Abbiamo incontrato Dario Bavicchi, presidente dell’azienda omonima, alla vigilia della partenza per Myplant & Garden di Milano. Parlando delle aspettative per il 2024 ci ha offerto una visione originale del mercato.
Il marchio Bavicchi, fondato nel 1896 a Perugia, è un pezzo di storia dell’agricoltura e del mercato del giardinaggio hobbistico italiano. Nel tempo la famiglia Bavicchi ha vissuto l’evoluzione del mercato e spesso lo ha guidato, come negli anni Venti quando iniziò a distribuire i semi in busta. Intuendo le potenzialità del mercato consumer e inserendo anche il marchio aziendale sulle buste, mentre fino ad allora veniva indicata solo la varietà colturale. Negli anni Sessanta ha inaugurato uno dei primi centri giardinaggio in Italia, con insegna Hortus Market: un negozio ancora attivo a Ponte San Giovanni (PG) con insegna Bavicchi Centro Giardinaggio, ampliato nel 2005 con l’inserimento delle serre di produzione. Un’attività, quella commerciale, che ha permesso a Bavicchi di conoscere meglio le dinamiche e le esigenze dei punti vendita specializzati per fornire un servizio sempre all’avanguardia. Per rispondere alle spinte multi merceologiche dei centri giardinaggio italiani, Bavicchi ha stretto un accordo di distribuzione in esclusiva in Italia dei prodotti della olandese Esschert Design, ampliando notevolmente la gamma di referenze proposte. Accanto alle sementi e ai prodotti per i tappeti erbosi, cioè le origini secolari di Bavicchi, oggi troviamo una serie di linee dedicate, come Fertilario (concimi), Altolà (difesa naturale), Wildlife (birdgardening) e una gamma infinita di attrezzi, accessori e rarità difficili da reperire in Italia.
Oggi il presidente della società è Dario Bavicchi, che porta il nome del nonno fondatore ed è erede di una profonda e non banale cultura d’impresa.
Un mercato che cambia
GreenRetail: Che novità presenterete a Myplant & Garden?
Dario Bavicchi: Confesso che stiamo lavorando su molte novità ma è troppo presto per anticiparle a febbraio: lo faremo nella seconda parte dell’anno. Per il 2024 confermiamo la ormai ventennale partnership con Esschert Design e a Myplant presenteremo alcuni prodotti significativi della nostra gamma.
Presenteremo la nuova veste dei pallbox dedicati a Ripara Prato, un prodotto per curare le chiazze sul tappeto erboso causate dalle deiezioni dei cani. È un miscuglio di sementi con tampone organico che ristabilisce il pH ideale del terreno.
Visto che il tema di quest’anno sono i bambini, presenteremo anche la nostra linea di prodotti “kids”, con il nuovo espositore modulare e una serie di novità dedicate ai più piccoli. Prodotti studiati per un approccio giocoso al giardinaggio, per aiutare i bambini a diventare i futuri giardinieri di domani.
Infine ricordo anche la linea Wildlife dedicata agli alimenti e alle soluzioni per aiutare gli uccelli selvatici. Con più di 500 referenze è la linea più completa presente nel mercato italiano: possiamo fornire dall’alimento base, come le palline di grasso, fino alle mangiatoie e gli abbeveratoi. Siamo leader di mercato e notiamo che, dopo aver incontrato gli apprezzamenti dei negozi del nord, oggi anche nel centro e nel sud sta prendendo sempre più piede l’abitudine di aiutare gli uccelli selvatici.
GreenRetail: Il 2023 non è stato un anno facile: che 2024 ti aspetti?
Dario Bavicchi: Soprattutto in Umbria abbiamo incontrato veramente grandi problemi nel 2023 a livello climatico. Qui la primavera è durata due settimane e non ha smesso di piovere fino a metà giugno. Una condizione pesante sia per noi sia per l’agricoltura. Per fortuna abbiamo recuperato nella seconda parte dell’anno, ma abbiamo perso molto. Ho cercato conforto da persone del settore agricolo con una maggiore esperienza di me in termini di età e nessuno ricorda un anno simile al 2023.
Senza essere drammaticamente Cassandra, penso che il 2024 sarà sicuramente positivo perché ci sono poche probabilità che si ripeta una stagione meteorologica record, in negativo, come quella dell’anno scorso. Visto che purtroppo viviamo in un mercato meteo-dipendente, cerco di pensare in positivo.
In parte anche i prezzi si sono mitigati e mi sembra ci siano meno speculazioni. Anche questo darà una mano ai consumi perché molte famiglie sono in difficoltà. È sparito un mondo intermedio di figure economiche all’interno nella nostra società. In realtà non sono realmente sparite, semplicemente oggi vivono una condizione economicamente critica e non più avvantaggiata. Quindi sono sparite dai nostri mercati e dai nostri negozi, semplicemente perché non hanno più quel valore economico in tasca per potersi permettere anche certe spese voluttuarie, come quelle legate al giardinaggio. Questo è sicuramente un ostacolo allo sviluppo del mercato. È vero che ci sono ancora italiani benestanti, ma le famiglie povere sono aumentate di anno in anno.
Il vero problema sono i fattori esterni. Negli ultimi due anni è successo di tutto e ormai ci siamo quasi assuefatti. Ci stupiamo dello scoppio di una guerra in Europa, ma dopo una settimana tutto è come prima.
GreenRetail: Che idea ti sei fatto sul divieto degli agrofarmaci a uso hobbistico e del pericolo che queste normative possano toccare anche altri settori, come i fertilizzanti o i biocidi?
Dario Bavicchi: È un argomento molto caldo perché ormai siamo “nudi” nel mondo del gardening per quanto riguarda la difesa delle piante. E i prodotti alternativi non garantiscono il risultato, come lo snack-oil che vendevano nel far west per curare ogni malattia. Prima avevamo delle molecole costruite ad hoc per garantire alla pianta una certa protezione da un patogeno specifico, che erano il risultato di una ricerca di laboratorio e assicuravano la certezza del risultato. Oggi invece ci troviamo di fronte a qualcosa che, ahimè, non ci dà certezze sotto nessun punto di vista. Perché si tratta di prodotti naturali che si vanno a scontrare con la naturalità principale, cioè il terreno, che è un contesto assolutamente variabile per sua natura. Con un livello di variabilità talmente alto che può comportare l’assoluto risultato positivo del prodotto o l’assoluto fallimento. È importante spiegare l’uso preventivo dei prodotti e il cambio di mentalità dell’utilizzatore: tutto è cambiato in modo talmente veloce che ha preso tutti in contropiede.
GreenRetail: Se l’hobby farmer non può più acquistare gli insetticidi e i fungicidi per le piante, non potrebbe essere il garden a offrire un servizio a domicilio periodico, per i trattamenti necessari a seconda del tipo di giardino e di colture?
Dario Bavicchi: Certo: quando ho capito che i prodotti “chimici” per il giardinaggio stavano finendo, ho pensato “è nato un business”. Effettivamente abbiamo molti giardinieri che ci richiedono informazioni e li ospitiamo nel garden center per i corsi per ottenere il patentino. Sulla possibilità di norme più restrittive anche sui fertilizzanti e i biocidi penso però che gli scenari potrebbero cambiare.
GreenRetail: In che senso?
Dario Bavicchi: Leggo più la stampa estera di quella italiana e in Germania, Olanda e soprattutto in Francia, dove l’agricoltura è ai primi posti del Pil, un po’ tutti i governi stanno adottando una direzione politica più vicina ai coltivatori. Non mi stupirei se ci fosse un cambio di orientamento in Europa: va bene proseguire sulla strada dell’eliminazione delle molecole, ma dobbiamo contestualmente garantire dei sostituti efficaci. In Emilia le pere stanno sparendo perché ci sono patologie contro cui non abbiamo più difese. Non puoi “ammazzare” l’agricoltura e il giardinaggio, specie se consideriamo la grande mole di insetti alieni che sono arrivati in Italia negli ultimi anni. Comunque penso che il futuro sarà divertente e non avremo occasione di annoiarci!