Dario Bavicchi è l’amministratore delegato di Bavicchi Spa, azienda fondata nel 1896 e specializzata nella produzione e distribuzione di sementi per orto e giardino. Rivolta inizialmente al mercato dell’agricoltura professionale, già negli anni Venti Bavicchi iniziò a produrre sementi per orto e giardino in confezioni hobbistiche. Negli anni Sessanta, a Ponte San Giovanni realizzò il suo primo Mini garden center, Hortus Market, supportato anche da un catalogo di vendite per corrispondenza. La sede attuale del garden center è stata inaugurata negli anni Novanta e ristrutturata nel 2005, con l’inserimento delle serre.
L’Umbria è stata una delle regioni meno colpite dal Covid-19, ma è stata ugualmente coinvolta nelle norme di distanziamento sociale di questi mesi. Ne abbiamo parlato con Dario Bavicchi.
Dario Bavicchi: “Le perdite di marzo sono irrecuperabili”
GreenRetail: Come avete lavorato in questi mesi?
Dario Bavicchi: Noi abbiamo aperto appena ci è stato dato uno spiraglio: quando c’è stata la possibilità delle vendite a distanza abbiamo iniziato a consegnare a domicilio e quando abbiamo potuto vendere fisicamente i prodotti ci siamo strutturati internamente con le nuove regole socio-sanitarie. Abbiamo segmentato il percorso, chiuso l’accesso alle aree con merceologie non idonee, ecc.
L’impatto è stato doloroso per tre motivi. Primo: perché ovviamente c’è stata mancanza di visitatori. Secondo: perché il clima è stato per quasi tutta la primavera eccellente, come non si ricorda da anni e avrebbe potuto essere una primavera da record! Terzo: perché andiamo a fare un benchmark sul marzo eccezionale dell’anno scorso. Il marzo del 2019 avevamo quasi +100% rispetto all’orrendo marzo del 2018. In termini numerici, quindi, il confronto per noi è ancora più doloroso.
Devo dire che, in questi ultimi giorni, grazie anche a una condizione climatica eccellente, anche se vendiamo solo piante stiamo viaggiando in parallelo all’anno scorso. In questo caso il confronto con aprile è vantaggioso, perché nel 2019 abbiamo avuto aprile e maggio col maltempo. Grazie a una buona partenza dei primi due mesi di quest’anno e al pessimo aprile dell’anno scorso, dovremmo riuscire a chiudere il primo quadrimestre in pari rispetto al 2019.
GreenRetail: Voi non avete un e-shop ma avete offerto subito il servizio di consegna a domicilio. Come è andata?
Dario Bavicchi: Da un certo punto di vista, l’emergenza ci ha spinto ad analizzare più approfonditamente l’e-commerce. Ci ha spinto a dare una accelerazione a una remissione completa del nostro modello di presenza online. Stiamo costruendo una serie di progetti tra cui anche un sito web dedicato specificatamente al garden. Abbiamo metabolizzato la decisione, ma pensiamo siano venuti i tempi per una presenza più attiva, non come semplice vetrina.
Ho sempre pensato che un garden center non debba mettere dei prodotti su uno scaffale, dove ci sono situazioni identiche alla nostra e in cui l’unica possibilità che abbiamo è offrire un prezzo migliore degli altri. Devi avere necessariamente un plus da mettere su un piatto vicino ai prodotti, che non sarà il prezzo, banale e facilmente superabile. Oggi sul web vedo dei grandi scaffali con dei prodotti: in ordine di prezzo e basta. Non mi va di copiare il modello di Amazon, il nuovo supermercato.E io non lo trovo molto attraente dal mio punto di vista, ma è una valutazione estremamente personale.
In futuro penso che la prima domanda a cui dovranno rispondere i fornitori sarà: riesci a controllare internet oppure no?
GreenRetail: Il web non è solo e-commerce, significa anche poter vedere l’offerta in modo chiaro e la possibilità di fare un ordine o di scegliere il “clicca e ritira”: una maggiore integrazione tra il web e il negozio fisico in un periodo in cui la gente è limitata negli spostamenti e sono vietati gli assembramenti sociali…
Dario Bavicchi: Questo sì. Ne sono assolutamente convinto. Qualcosa che viaggi in parallelo con il negozio o come strumento di spinta e collaterale alla vendita fisica.
GreenRetail: Il 2020 è pregiudicato?
Dario Bavicchi: Come dicevo prima, il calo che abbiamo avuto a marzo non sarà recuperato. Possiamo lavorare in questi mesi per limitare le ferite. È possibile che sarà una stagione più lunga, perché non ci saranno molte vacanze e probabilmente ci sarà un periodo più positivo in estate. Anziché fare una vacanza all’estero compro dei prodotti per migliorare la vita in giardino, anche se nel 2020 sicuramente tutti avremo meno soldi in tasca.
C’è anche il punto interrogativo dei reparti natalizi. Cosa si potrà fare? Grandi affollamenti non potremo crearli, probabilmente. È anche difficile vendere online il Natale, a parte l’albero. Tanti punti interrogativi e tante sfide.