Imprese del verde unite contro il Coronavirus per ridurre i danni dallo stop delle vendite.
Ieri il web-mag olandese Nieuwe Oogst ha diffuso un video che mostra gli operatori dell’asta Royal Flora Holland mentre distruggono i fiori andati invenduti, pari al 42% dell’offerta: uno choc per chi opera nel mondo del verde, come noi.
Venerdì 13 marzo Flora Holland aveva già distrutto il 20% dell’offerta per mancanza di acquirenti e la percentuale è salita al 42% nella giornata di ieri, mentre l’offerta è già inferiore del 25% rispetto alla normalità a causa della chiusura di molte frontiere estere. Per difendere le marginalità è stata inoltre limitata l’offerta di qualità A2 e B, privilegiando così i prodotti di maggiore qualità e valore.
Nelle ultime due settimane i prezzi di vendita si sono quasi dimezzati rispetto all’anno scorso e le prospettive per le prossime settimane non sono migliori e coincidono con un periodo di punta per la floricoltura: normalmente in questo periodo il fatturato è compreso tra 150 e 200 milioni alla settimana e vendono scambiati 30 milioni di fiori e piante ogni giorno.
Va detto che non tutti i fiori invenduti sono stati distrutti. In collaborazione con l’associazione dei grossisti (Vgb) e Flower Council Holland, i dipendenti di FloraHolland hanno consegnano fiori agli ospedali e alle case di cura nella regione di Aalsmeer e Naaldwijk per ringraziare il personale sanitario per i loro sforzi in questo periodo.
Imprese del verde unite in Italia
Anche in Italia le associazioni di categoria della filiera florovivaistica stanno facendo fronte comune contro una crisi che tocca particolarmente il florovivaismo che in questi mesi raggiunge il picco delle vendite.
“In questi giorni stiamo ricevendo numerose richieste da parte di singole aziende e da rappresentanti di interi comparti del settore – ha spiegato Nada Forbici, presidente di Assofloro -. Abbiamo già iniziato a raccogliere ed elaborare i dati economici del settore florovivaistico perché non possiamo permetterci di attendere l’uscita del Decreto fiscale: non abbiamo tempo (il Decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale mentre stiamo scrivendo – ndr). Buona parte del settore vive della produzione e vendita di materiale vegetale fresco, che al pari del settore alimentare deve essere venduto velocemente e questo ora non è possibile e il danno rischia di ripercuotersi a cascata su tutta la filiera. Riteniamo fondamentale essere pronti con tutti i dati necessari nel momento in cui si dovrà intervenire sugli aspetti economici a sostegno del settore. L’analisi riguarda i comparti produttivi (floricolo, vivaistico, compreso tappeti erbosi), commerciali-produttivi (garden center) a quelli manutentivi e dei servizi (giardinaggio, arboricoltura), in modo da simulare gli impatti economici che ci saranno sul nostro settore e chiedere le necessarie risposte per fare fronte alla crisi, consapevoli che siamo in uno stato di calamità che riguarda l’intero Paese, con le regioni del nord al momento più colpite e di cui non si può ancora stimare da durata. Stiamo ricevendo anche richieste di confronto da parte di associazioni di categoria di altri Paesi, come la Spagna, che si stanno preparando all’impatto della diffusione di Covid-19 e guardano all’Italia proprio rispetto alle analisi dei danni al settore e alle misure economiche e fiscali messe in campo”.
Ricordiamo che il comparto florovivaistico genera il 5% del Pil agricolo e occupa, comprendendo i manutentori, 200.000 operatori.