Per il terzo anno consecutivo i consumi non food sono aumentati in Italia, ma non abbastanza per recuperare le perdite della crisi del 2013. È quanto emerge dall’edizione 2018 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che raccoglie informazioni su 13 comparti: mobili e arredamento, abbigliamento e calzature, bricolage, cartoleria, edutainment, casalinghi, elettronica di consumo, prodotti di profumeria, prodotti per automedicazione, giocattoli, gioielli e orologi, prodotti di ottica, tessile. L’Osservatorio viene aggiornato annualmente coinvolgendo partner riconosciuti come TradeLab e Gfk per l’elaborazione dei risultati finali che si basano sui dati rilevati dalle più note e affidabili fonti informative (Istat, Iri, Sita, Gfk).
L’andamento dei consumi non food in Italia nel 2017
Nel 2017 le vendite di articoli non alimentari sono cresciute dello 0,5%, pari a 103,7 miliardi di euro, confermando il trend positivo del 2016, nel quale si registrò un ben più consistente +1,6%. Quasi tutti i comparti sono risultati in crescita, tranne l’abbigliamento (-1,8%) e il tessile (-0,8%), che fanno registrare segni negativi ininterrottamente dal 2013, la cancelleria (-0,4%) e i casalinghi (-0,4%). È quanto emerge dall’edizione 2018 dell’Osservatorio Non Food di Gs1 Italy, lo studio condotto annualmente per monitore i consumi non alimentari in collaborazione con TradeLab e presentato lo scorso 11 luglio.
“Per il sedicesimo anno l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy conferma il suo ruolo di punto di riferimento per misurare le tendenze e cogliere l’evoluzione e le mosse dello scacchiere dei consumi extra-alimentari – ha spiegato Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy -. L’edizione 2018 ha registrato per il terzo anno consecutivo un dato positivo, che, seppure sia il più basso dell’ultimo triennio, rispecchia il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e il ritorno al processo di sostituzione di alcuni prodotti con tecnologie e design innovativi. Altri segnali interessanti emergono dall’analisi più approfondita dei 13 comparti non alimentari monitorati dall’Osservatorio: se, infatti, la ripresa accomuna quasi tutto il mondo del non food, si esplica in modo differente nei singoli mercati. Esclusi pochi settori con segno negativo, come casalinghi, tessili e cancelleria, alcuni sono cresciuti in modo significativo, altri hanno evidenziato una certa stabilità, mentre altri, come abbigliamento e calzature, sono riusciti a frenare i trend negativi degli anni scorsi”.
Le spese degli italiani dirottate nei servizi
È bene precisare che l’Istat ha stimato i consumi delle famiglie italiane per prodotti non alimentari nel 2017 in 157,593 miliardi di euro, con una crescita del +1,8% rispetto al 2016.
Evidenziando quindi come i consumi degli italiani siano sempre più destinati ai servizi, con spese per 719,929 miliardi di euro e un incremento del +2,9% rispetto al 2016, cioè i costi – spesso destinati a monopolisti – che sosteniamo per il carburante, i mezzi di trasporto o i tabacchi. I consumi per alimentari e prodotti per l’igiene della casa e della persona sono cresciuti invece del 2,2%.
C’è una differenza tra i dati Istat e quelli dell’Osservatorio Non Food di Gs1 Italy, poiché quest’ultimo non considera alcuni comparti e si concentra sulle 13 famiglie merceologiche più importanti, ma approfondendo l’analisi in modo più ampio.
Molti mercati stanno uscendo dalla crisi
Rispetto al crollo dei consumi non food registrato nel 2013 (-3,7%) e nel 2014 (-1,4%), un po’ tutti i comparti stanno facendo registrare dei trend positivi e recuperando il terreno perso. Non mancano le eccezioni: per esempio il mercato dell’abbigliamento e delle calzature (-1,8% dopo il -2,3% del 2016) e quelle del tessile (-0,8% dopo cinque anni negativi). In controtendenza i casalinghi (-0,4%) e la cancelleria (-0,4%) che, dopo la ripresa fatta registrare nel 2016, sono ritornati a un trend negativo.
Ottimi risultati invece per i comparti dell’edutainment (+5%), dello sport (+3,7%) e della profumeria (+3,1%). Gli articoli per il bricolage, che comprendono anche il giardinaggio, hanno fatto segnare per il terzo anno consecutivo un risultato positivo anche se molto limitato: +0,7%, dopo il +0,9% del 2016 e il +0,8% del 2015.