Come è mutato e muterà il mondo del gardening post-Covid? Cambiano i consumatori, cambia il modo di vendere, cambiano gli assortimenti: la pandemia ci lascerà un mercato e un modo di concepire i garden center completamente diverso. Ne abbiamo parlato con John Stanley, il più importante consulente ed esperto di gardening a livello internazionale.
Spinta del digitale nel gardening post-Covid
Il 2020 lo ricorderemo per i lockdown caduti proprio nei momenti di maggiori vendite per il mercato del giardinaggio, all’inizio della primavera e prima di Natale. Nonostante le premesse dei primi mesi facessero pensare al peggio, l’anno si è invece chiuso con un risultato tutto sommato positivo e per alcuni rivenditori addirittura in crescita.
Ciò è stato possibile grazie alla grande capacità di reazione dei negozi specializzati, che si sono prontamente attrezzati con consegne a domicilio, click & collect e servizi di e-shopping, mettendo il booster a un processo di digitalizzazione che era latente ma non ancora considerato urgente prima della pandemia. Inoltre molti italiani, obbligati a restare in casa e spesso a rinunciare alle vacanze, si sono dedicati al giardinaggio, aumentando così in modo importante il numero dei consumatori di piante e prodotti per il giardinaggio nel 2020. Infine non va dimenticata la meteorologia, particolarmente favorevole l’anno scorso per il nostro mercato: se non ci fosse stato il lockdown probabilmente nel 2020 il mercato del giardinaggio avrebbe registrato fatturati da record.
Ma cosa è successo negli altri paesi? Lo abbiamo chiesto a John Stanley, il più importante consulente ed esperto mondiale dei centri giardinaggio.
Gardening post-Covid: dal Linger-Longer all’omnicanalità
GreenRetail: Tu hai una visione internazionale del mercato dei garden center. Quali sono stati gli effetti del Covid nel 2020 nel mondo? Quello che è successo in Italia è capitato anche in altri paesi?
John Stanley: A livello globale, all’inizio del Covid tutti i proprietari di garden center erano eccezionalmente preoccupati e alcuni paesi, come il Regno Unito, hanno chiuso i negozi durante la prima ondata. Ma è stato presto evidente che il giardinaggio faceva bene alla salute mentale di tutti ed era un’attività che si poteva svolgere sia all’aperto sia in casa.
Il risultato è stato che il gardening non ha mai visto un tale aumento di attività in così poco tempo: in America i giovani, che non erano il mercato di riferimento, sono ora uno dei principali motori del giardinaggio.
Abbiamo notato un aumento globale del consumo di prodotti legati al giardinaggio e i garden center di tutti i paesi ne hanno visto i benefici. I centri di giardinaggio indipendenti hanno generalmente fatto meglio di quelli legati alle grandi catene, grazie all’attività di consulenza e ai limiti agli spostamenti, che hanno premiato i negozi locali.
GreenRetail: Nei convegni che abbiamo organizzato insieme negli ultimi dieci anni, hai sempre spiegato ai garden center italiani quanto siano importanti il digital marketing e l’e-shopping. Quale sarà il ruolo del web per il mercato del giardinaggio nei prossimi anni?
John Stanley: Oggi stiamo tutti acquistando sul web e alcuni garden center hanno dovuto costruire negozi online a grande velocità. A causa della pandemia è diventato normale ricorrere all’e-commerce: secondo me questo fenomeno diminuirà in lieve misura per i garden center una volta che le persone potranno viaggiare più liberamente, ma non scomparirà. Come clienti ormai siamo stati “formati” a fare acquisti tramite l’e-commerce. La grande opportunità è ordinare online e ritirare in negozio; il che significa che il design model dei garden center è cambiato e sta cambiando. Come consumatori, ora vogliamo la Convenienza e poi, occasionalmente, l’Esperienzialità dalla stessa attività.
Le aziende che hanno ignorato l’opportunità dell’omnicanalità nel 2020 hanno già accettato che il business ne risentirà. Il messaggio che vedo è molto chiaro: i garden center che hanno cambiato rapidamente il loro modello nel 2020 stanno assistendo a una crescita, quelli che non hanno accettato il cambiamento sono alla fine del loro ciclo economico.
Cresce l’attenzione al local e al “giardinaggio commestibile” nel mondo gardening post-Covid
GreenRetail: Ci sono delle iniziative adottate durante il Covid dai garden center nel mondo che ti hanno colpito e che possiamo consigliare ai centri giardinaggio italiani?
John Stanley: I garden center stanno immagazzinando meno prodotti e stanno esaminando le gamme che hanno in stock. Stanno assegnando più spazio al coinvolgimento interattivo con il cliente, in modo da fornire un’esperienza per il consumatore.
Stiamo anche assistendo a un grande cambiamento nella scelta delle gamme, con un aumento del prodotto locale. Il consumatore vuole essere informato del viaggio dei prodotti verso il negozio (per esempio da quale paese provengono), cosa è local e cosa non lo è. Il nuovo paradigma è “meno prodotti in esposizione e più spazio per l’interazione”. Per esempio abbiamo visto una trasformazione dei laboratori “Take and Make” (compra e fai – ndr) organizzati nei garden center a favore dei workshop “Make and Take” organizzati con lezioni online.
Un altro fenomeno interessante è la crescita del “giardinaggio commestibile”: in Australia i produttori hanno esaurito le piante per orto nel 2020.
Infine bisogna prestare attenzione al fatto che i garden center sono stati progettati per una visita “Linger- Longer” (approfondita e lunga – ndr): oggi però è tutto cambiato e i consumatori vogliono entrare e uscire rapidamente dal punto vendita.
GreenRetail: Come cambierà il mercato del giardinaggio dopo il Covid? Pensi che questa pandemia ci lascerà qualche tipo di eredità o tutto tornerà come prima?
John Stanley: Non torneremo mai più a come eravamo. Tutto il commercio è stato costretto a cambiare: i garden center sono fortunati perché hanno il prodotto giusto al momento giusto.
Nel 2019 nei miei convegni ho promosso l’interesse per il benessere: sinceramente non mi ero reso conto di quanto sarebbe stato importante questo fenomeno nel 2020 e di come i garden center sarebbero diventati i leader nel settore del benessere al dettaglio nel 2021.