Fabio Rappo ha fondato la catena di garden center Viridea nel 1997 e ha oggi 9 garden center, nel luglio 2019 ha aperto il primo ristorante Erba Matta nel negozio di Cusago (MI) e a gennaio di quest’anno ha annunciato il lancio dell’e-shop, avvenuto il 12 marzo in piena emergenza Covid-19. Un’esperienza imprenditoriale che ha spesso anticipato le tendenze dei garden center italiani.
Lo abbiamo incontrato per capire come sta affrontando l’emergenza.
Intervista a Fabio Rappo
GreenRetail: Qual è stato l’impatto economico dell’emergenza Covid-19 sui vostri punti vendita?
Fabio Rappo: L’impatto è stato tremendo, non poteva esserci un periodo dell’anno più dannoso. Parlando attraverso i numeri, marzo si è chiuso con un meno 74,62%, un disastro se si considera che marzo rappresenta circa il 13-14% dei ricavi annui.
GreenRetail: I vostri negozi hanno continuato a lavorare o sono rimasti chiusi?
Fabio Rappo: Anche questo aspetto ha dell’incredibile. Abbiamo fatto 4-5 settimane sulle montagne russe. Abbiamo iniziato l’8 marzo con una chiusura nel primo pomeriggio, il giorno della Festa della Donna con i vigili impazziti e con tanto fresco in casa che abbiamo dovuto buttare, per passare al 12 marzo quando dalla sera alla mattina abbiamo dovuto chiudere tutti i punti vendita. Dopo questa data abbiamo cercato di reagire con le consegne a domicilio, con aperture parziali, reparti transennati, districandoci tra decreti nazionali, decreti regionali tutti diversi, note esplicative provenienti da ogni dove e interpretazioni locali, fino ad arrivare a ogni singolo vigile che ha fatto stato a sé. Una vera vergogna. Triste.
GreenRetail: Possiamo stimare il calo di fatturato nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2019?
Fabio Rappo: Il 2020 era iniziato in maniera positiva. A progressivo, a fine marzo i ricavi si sono ridotti del 40%. Per fine aprile i dati peggioreranno con tendenza al -47%.
GreenRetail: State proponendo sia le consegne a domicilio sia l’e-shop: come sono stati accolti questi servizi dai consumatori?
Fabio Rappo: Per quanto riguarda le consegne, che abbiamo organizzato alla bell’è meglio, è stato un crescendo che ci ha portati fino a raggiungere su base settimanale il 20% dei ricavi di riferimento. Ovviamente siamo organizzati per le consegne, ma non nelle quantità che ci sono state richieste. Una nuova esperienza che ci ha insegnato qualche cosa.
Per quanto riguarda l’e-shop c’è da dire che siamo ancora in fase di implementazione: l’assortimento proposto è ancora ridotto e ciononostante ci è esploso in mano con numeri ancora piccoli ma comunque tali da metterci in difficoltà. Su questo canale, almeno nella fase iniziale, il limite è stato rappresentato dai corrieri che non sono riusciti a svolgere il lavoro richiesto in tempi accettabili.
GreenRetail: In che modo siete riusciti a contenere il danno della chiusura dei punti vendita e della limitazione degli spostamenti dei consumatori?
Fabio Rappo: Le vendite di questi due canali hanno rappresentato la prima settimana il 5% dei ricavi storici del periodo e nelle settimane successive fino al 20% scarso e con grande fatica.
GreenRetail: Il fatto che l’emergenza Covid-19 sia coincisa con l’inizio della primavera ha fortemente danneggiato in particolare il mercato del giardinaggio. Ritenete che nei prossimi mesi potremo recuperare le vendite perdute o pensate che il 2020 sia ormai pregiudicato?
Fabio Rappo: Il 2020 è sicuramente e pesantemente pregiudicato. Difficile fare previsioni tenendo conto che il quadro normativo dopo il 4 maggio non è ancora chiaramente delineato. Tuttavia, pensando positivo, ci aspettiamo un piccolo recupero nel mese di maggio e nel prosieguo dell’anno un certo favore dei consumi nel nostro settore a discapito di altri.
Tre osservazioni non richieste.
Le istituzioni, seppur con le opportune giustificazioni che vanno concesse ai provvedimenti di emergenza e urgenza, hanno dato pessima prova di sé. Disordine e contraddizione ai vari livelli, indubbiamente incompetenza e soprattutto un’arrogante mancanza di umiltà nell’ascoltare. Avrebbero potuto, anche in un secondo momento correggere, a parità di serrata, limitando i danni.
Chiarissimo è risultato quanto la nostra filiera sia interconnessa, legata. I vari attori svolgono un ruolo quasi fossero reparti di un’unica fabbrica.
Altrettanto chiaramente si è palesata l’assenza di una struttura rappresentativa dell’intera filiera. È mancato l’interlocutore autorevole, competente e rappresentativo nei confronti delle istituzioni. Non ho una soluzione semplice da proporre ma ritengo ci si debba pensare per il futuro. Nell’interesse degli operatori e del nostro paese.