Il Bonus Verde 2020 vedrà la luce? Il dubbio è più che lecito poiché Documento Programmatico di Bilancio (Dpb) presentato il 15 ottobre alla Commissione Europea e all’Eurogruppo non c’è traccia del Bonus Verde, cioè la defiscalizzazione del 36% introdotta nel 2018 per il rinnovamento delle aree verdi private e condominiali.
Bonus Verde 2020: le reazioni del mercato…
Non è detto che il Bonus Verde uscirà dalla Legge di Bilancio 2020, ma il fatto che non sia stato citato nel Dpb ha provocato un’alzata di scudi a favore di questa manovra.
A partire da Assofloro che già il 17 ottobre ha lanciato l’allarme: “Il Decreto Clima – ha spiegato Nada Forbici, presidente di Assofloro – ha investito 30 milioni di euro per mettere più verde nelle grandi città, ma il nostro Paese non è fatto solo di Città Metropolitane – che sono solo 14 in tutta Italia. Ora si sta mettendo in dubbio l’incentivo verde per le nostre città? Così facendo si toglie uno strumento importante per stimolare i cittadini, in modo diffuso, a piantare alberi! Non abbiamo ancora i dati ufficiali dall’Agenzia delle Entrate ma è certo che si è avuto un incremento di fatturato tra le aziende florovivaistiche proprio grazie all’utilizzo dell’agevolazione. Questo significa che se il Bonus Verde c’è, i cittadini lo utilizzano! Per non parlare dell’emersione del sommerso: grazie al Bonus Verde, tutti i pagamenti sono tracciati: questo dunque non interessa ad un Governo che dichiara guerra aperta all’evasione fiscale? Escludere il Bonus Verde dalle agevolazioni sarebbe un grave errore per l’ambiente e per le casse dello Stato: anzi, oltre ad essere riconfermato, dovrebbe diventare strutturale e non a scadenza annuale”.
Cui hanno fatto seguito le dichiarazioni di Coldiretti, Confagricoltura e Cia.
“Nella lotta allo smog – ha spiegato in un comunicato ufficiale Coldiretti – va confermato in manovra il Bonus Verde per favorire con le detrazioni fiscali la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento.
“È importante che il Bonus Verde venga confermato anche per gli anni 2020-2021 nell’ambito dei provvedimenti connessi alla manovra economica – ha spiegato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura -. Si deve dare continuità a uno strumento – già operativo nel 2018 e nel 2019 – che ha permesso di far crescere il verde privato, in giardini, terrazzi e balconi, con un positivo effetto a favore delle imprese vivaistiche e della manutenzione del verde, ma anche dell’ecosistema e del contrasto dei cambiamenti climatici. Al contrario, più che eliminare il Bonus Verde, andrebbe rafforzato aumentando il massimale di spesa ammissibile e la percentuale di detrazione, come già richiesto dalla mia Organizzazione. Il verde privato è fondamentale anche nell’ottica della mitigazione del clima e del miglioramento della qualità dell’aria. Il ministro Bellanova, solo pochi giorni fa ha promesso il mantenimento di questa misura fiscale che fa bene a un settore, come quello florovivaistico, che produce 2,7 miliardi di fatturato e dà occupazione a 180 mila persone. Un settore moderno, innovativo, che punta alla sostenibilità ed alla qualità della vita, che fa bene all’ambiente. Ci auguriamo che quella promessa venga mantenuta”.
“Si parla tanto di ambiente, della necessità di impiantare 60 milioni di alberi, di aumentare il verde per mitigare i cambiamenti climatici, per aumentare la CO2 e poi, alla prova dei fatti, un provvedimento fiscale che va in questa direzione, che sta portando risultati importanti, rischia di essere dismesso – ha spiegato anche Francesco Mati, presidente della Federazione nazionale del Florovivaismo di Confagricoltura -. Sarebbe contraddittorio e lesivo degli stessi interessi della collettività. Siamo fiduciosi che in Parlamento si riesca a trovare una soluzione positiva”.
“Cia e Florovivaisti Italiani sono fiduciosi che un Governo sensibile ai temi ambientali non possa sottovalutare l’importanza della misura, che dopo la sua introduzione nel 2018 ha incentivato il florovivaismo e riconosciuto il ruolo fondamentale del green nel mitigare gli effetti nocivi dello smog e migliorare la vivibilità dentro le mura cittadine”.
Anche l’Associazione Arboricoltori e la Società Italiana di Arboricoltura hanno chiesto “a gran voce” il rinnovo del Bonus Verde.
“Condividiamo le preoccupazioni che arrivano dal settore circa il mancato inserimento del Bonus Verde nel Decreto fiscale – ha spiegato Andrea Pellegatta, vice presidente della Società Italiana di Arboricoltura-. Solo qualche giorno fa avevano appreso con entusiasmo della presenza, nel Decreto Clima, di fondi per la forestazione urbana, segnale di una sempre maggiore attenzione della politica e delle istituzioni nei confronti del verde e, quindi, di tutto il settore florovivaistico, che sempre di più è considerato strategico per il contrasto al cambiamento climatico e nelle strategie di adattamento ai suoi effetti negativi, soprattutto all’interno delle città”.
“Il Bonus Verde – ha dichiarato Andrea Trentini, presidente dell’Associazione Arboricoltori – ha avuto l’importanza di sottolineare il collegamento tra la presenza di verde e dei suoi benefici alla necessità di professionalità in tutte le attività che riguardano la sua cura. Quello della professionalità per la cura degli alberi è un tema che, come associazioni, ci sta molto a cuore e sul quale ci battiamo da anni. È paradossale, infatti, che a fronte di una sempre maggiore attenzione per alberi e verde in genere per i benefici ambientali e sulla salute, siano ancora permessi, in ambito pubblico come anche in quello privato, interventi dannosi e improvvisati. Il Bonus Verde è una misura che riconosce l’importanza della professionalità per la cura di alberi e verde, ed è per questo che lo troviamo necessario”.
…e della politica
Anche alcuni esponenti politici si sono esposti in favore del rinnovo del Bonus Verde.
“Il Governo parla di valorizzazione dell’ambiente, di tutela dell’ecologia e promette di non fare tagli sul fronte dell’agricoltura – ha spiegato Gian Marco Centinaio -, poi però, nei fatti, toglie il ‘bonus verde’ in manovra, che era stato confermato dal precedente esecutivo. Eliminare gli incentivi e le agevolazioni per chi effettua interventi per sistemare e realizzare aree verdi di pertinenza delle unità immobiliari rappresenta un vero e proprio schiaffo a un settore importante dell’economia nazionale, quello del vivaismo. Il ministro Bellanova parla di nessun taglio, poi elimina il Bonus Verde; il ministro Costa parla di ecologia, poi mette in ginocchio il settore dei vivaisti: esprimo sconcerto di fronte all’ennesima dimostrazione di incoerenza e di incompetenza da parte del Governo giallorosso, che pensa solo a introdurre nuove tasse e a nuove modalità per mettere in difficoltà gli italiani che lavorano onestamente”.
“Il Governo italiano si dimostra ecologista solo a parole – ha detto Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Regione Lombardia -. Togliere il Bonus Verde dalla Legge di Bilancio significa danneggiare pesantemente il comparto florovivaistico e le nostre città, dato il successo della misura. La sostenibilità ambientale si persegue con incentivi alle buone pratiche, non con tasse e divieti. La Regione Lombardia farà di tutto affinché questa agevolazione venga reinserita. Il Governo contraddice se stesso: nel Decreto Clima di pochi giorni fa viene riconosciuta la capacità del verde di ripulire l’aria e riqualificare le nostre città, ora si tolgono le agevolazioni per il verde urbano. Per combattere i cambiamenti climatici dobbiamo fare azioni concrete, incentivare chi investe nel verde specialmente in città, non sparate ideologiche. Il Bonus Verde tra l’altro era un incentivo a dichiarare i pagamenti. Il Governo che annuncia la lotta all’evasione fiscale ha fatto un autogol”.