“Non c’è più tempo, le aziende hanno esaurito le risorse e presto dovranno licenziare”: è l’accorato appello alle istituzioni di Francesco Mati, presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia. In marzo e aprile l’attività commerciale dei vivaisti si è bloccata, ma la burocrazia e le banche rallentano gli aiuti e siamo vicini a un effetto domino pericoloso per questa eccellenza del made in Italy.
“Il tempo è scaduto. Se non ci sarà un rapido intervento di sostegno finanziario, le aziende incominceranno a licenziare e a chiudere i battenti – prosegue Francesco Mati -. E potremo dire addio a una punta di diamante dell’agricoltura toscana e dell’intero comparto florovivaistico nazionale. Negli ultimi 2 mesi l’attività commerciale delle aziende vivaistiche si è praticamente bloccata: in certi casi al 10%, in altri al 20% o al 30%, ma con alcune aziende scese addirittura a zero. E questo sostanziale blocco commerciale nel periodo cruciale dell’anno riguarda le piccole come le medie e le grandi aziende, è generalizzato. Se a tale contesto di mancati incassi aggiungiamo che dai vivaisti del distretto arrivano continue lamentele per la burocrazia e le banche che rallentano gli aiuti, anche quelli che il Governo aveva promesso che sarebbero stati veloci, è facile capire in che situazione di crisi di liquidità ci troviamo”.
Il Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia conta 1.450 aziende con 6.000 ettari di superfici coltivate per circa 6.000 addetti e valeva l’anno scorso 733 milioni di euro di fatturato, di cui circa 500 milioni da export. Voce quest’ultima che “dal 2017 era in trend positivo – sottolinea Mati – con una crescita l’anno scorso delle esportazioni in valore di oltre il +7%”.