John Stanley, grande esperto a livello mondiale di garden center, ci propone qualche spunto su come aiutare l’Ucraina e allo stesso tempo, perché no, cercare di migliorare le performance del proprio centro giardinaggio.
di John Stanley
Molti operatori del nostro settore si ricorderanno di aver assistito al discorso di Regina Razumovskaya in occasione di Garden Retail Conference, la tregiorni di convegni virtuali sul mondo del gardening che ho organizzato a febbraio 2022 e che ha visto la partecipazione di oltre 1.400 manager provenienti da 30 paesi. A quel tempo Regina e Volod, suo marito, gestivano il loro garden center di successo appena fuori Kiev, in Ucraina.
Oggi invece in Ucraina stiamo assistendo a una crisi che ai giorni nostri non ha precedenti, causata da una guerra a cui nessun paese può dirsi totalmente estraneo e che vede anche i retailer come protagonisti e, forse, anche come possibile parte della soluzione. Questo perché si tratta di una situazione da cui non si possono prendere le distanze e fingere che non ci riguardi: non stavolta.
La vasta maggioranza dei governi mondiali ha preso una posizione chiara schierandosi a fianco dell’Ucraina e supportandola con aiuti economici o militari, mentre molte grandi catene hanno reagito lasciando la Russia. Sullo sfondo, milioni di ucraini hanno dato vita a manifestazioni di protesta in tutto il mondo.
Ma qual è il ruolo delle aziende più piccole in questo scenario? E più nello specifico: qual è in questa situazione il comportamento dei centri giardinaggio? E, a costo di sembrare fin troppo pragmatici: si possono trarre dei vantaggi, in termini di marketing, dal modo in cui ci si rapporta a questi drammatici eventi internazionali (senza ovviamente nulla togliere alla loro, appunto, evidente drammaticità)?
In che modo le piccole e medie imprese del mondo del garden, con budget dedicati al marketing limitati, possono avere un ritorno (in termini di vendite e di immagine) affrontando in modo socialmente responsabile la crisi che stiamo vivendo?
Come aiutare l’Ucraina e il proprio business: iniziare dalle piccole cose
Si può per esempio cominciare offrendo supporto a una famiglia ucraina, magari addirittura ospitandone una presso eventuali spazi aziendali disponibili e adatti allo scopo. Un centro giardinaggio dipende in gran parte dalla comunità in cui è inserito, che in questo caso potrebbe apprezzare l’iniziativa. Spargete la voce, create interesse, organizzate iniziative volte ad aiutare i rifugiati ucraini presenti nella vostra città, come raccolte di fondi o di abiti, eventi di benvenuto, ecc. Potreste aiutare persone in difficoltà e allo stesso tempo attirare l’attenzione di nuovi potenziali clienti. I media si potrebbero occupare di questo tipo di iniziative, aumentandone la risonanza e pubblicizzando ulteriormente la vostra azienda.
Un’altra idea potrebbe essere quella di proporre ai vostri clienti composizioni di piante che replichino lo stile ucraino, attraverso specie (come per esempio viburno, salice, malva, ecc.) e decorazioni tipiche dei giardini di quell’area geografica. Potreste inoltre devolvere una parte di questi ricavi a fondi di beneficenza a favore della popolazione ucraina, offrendo così ai vostri clienti la possibilità di contribuire concretamente ad aiutare l’Ucraina semplicemente effettuando un acquisto per il proprio giardino o terrazzo.
E perché non puntare sull’artigianato locale, per esempio organizzando presso il vostro punto vendita un workshop sulla decorazione delle uova? Si tratta di una pratica molto diffusa in Ucraina, dove l’uovo, attraverso la decorazione del guscio, diventa un oggetto beneaugurale, la cosiddetta “pysanka”. I disegni che porta impressi con un pennino intinto di cera d’api fusa rappresentano i desideri, le preghiere e i ringraziamenti di chi lo ha realizzato. Il garden center indipendente Kerby’s Nursery & Landscaping di Seffner, in Florida, ha organizzato un’iniziativa del genere nel periodo di Pasqua, spiegando ai partecipanti non solo la tecnica artigianale ma anche la storia di questa tradizione e avvicinandoli in questo modo a una cultura probabilmente poco conosciuta come quella ucraina.
Partnership, workshop e aiuti concreti
Se non fosse possibile ora, una volta che la guerra sarà finita potreste cercare un’attività ucraina simile alla vostra con cui stringere un rapporto di collaborazione, non per forza in termini economici ma anche solo di scambi di competenze ed esperienze (marketing, tecnologie utili, ecc.).
Regina Razumovskaya, mamma di due bambini, è ora ufficialmente rifugiata in Australia, dove può contare sul supporto di associazioni e volontari, tra i quali io e mia moglie Linda, che dal 2013 gestiamo un’azienda agricola totalmente biologica, Chestnut Brae Farm, presso la quale abbiamo già messo in atto nei mesi scorsi tutte le iniziative sopra descritte.
A Chestnut Brae Farm abbiamo inoltre collaborato con un fiorista del posto per organizzare un laboratorio in cui i visitatori hanno realizzato a mano dei “vinok”, le tradizionali corone di fiori ucraine, in concomitanza con il festival locale dei fiori di Nannup e con una parallela raccolta di donazioni destinate all’Ucraina.
Un altro modo in cui il nostro settore può rendersi utile e aiutare l’Ucraina è la “ricostruzione verde dell’Ucraina” una volta che la guerra sarà finita. A questo scopo, l’Associazione dei Vivai in Ucraina (www.svsm.ua) ha sottoposto al governo un progetto che prevede donazioni da parte di alcuni vivai del mondo che vorrebbero sostenere il paese con l’invio di piante o coprire dei costi di progettazione del paesaggio. L’obiettivo del progetto è quello di mettere in contatto direttamente il vivaio “volontario” con l’amministrazione locale di una determinata zona per contribuire a uno specifico progetto. In questo modo l’azienda donatrice sa esattamente quale parco, scuola o ospedale sarà riqualificato grazie al suo contributo e i residenti locali conoscono il nome dell’azienda.
Come per altre attività, queste iniziative possono attirare l’interesse dei media sia verso le aziende coinvolte che verso le iniziative stesse, con vantaggi per tutte le parti in causa. Se siete interessati, potete chiedere maggiori informazioni scrivendo direttamente a Regina (karymova@botanicmarket.com.ua) o all’indirizzo e-mail spilkasvsm@gmail.com.
Parlando di azioni più immediate, spicca infine l’esempio del britannico Coolings Garden Center, che ha raccolto cibo e medicinali e ha trasportato il tutto con il furgone aziendale fino al confine polacco-ucraino per aiutare i rifugiati.