Aicg si appella al governo per un sostegno alle imprese e ai lavoratori della filiera florovivaistica, pesantemente danneggiati dall’aumento dei costi energetici.
Caro-energia e florovivaismo: Aicg si appella al governo
Il mercato florovivaistico italiano è in crisi e vivrà un crollo verticale in assenza di interventi rapidi ed efficaci da parte del governo: il blocco delle produzioni invernali porterà a un calo delle vendite del 30% nel 2023 e la perdita di molti posti di lavoro. A lanciare l’allarme è stato Stefano Donetti, presidente dell’Associazione Italiana Centri Giardinaggio (Aicg), intervistato da Radio Vaticana (clicca qui) lo scorso 14 ottobre.
Nell’intervista rilasciata da Stefano Donetti ad Alessandro Guarasci di Radio Vaticana, il presidente dell’associazione dei centri giardinaggio italiani ha ricordato che finora il settore ha retto i costi della crisi: “Abbiamo avuto un incremento dei costi di riscaldamento nel primo trimestre che siamo riusciti solo in parte a non riversare sui clienti finali – ha spiegato Stefano Donetti -. Finora ci siamo salvati non utilizzando il riscaldamento nel periodo estivo: diverso è stato per molti nostri fornitori, di vasi o fertilizzanti, che hanno dovuto riversare forzatamente questi costi sui prezzi al consumatore”.
Ma l’inverno è alle porte e i costi sono destinati a salire, nell’incertezza e nell’impossibilità di programmare le coltivazioni. “Il costo della manodopera è già stato rivalutato col nuovo contratto nazionale e questo è un bene per il settore – ha spiegato Stefano Donetti -. Per quanto concerne l’energia assistiamo a continui rincari, con le aziende di fornitura che ci chiedono fideiussioni o addirittura pre-payment. Quindi pre-pagamenti con esposizioni di valuta fino a quattro mesi. Per quanto riguarda il gas, che oggi ha raggiunto rispetto allo scorso anno il 1.200% di aumento, non abbiamo una idea di quale sarà il prezzo che effettivamente pagheremo durante l’inverno. Quindi una parte di produttori ha deciso il taglio drastico delle produzioni per il prossimo anno. Produzioni che, lo ricordo, iniziano già dall’autunno e quindi utilizzano il riscaldamento. Quindi stiamo assistendo senza poter fare nulla a un crollo verticale del mercato florovivaistico e di tutto l’indotto del settore, che quest’anno ha avuto in Europa un calo di vendite del 10%, pari a 8 miliardi di euro. Prevediamo che questa situazione porterà a una perdita nel 2023 che potrebbe addirittura arrivare al 30% anche per mancanza di prodotto”.
Per non perdere forza lavoro specializzata e non abbandonare un vanto storico dell’agricoltura made in Italy, è urgente un intervento da parte del governo in aiuto delle imprese. Già oggi ci sono molti posti di lavoro a rischio nel settore: “Purtroppo sì. Perché il taglio delle produzioni per il prossimo anno, vista l’incertezza dei costi, porterà al mancato rinnovo soprattutto dei contratti stagionali che appunto iniziano all’inizio del 2023. Quello che possiamo chiedere al governo è un intervento rapido e decisivo nei confronti del florovivaismo, che anch’esso fa parte del settore agricolo ma occupa in percentuale molta più forza lavoro”.