Torna il giardinaggio in tv a maggio su La5 grazie al programma Guerrilla Gardeners: uno dei pochi format televisivi dedicati al giardinaggio. Ne abbiamo parlato con Riccardo Pasini, il suo produttore creativo.
Guerrilla Gardeners porta il giardinaggio in tv
Dopo gli ottimi risultati della puntata “test”, an-data in onda lo scorso ottobre, a maggio tornerà su La 5 il format televisivo Guerrilla Gardeners, che parla di piante e giardinaggio attraverso il linguaggio del gameshow.
Quattro concorrenti con il pollice verde, divisi in due squadre, che si sfideranno a colpi di fiori e creatività. Nella puntata andata in onda a ottobre, per esempio, i concorrenti si sono cimentati nella realizzazione di un bouquet floreale da regalare a una ragazza, durante un flash mob organizzato appositamente per lei, ma anche nell’addobbo in sole 3 ore di un intero matrimonio con l’intento di stupire gli sposi.
Condotto da Annalisa Mandolini, Guerrilla Gardeners è realizzato da Prodotto Fattori Di Videoevoluzione in collaborazione con Rti e Pubblitalia Branded Entertainment e andrà in onda da maggio su La 5, sul canale 30 del digitale terrestre, in late prime time.
Per saperne di più abbiamo incontrato Riccardo Pasini, ceo di Prodotto e produttore creativo di Guerrilla Gardeners.
Appassionare attraverso il gioco
GreenRetail: Come funziona Guerrilla Gardeners?
Riccardo Pasini: Guerrilla Gardeners usa la chiave dell’intrattenimento per raggiungere non solo il pubblico di appassionati, ma anche chi non sa ancora di esserlo. Un linguaggio utile per le aziende partner per allargare il proprio pubblico di riferimento, non parlando sempre e solo a chi già è acquirente, ma a chi lo diventerà. L’idea base consiste in una serie di guerrillas (prove) in cui due coppie di concorrenti si sfidano.
GreenRetail: Il format è stato “sperimentato” su La5 lo scorso anno: quali risultati avete ottenuto?
Riccardo Pasini: A ottobre è andata in onda una puntata première di presentazione del format. I numeri parlano chiaro: sono stati raggiunti ben 850.000 telespettatori e dal profilo molto interessante. Anche se La5 ha una spiccata anima femminile, Guerrilla ha messo d’accordo tutti: 60% donne, 40% uomini. Interessanti i dati su uomini e donne 35/44 anni, con circa l’1,40% di share ciascuno; dato che vale anche per le donne più giovani 25/34). Un pubblico di alto profilo in generale, con l’1% di share raggiunto con i laureati.
GreenRetail: Come mai la televisione italiana non parla mai di verde?
Riccardo Pasini: Forse ci voleva un po’ di leggerezza, anche perché non fosse un programma di nicchia. Usare il linguaggio dell’intrattenimento per veicolare tematiche anche molto specifiche è stata la vera chiave di volta. E le aziende se ne sono accorte: il messaggio esce chiaro, spontaneo, e soprattutto in modo molto diretto. In generale però il verde è un tema difficile. La stagionalità per esempio non aiuta: difficile far coincidere le esigenze di comunicazione delle aziende con le necessità produttive. Noi abbiamo fatto uno sforzo su tutti i fronti per rendere il progetto realizzabile.
GreenRetail: Avete trovato sostegno da parte delle imprese del settore?
Riccardo Pasini: In primis il grande merito va a Compo che ha creduto da subito in questo progetto. Poi, grazie a un lavoro a più mani con in prima fila Publitalia Crossmedia Branded e realtà come Promogiardinaggio, siamo riusciti a far conoscere il progetto a tutti i player del settore. L’unicità e particolarità di Guerrilla Gardeners ha fatto il resto; con noi, nell’edizione 2017 ci sono: Compo, Fiskars, Fitt Yoyo, Flob. Guerrilla Gardeners in questa sua prima edizione non sarà solo programma tv, ma anche un sito web in collaborazione con Donna Moderna Giardinaggio e VideoMediaset, in modo che gli utenti possano avere a disposizione i contenuti anche fuori dal classico flusso televisivo.
GreenRetail: In che modo un’impresa del settore può collaborare con voi?
Riccardo Pasini: Prima di tutto contattandoci e raccontandoci il loro prodotto e la loro esigenza di comunicazione. Al resto pensiamo noi: ogni partner entra nel programma con un progetto studiato su misura. Non stiamo facendo semplice product placement, ma vero branded entertainment in cui è il prodotto lo stimolo per generare il contenuto nell’interesse di un telespettatore sempre più capace, interessato e informato.