A metà settembre la nostra redazione ha partecipato a un meeting in Lettonia, a Riga, in cui ha incontrato circa 25 aziende interessate a capire le dinamiche del mercato italiano e valutare la possibilità di business nel nostro paese.
Liaa, Agenzia per gli Investimenti e lo sviluppo della Lettonia, ha organizzato un incontro per favorire l’export delle aziende locali e ha invitato Marco Ugliano, caporedattore di Ferramenta&Casalinghi, e Carlo Sangalli, project manager di Buyer Point, a condividere le proprie competenze e suggerire alle aziende presenti possibili strategie di approccio al nostro paese, partecipando a un convegno nella giornata del 12 settembre e incontrando poi le aziende partecipanti, in brevi meeting in presenza o andando a visitarle direttamente in azienda.
Guntis Rubins e Ingus Rozenblats, rispettivamente direttore dell’Ufficio della Rappresentanza in Italia e senior export project manager, hanno organizzato e coordinato gli interventi dei presenti, tra i quali spicca quello di Sia Stali, azienda lettone specializzata nella lavorazione del legno e nella produzione di pellet che ha raccontato la propria case history di successo, cominciata proprio con la partecipazione da parte dell’azienda a Buyer Point nello scorso maggio.
L’intervento da parte della nostra redazione è cominciato con una panoramica del mercato italiano, focalizzandosi sulla forte presenza di negozi tradizionali che lo contraddistinguono da altri modelli europei, per proseguire su alcuni suggerimenti pratici per le aziende che devono organizzare la propria attività di export. Sono stati oggetto di particolare attenzione la logistica e il ruolo dei distributori, due anelli fondamentali per una politica di successo.
Proprio l’industria della lavorazione del legno era quella maggiormente rappresentata e in cui la Lettonia offre le opportunità migliori per i retailer italiani. Molte delle aziende che abbiamo incontrato e visitato operano in questo settore che vede la Lettonia posizionata molto bene, sia per il fatto di avere un territorio con abbondanza di materie prime, sia perché le aziende negli anni hanno saputo dotarsi di macchinari e tecnologie all’avanguardia permettendo al paese baltico di affermarsi come uno tra i più importanti del settore. A testimonianza di ciò basti pensare che circa la metà delle 25 aziende intervenute sono fornitori del colosso Ikea, un’esperienza che ha dato loro la possibilità di sviluppare dei modelli organizzativi molto efficienti e moderni che adesso possono “spendere” anche con altri importanti player.
Denominatore comune delle aziende presenti è proprio l’investimento in termini di macchinari per la produzione che permette loro di avere un prodotto competitivo con gli standard made in Europe, ma al contempo ancora vantaggioso in termini di prezzo rispetto ai paesi occidentali.
Guntis Rubins, alla fine della due giorni di incontri, ha commentato così la riuscita dell’evento: “Siamo molto soddisfatti di come sono andati gli incontri, penso siano stati ricchi di spunti interessanti per i nostri associati. L’agenzia si occupa di aiutare le aziende lettoni a esportare i propri prodotti e io seguo il mercato italiano nello specifico. Era quindi molto importante per il mio lavoro organizzare una giornata di informazione/formazione che aiutasse le aziende ad adottare la giusta strategia. Il risultato è stato sicuramente buono, nei prossimi mesi spero di vedere le aziende riuscire a migliorare le proprie performance in Italia anche grazie a questo incontro”.
Per informazioni, scrivete a guntis.rubins@liaa.gov.lv
Depo, leader nel suo paese
Contestualmente all’incontro con le aziende produttrici abbiamo visitato il punto vendita Depo di Riga – Bergi, uno dei cinque store presenti nella capitale.
Depo è l’unica insegna presente in tutti e tre gli stati baltici ed e leader in Lettonia per superficie di vendita e fatturato. Il suo format prevede grandi superfici di vendita e un’offerta che ci e parsa piuttosto confusa, affiancando ai tradizionali comparti del brico anche il mondo della scuola, ma dedicando un paio di corsie addirittura a cibi confezionati e alcolici.
Le corsie, con un layout non particolarmente curato, affiancavano ai grandi brand internazionali, soprattutto tedeschi, molti marchi che non sono presenti in Italia e diversi prodotti di importazione asiatica. Quanto ai brand italiani, erano pochissimi quelli presenti con una scarsa evidenziazione della provenienza made in Italy. Siamo quindi usciti con l’impressione che un fornitore italiano che avesse intenzione di approcciare quel mondo potrebbe facilmente conquistare quote di mercato proponendo soluzioni per il punto vendita che in quel contesto potrebbero aiutare il negozio a migliorarsi.