Tra questi, i principali sono la produzione ridotta a causa dell’adeguamento alle normative Covid interne, la reperibilità delle materie prime legata all’aumento esponenziale dei prezzi e quella dei container vuoti nei porti orientali.
Da tempo stiamo cercando di individuare le possibili future carenze e reperire con largo anticipo i prodotti, ma la situazione non sempre ce lo consente.
GreenRetail: Qual è la situazione attuale con cui siete costretti a convivere?
Emanuele Indelicato: Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da notevoli rincari e ancor più notevoli ritardi su tutta la filiera distributiva.
Aziendalmente abbiamo sfruttato in maniera importante tutti gli spazi disponibili, incrementando il magazzino al fine di creare una sorta di cuscinetto che ci permettesse di tamponare le rotture di stock dei fornitori; è però innegabile che su tanti articoli, soprattutto di provenienza Far East, i disservizi siano stati non indifferenti. Ho il timore, inoltre, che nei prossimi mesi la situazione potrà anche peggiorare.
GreenRetail: Nel nostro comparto le importazioni vivono anche di stagionalità: quanto è a rischio la stagione estiva con i problemi di rifornimento dei negozi? Siamo già in ritardo?
Mauro Regis: Purtroppo è proprio così. Le importazioni pesano molto sulla stagionalità a cui stiamo andando incontro e il rischio di avere dei vuoti di prodotto è altissimo. Una situazione simile l’abbiamo già vissuta l’anno scorso con le piscine fuori terra, e quest’anno probabilmente ci ritroveremo davanti allo stesso problema, magari con altri articoli: ci siamo attrezzati, abbiamo cercato di anticipare e provvedere al possibile problema, ma sicuramente qualche merceologia subirà un iter simile a quello delle piscine del 2020.
GreenRetail: Materie prime: c’è un problema alla base, penso ad esempio alla plastica, che crea ulteriori rallentamenti nell’approvvigionamento?
Emanuele Indelicato: Molti fornitori hanno avuto, e stanno avendo tutt’ora, forti difficoltà nel recuperare le materie prime necessarie all’attività produttiva.
Purtroppo è una situazione comune a più materiali, non solo alla plastica, e questa difficoltà di approvvigionamento porta alla conseguente carenza di prodotto che colpisce a cascata tutti gli operatori interessati.
GreenRetail: Il problema attuale dell’Estremo Oriente può essere in parte risolto importando da altre zone (ad esempio Est Europa)?
Mauro Regis: L’Est Europa è un’alternativa valida per quanto riguarda siderurgia e derivati, ma non copre l’intero panorama di esigenze che, invece, i paesi asiatici soddisfano nella totalità. In ogni caso, l’Italia e tutta l’area Cee possono sicuramente offrire molto.
GreenRetail: L’attuale situazione di emergenza può in qualche modo favorire una “riscoperta” del made in Italy?
Emanuele Indelicato: Determinati settori avranno un beneficio da questa situazione, la carenza di prodotti provenienti dall’est agevolerà senz’altro lo “switch” su articoli nostrani, è però innegabile che molti altri settori patiranno il vincolo delle importazioni creatosi nel tempo. Per fare un esempio noto a tutti, basti pensare al caos scoppiato lo scorso anno per le mascherine.
A mio avviso le produzioni italiane hanno l’opportunità di guadagnare quote di mercato sempre più importanti, è il momento giusto per provare a raggiungere una posizione di merito piuttosto che di mera necessità.
Una volta tornati alla normalità, considerato soprattutto che abbiamo la “memoria corta”, il lavoro fatto in questi mesi consentirebbe alle aziende di emergere e non finire nuovamente nella bagarre di prezzo che, inevitabilmente, ci ha portato a esportare molte attività, arrivando poi a dipendere da terzi.