Gfk ha analizzato il profilo dei consumatori dei centri brico (superfici con metratura superiore ai 1.000 mq) nel primo semestre 2022 in Italia: ecco tutti i dettagli, con un focus anche sulle vendite nei centri brico per settore merceologico.
Le performance aggiornate a giugno 2022 per il canale del fai da te Superstores (superfici specializzate nella vendita di prodotti per il fai da te, con metratura superiore ai 1.000 mq) segnano un risultato positivo, con un +0,9% a valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (fonte: dati Gfk Pos Tracking, servizio Total Store report Italia, gennaio-giugno 2022). La positività si innesta su un risultato già in crescita per il 2021, che si confrontava con un 2020 difficile, segnato dalle numerose chiusure per la pandemia. Se analizziamo inoltre il livello del fatturato generato dal canale nel 2019 ci rendiamo conto di essere ad un livello più alto rispetto al periodo pre-pandemico. La torta si è quindi allargata.
Quali settori hanno contribuito maggiormente alla crescita? Le categorie merceologiche più importanti (Edilizia e Sanitari) chiudono il semestre con tassi di crescita positivi rispetto al 2020, complice anche il favore degli incentivi alla ristrutturazione attivi in questo anno.
La terza categoria che contribuisce maggiormente alla performance del canale è l’aria condizionata, sostenuta in questo caso da una stagione estiva particolarmente calda in termini di temperature registrate.
I consumatori dei centri brico in Italia
La ricerca Diy Survey condotta da Gfk Italia su circa 1.000 intervistati racconta come sono cambiati i consumatori dei centri brico pre e post pandemia. Rispetto alla prima edizione, condotta nel 2019, circa 4 milioni in più di consumatori si sono recati nei punti vendita del fai da te per acquistare. In totale, parliamo di 18,6 milioni di acquirenti di centri specializzati negli ultimi sei mesi, con una crescita del +26% (fonte: dati Gfk, servizio: Diy Survey 2022). Parliamo di consumatori sempre sbilanciati verso una compagine maschile, con figli, che si concentra maggiormente nelle fasce di età 35-54 anni. Un intervistato su tre acquista almeno una volta al mese, con uno scontrino medio di 30€ e una spesa media di 180€. I 4 milioni circa di “nuovi” consumatori costituiscono, di fatto, un allargamento del parco trattanti, composto probabilmente anche da consumatori che nel recente passato (pre-pandemico) non si dedicavano ad attività di fai da te e che sono, quindi, alle prime armi. Lo scontrino medio risulta infatti leggermente inferiore a quanto registrato nel 2019, ma il totale spesa cresce comunque, beneficiando del numero di acquirenti maggiore.
In media vengono acquistate circa quattro categorie, con una preferenza maggiore per i prodotti di facile applicazione (prodotti per la manutenzione e decorativi), mentre le categorie che richiedono un’installazione più complessa (aria condizionata/riscaldamento, bagni, serramenti) sono quelle che registrano un numero di acquisti inferiore.
Dove si informano i clienti dei centri Diy
Dove si informano gli acquirenti dei centri fai da te? Gran parte della ricerca informativa passa ancora da un rapporto personale: i consigli di rivenditori/amici/parenti rivestono un ruolo chiave, seguito a ruota dalle informazioni legati a volantini e punti vendita. L’online è un canale informativo utilizzato da meno di un consumatore su cinque, un rapporto molto distante dalla media europea. I social media vengono usati sia per trovare informazioni sia come catalizzatore, essendo spesso fonti di ispirazione per tutto ciò che è home improvement e decorazione.
Anche a livello di acquisti il consumatore è multicanale: il 18% dichiara che farà acquisti solo nei centri fai da te in futuro, ma la restante parte si divide con altri negozi specializzati e format dove trova assortimenti e prezzi diversi (online, grande distribuzione, discount e bazar).