C’è anche Fitt nella quarta edizione di Top Job 2021-2022, classifica che ha selezionato 300 aziende in Italia che si distinguono per qualità dell’ambiente lavorativo, organizzata dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza (Itqf) in collaborazione con Affari&Finanza.
L’attenzione costante che Fitt da sempre dedica alle proprie persone è stata riconosciuta anche dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza (Itqf) che, in collaborazione con Affari&Finanza, ha compiuto uno studio sui migliori datori di lavoro in Italia, selezionando le 300 aziende “Top Job – Italy’s Best Employers 2021/2022”.
Lo studio, basato sul metodo del Social Listening Index, ha raccolto in 12 mesi oltre 1 milione di citazioni online (su social media, blog, forum, portali news, video), contenenti riferimenti sui 2.000 datori di lavoro analizzati. L’analisi è stata condotta sfruttando l’intelligenza artificiale per tracciare ogni citazione dell’utente, il tono e il modo in cui la riporta (positiva, negativa e neutrale). Il metodo dell’Istituto, che fa capo al gruppo Hubert Burda Media, leader nell’employer branding nei paesi di lingua tedesca, è stato testato con successo da anni in Europa.
Il risultato della ricerca, giunta alla quarta edizione, è la classifica Top Job Best Employers 2021/2022, che fotografa il gradimento dei migliori 300 datori di lavoro nel nostro paese. Fra gli aspetti analizzati rientrano il clima di lavoro, lo sviluppo professionale, le prospettive di crescita, la sostenibilità e i valori aziendali. Non è sufficiente risultare brillanti in uno solo degli aspetti analizzati: ogni singola dimensione viene infatti considerata ai fini della valutazione.
“Questo riconoscimento testimonia che il nostro impegno nel garantire un’alta qualità della vita aziendale è valutato positivamente dai nostri dipendenti e da tutti gli stakeholders – afferma Alessandro Mezzalira, Ceo di Fitt –. Siamo orgogliosi di far parte di questa classifica basata sulla reputazione online: questo ci stimola a proseguire con i progetti volti a migliorare il modo in cui i collaboratori vivono l’azienda. Un esempio di ciò è l’attivazione del lavoro agile e del cambio culturale che porta con sé, caratterizzato da flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. C’è ancora molto da fare, ma questa analisi ci dice che siamo sulla buona strada”.
Fitt e lo smart working
Intanto Fitt ha varato una policy a tempo indeterminato per lo smart working, che è entrata in vigore il 18 ottobre e con valenza a tempo indeterminato: in una settimana di 5 giorni lavorativi, per i collaboratori di Fitt che svolgono mansioni compatibili con lo smart working, è possibile lavorarne 3 da casa, o da altro luogo idoneo e a norma, inclusi i nascenti spazi pubblici di co-working.
Favorire l’equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata dei collaboratori è, senza dubbio, l’obiettivo primario della nuova policy di smart working: a ciò si aggiungono infondere maggiore autonomia e responsabilità nell’operato quotidiano, aumentare l’efficienza e la produttività e, infine, incrementare la soddisfazione e l’ingaggio della popolazione aziendale.