Per analizzare l’impatto del lockdown sulle aziende, abbiamo incontrato Marco Petranca, presidente di Vigorplant, una delle primissime aziende coinvolte dall’emergenza nel cuore della prima “zona rossa” di Codogno.
Marco Petranca: “Una data che non dimenticheremo”
Vigorplant di Fombio dista 4 km dal centro di Codogno (LO), la cittadina da cui è partita ufficialmente l’emergenza Coronavirus. È stata quindi colpita per prima e fin dall’inizio dell’emergenza: il venerdì nero dell’Italia, il 21 febbraio, quando viene individuato il “paziente uno” nell’ospedale di Codogno. Fino ad allora gli italiani avevano sentito parlare di Covid-19 per i due coniugi cinesi in vacanza a Roma (29 gennaio), per i 67 italiani rimpatriaci da Wuhan (2 febbraio) rinchiusi in quarantena nella caserma militare della Cecchignola. Già il 22 febbraio Giuseppe Conte firma il decreto che dichiara “zone rosse” il Lodigiano e Vo’ Euganeo (PD) e arrivano i posti di blocco militari nelle principali vie di accesso per impedire ingressi e fuoriuscite.
La Lombardia si fermerà solo l’8 marzo e il resto d’Italia l’11 marzo, quasi tre settimane dopo il Lodigiano. Nel cuore della “zona rossa”, a Fombio, ha sede Vigorplant, il leader del mercato dei substrati di coltivazione, il cui picco di lavoro si sviluppa tipicamente – visto il tipo di prodotto – proprio all’inizio della primavera.
Per sapere come hanno vissuto questi giorni e quali sono le aspettative per la ripartenza della fase 2, abbiamo incontrato Marco Petranca, presidente di Vigorplant.
GreenRetail: Cosa è successo il 21 febbraio? Avete avuto dei contagiati in azienda?
Marco Petranca: La mattina di venerdì 21 febbraio 2020 non sarà dimenticata molto facilmente perché ci siamo trovati di colpo in una situazione inaspettata e paradossale proprio all’inizio della primavera. In poche ore ci è giunta la notizia della chiusura immediata dell’azienda con la costituzione della “prima zona rossa”, un’area veramente ristrettissima di cui purtroppo facevamo parte. Nell’immediato siamo rimasti concentrati sulle primissime cose da fare, tra cui adibire allo smart working quante più postazioni possibili, organizzare varie comunicazioni a tutti i clienti, fornitori, dipendenti, decidere in merito ai carichi in arrivo e in uscita che erano già stati prenotati, prelevare i documenti più impor tanti che avrebbero potuto esserci utili lavorando da casa e decidere e comunicare l’annullamento della nostra partecipazione alla fiera Myplant & Garden che avrebbe avuto luogo dopo pochissimi giorni e per la quale avevamo tutto pronto.
È stata quindi una corsa contro il tempo in una situazione incredibile, che mai avremmo pensato di dover affrontare. A preoccuparci di più ovviamente era il non sapere cosa avremmo dovuto affrontare da lì in poi sia dal punto di vista sanitario che aziendale. Era tutto nuovo, perché eravamo i primi e unici in Europa a trovarsi in questa situazione. Tuttavia siamo rimasti sempre uniti e concentrati e abbiamo lavorato di squadra, ognuno aveva il suo compito e lo portava avanti con grande forza, un vero team di cui vado fiero. La tensione era ovviamente alle stelle ma non abbiamo mai perso concentrazione e speranza, due caratteristiche che vengono dal fatto che avevamo già vissuto nella nostra lunga storia vari momenti impegnativi, come per esempio le conseguenze dell’11 settembre 2001, della crisi dei subprimes del 2008, della crisi del debito del 2012, fino alla crisi sul mercato delle torbe del 2017 e 2018 con 2 primavere nefaste dal punto di vista climatico.
Quella di oggi si tratta probabilmente della sfida più difficile perché coinvolge l’intero paese e tutto il mondo con rischi su tutti i sistemi a 360°, compresa purtroppo la salute delle persone.
Ad ogni modo, eravamo preoccupati ma anche volti a ridurre al minimo i disagi e i danni per la nostra attività, per i nostri clienti e per la salute di tutti. Proprio sul fronte salute ci siamo mossi con velocità nel reperimento di tutti i materiali protettivi e sostanze disinfettanti, nella ridefinizione di tutte le regole di convivenza lavorativa, in modo da essere pronti a una ripartenza che eravamo convinti sarebbe avvenuta. Fin dall’inizio nelle nostre riunioni via Skype ci siamo sempre posti il raggiungimento di tutti e due gli obiettivi: mantenere alta l’operatività aziendale e tutelare la salute di tutti i lavoratori e per ora ci stiamo riuscendo, visto che i fatturati sono in netta ripresa e per ora nessuno si è contagiato grazie ai rigidissimi protocolli applicati.
GreenRetail: Il primo trimestre dell’anno è tipicamente il momento di maggior lavoro per voi. Che conseguenze economiche ha lasciato l’emergenza?
Marco Petranca: Siamo stati inseriti nella prima zona rossa esattamente ad inizio primavera, che per noi è un periodo di forte lavoro, e di conseguenza il calo del fatturato per 2-3 settimane è stato notevole, ma a preoccuparci era un’eventuale proroga del blocco per ulteriori settimane e per for tuna così non è stato.
Abbiamo sempre pensato che non sarebbe stato così decisivo cosa avremmo fatto in questa fase di “forte tempesta”, ma cosa l’azienda ha costruito in tutti questi anni ed eravamo tranquilli di avere fondamenta forti e robuste su cui reggerci e sulle quali ripartire. La qualità delle persone, dei prodotti, delle materie prime, la forza del brand, il ser vizio, la comunicazione e la fidelizzazione della nostra clientela: tutte risorse che ci avrebbero permesso di ripartire.
Oggi Vigorplant sta lavorando a ritmi serrati, ma i conti li faremo a fine anno.
“Io rifiorisco”: la campagna di Vigorplant
GreenRetail: Avete trovato solidarietà da parte dei rivenditori specializzati e dei vostri clienti?
Marco Petranca: Ogni crisi, ogni grande difficoltà porta con sé anche delle grandissime opportunità e a noi questa fase ha insegnato molte lezioni positive che ci hanno migliorato sotto molti punti di vista.
La cosa più bella è stata la solidarietà che abbiamo ricevuto da molte associazioni del mondo del verde e mi riferisco all’Associazione italiana dei produttori di terricci e substrati (Aipsa), all’Associazione Italiana Centri Giardinaggio (Aicg), a Promogiardinaggio, all’Associazione Florovivaisti Italiani e ai più importanti consorzi di garden center tra cui Giardinia e Garden Team, per non parlare di tanti amici, clienti e fornitori che in quelle ore ci hanno contattato per esprimere vicinanza. Abbiamo ricevuto gesti che non dimenticheremo facilmente e che hanno dimostrato ancora di più come il nostro settore sia costituito da grandissime persone e che in fondo non siamo così divisi come a volte si vuol far credere.
Noi abbiamo cercato di ricambiare lottando per ridurre al minimo i disagi ai nostri clienti ortoflorovivaisti e alle rivendite specializzate, promuovendo tutte le iniziative volte a sensibilizzare il Governo a sostenere gli attori del nostro mercato e aiutando il settore a comunicare la riapertura al pubblico delle vendite di piante. Da qui è nata la campagna social “Io rifiorisco”.
GreenRetail: Riusciremo a recuperare almeno in parte le perdite oppure il 2020 è ormai un anno pregiudicato?
Marco Petranca: Il nostro settore in questa emergenza ha avuto qualche colpo di sfortuna come il lockdown proprio in piena primavera e qualcuno di fortuna come la riapertura anticipata rispetto ad altri settori e la bella stagione climatica, ma nel globale è emersa ancora una volta una caratteristica fondamentale del nostro ambito: è un mercato che resiste molto più di altri a fattori congiunturali negativi o momenti di crisi come questo, perché rappresenta un hobby a basso costo che si effettua nella propria abitazione e che è destinato ad alimentare il benessere personale, cioè con caratteristiche che addirittura possono trarre vantaggio da situazioni come questa.
Penso che da questa “emergenza” il nostro settore possa trarre benefici duraturi sia perché le persone si sposteranno e viaggeranno meno per molto tempo, sia perché hanno riassaporato il piacere di occuparsi del proprio giardino e del proprio or to, un piacere riscoperto e “riacceso”, la cui fiamma durerà per tanto tempo. Continuando così non è da escludere che il 2020 possa allinearsi al 2019 come risultati e, considerando l’impatto dell’emergenza Covid sull’economia mondiale, sarebbe veramente un risultato di cui essere estremamente felici.
Al contrario, però, nessun settore può trarre vantaggio da un paese più povero e più indebitato. Siamo sempre stati fiduciosi in una ripresa che poi è avvenuta, ora è importante proseguire così cercando di rispettare le regole.
GreenRetail: Molti centri giardinaggio hanno risposto al lockdown promuovendo servizi di consegna a domicilio. Secondo la vostra percezione, gli italiani stanno approfittando di questa opportunità?
Marco Petranca: Mi è molto piaciuto il comportamento dei garden center italiani, che non hanno forzato mai la mano e oltre ad attendere le dovute autorizzazioni hanno lavorato per adattarsi a questo nuovo modo di lavorare e hanno atteso di poterlo fare nella massima sicurezza per sé e per i loro clienti.
Noi abbiamo cercato di aiutare i nostri clienti pubblicizzando la riapertura dei garden center tramite la campagna social “io rifiorisco” ma facendo molta attenzione a tutelare l’immagine del giardinaggio italiano: la nostra preoccupazione era quella trovare la giusta maniera per invitare le persone ad andare nei garden center senza voler screditare il messaggio del “restare a casa”.
La ripartenza
GreenRetail: Oggi come sta lavorando Vigorplant?
Marco Petranca: Oggi Vigorplant sta lavorando a ritmi molto alti, problemi sostanziali non ce ne sono se non la necessità di lavorare con molte più precauzioni e regole da seguire per la tutela dei singoli.
GreenRetail: Vogliamo parlare di insoluti?
Marco Petranca: Per quanto riguarda gli insoluti, anche in questo caso abbiamo riscontrato molta serietà nel settore del verde con la quasi totalità dei clienti che ha rispettato le scadenze, una ulteriore dimostrazione di solidarietà e sostegno tra produttori e distribuzione, un altro punto di cui andare veramente orgogliosi.
GreenRetail: Ritieni che il Governo e l’Europa abbiano fatto abbastanza per le aziende italiane?
Marco Petranca: È importante ammettere che il Governo si è trovato a gestire una situazione unica e difficilissima in un paese che non godeva già in partenza di buona salute dal punto di vista economico. Per questo motivo è importante oggi cercare di sostenerlo il più possibile anche se è evidente come le iniziative poste in essere oggi siano insufficienti rispetto ai danni creati dalla chiusura delle attività. Non credo si possano definire aiuti i prestiti concessi dalle banche, perché oltre a dover essere restituiti prevedono anche il pagamento degli interessi. I veri aiuti potevano solo essere dei finanziamenti a fondo perduto destinati alle aziende con cali di fatturato importanti e atipici in relazione alla storia dell’azienda e poi l’abolizione e non solo la sospensione delle tasse per le attività più danneggiate. Iniziative queste che possono prendere vita solo con l’intervento dell’Europa, che mi auguro assuma presto contorni più definitivi.
GreenRetail: Come vedi il futuro nel medio termine?
Marco Petranca: Dal punto di vista economico generale l’Italia soffriva già prima del Covid e salvo sorprese continuerà il suo lento declino ormai in essere da decenni, ma rispetto alle attuali visioni catastrofiste sono ottimista soprattutto per il nostro settore, che per i motivi che ho già elencato potrà trarre vantaggio dal cambio di vita a cui gli italiani saranno chiamati. Pertanto vedo assolutamente nel giro di un anno o poco più il ritorno alle dimensioni abituali del settore in termini di produzioni e vendite.
Dal punto di vista generale molti vedono nel medio termine un vero cambiamento di tutta la società e molti imprenditori stanno già pensando a come reagire, cosa fare, come trasformarsi. È un atteggiamento che assolutamente condivido perché il cambiamento è l’anima della crescita e occorre affrontarlo con coraggio e positività, tuttavia valutare il futuro nel bel mezzo di una emergenza può trarre in inganno e farti immaginare scenari che poi si verificheranno, ma in modo più tenue e sfocato rispetto all’intensità prevista. Ciò è già successo in passato e penso accadrà anche in questo caso, quindi prepariamoci a tanti piccoli cambiamenti ma a nessun capovolgimento della società. In conclusione sono assolutamente ottimista.