domenica, Dicembre 22, 2024

I vasi delle piante dovranno pagare il contributo Conai: un’altra stangata sugli hobbisti del verde

I vasi delle piante dovranno pagare il contributo Conai: la circolare del 14 dicembre considera “imballaggi” i vasi con uno spessore fino a 0,8 mm.

I vasi delle piante dovranno pagare il contributo Conai

Dopo l’entrata in vigore l’1 gennaio 2023 del DM 33/2018, che ha ridotto la vendita di agrofarmaci hobbistici determinando un importante aumento dei costi di gestione di un orto e di un giardino (ne abbiamo scritto qui), è in arrivo un’altra stangata sui green lovers. Questa volta arriva dal Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, che lo scorso 14 dicembre ha reso pubblica una delibera del Cda del 24 novembre, con la quale ha deciso di estendere l’applicazione del Contributo Ambientale Conai (Cac) anche ai vasi professionali contenenti piante e fiori destinati alla vendita al consumatore finale (scaricalo qui). Con il risultato che i vasi professionali, già gravati dai recenti aumenti delle materie prime, dovranno sostenere anche il contributo Conai: quindi i consumatori pagheranno ancora di più le piante in vaso.

In particolare Conai considererà imballaggi i vasi in plastica per fiori/piante con spessore parete (misurato a metà altezza del vaso) fino a 0,8 mm, indipendentemente dal diametro – o diagonale per vasi non rotondi – e/o da altre caratteristiche strutturali (altezza, peso, decorazioni, ecc.)”. I quali saranno gravati dal Cac a partire dall’1 luglio 2023, dopo sei mesi di adeguamento e “tolleranza”. Non saranno quindi considerati imballaggi i vasi con spessori superiori a 0,8 mm e quelli venduti vuoti e quindi non destinati a contenere merci. Sono inoltre esentati dal Cac i vasi utilizzati nel ciclo di produzione e non venduti al pubblico insieme alle piante (previa “specifica attestazione” da inviare al produttore e al Conai).

Il tema è in discussione da molti anni e vede l’opposizione dei produttori ma anche di Coldiretti e Confagricoltura. I vasi “professionali” infatti sono concepiti per allevare le piante lungo tutto il loro ciclo di vita, non sono mai dei semplici “imballaggi” e soprattutto sono parte integrante del prodotto “pianta in vaso”. Ricordiamo che i vassoi di coltivazione già pagano il Cac: stiamo solo parlando dei singoli vasi più o meno rotondi. Conai cita l’Allegato E, punto 2, del D.Lgs. 152/2006 nel quale si specifica che sono imballaggi “i vasi da fiori da usare solo per la vendita e il trasporto di piante e non destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita”, mentre non lo sono “i vasi da fiori destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita”.

Nel tentativo di semplificare, la legge però contiene errori evidenti agli occhi di qualsiasi operatore del settore. Gli “imballaggi” di una pianta sono la scatola di cartone o il sacchetto di plastica che il garden center fornisce al cliente per il trasporto a casa. Il vaso non è mai semplicemente un imballaggio, perché il consumatore può decidere di usarlo per tutta la vita della pianta (pensiamo al Basilico per esempio). Così come non esistono vasi “destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita” perché è buona norma travasare la pianta periodicamente in contenitori leggermente più grandi per stimolarne la crescita corretta.

Va anche detto che, ponendo un limite a 0,8 mm, possiamo ipotizzare che riguardi solo vasi fino a circa 28 cm di diametro (contenitori più grandi richiedono spessori maggiori). Vasi che spesso accompagnano la pianta per la sua vita media.

Coldiretti ha confermato (link) la necessità che “i vasi per piante e fiori siano considerati come non-imballaggi trattandosi di fattori produttivi utilizzati in modo durevole nel ciclo aziendale dell’impresa, atteso che nessun vaso di fatto limita la sua funzione al contenimento e al trasporto della pianta ma costituisce invece un elemento strutturale determinante per la sua crescita (per un periodo anche di mesi) e, dunque, rappresenta un bene strumentale“.

Confagricoltura contesta la decisione di Conai perché “i vasi costituiscono elementi imprescindibili per lo sviluppo e la crescita delle piante, quindi mezzi di produzione esentati dal Cac. Inopportuna ed errata è stata la loro classificazione come imballaggio, proprio perché non sono destinati in via esclusiva né al trasporto né alla commercializzazione dei prodotti”. In un comunicato ufficiale ha dichiarato di voler continuare la sua azione affinché la decisione di Conai venga modificata.

Non va infine dimenticato che una eventuale Plastic Tax sugli imballaggi colpirebbe ulteriormente i vasi professionali.

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