A poche settimane dal lancio della linea di biostimolanti Verdevivo abbiamo intervistato Alessandro Paterniani, general manager di Kollant. Tra le altre cose, abbiamo parlato del fatto che gli hobbisti, per proteggere il verde, dovranno sempre più integrare diverse soluzioni, volte alla nutrizione, al benessere e alla prevenzione delle colture.
Biostimolanti: la nuova frontiera del benessere delle piante. Intervista con Alessandro Paterniani di Kollant
Il mercato dei prodotti consumer per la cura delle piante sta vivendo un profondo processo di trasformazione. In parte guidato dall’evoluzione normativa, che limiterà la presenza sugli scaffali di soluzioni chimiche per la difesa del verde in favore di prodotti biologici. Ma in parte trainato anche dalla maggiore attenzione al migliore utilizzo delle risorse naturali, al rispetto ambientale e alla sostenibilità.
Sono temi affrontati anche nell’agricoltura biologica professionale in cui la salute del suolo si ottiene dall’integrazione di vari elementi; non solo fertilizzanti ma anche sostanze naturali capaci di migliorare la struttura del terreno e la salute delle piante.
In questa direzione è interessante la nuova linea Verdevivo, presentata da Kollant, che rende accessibile la biostimolazione a tutti gli appassionati.
I biostimolanti sono prodotti di origine naturale, spesso sottoprodotti di altre lavorazioni, che nell’agricoltura biologica professionale vengono utilizzati per migliorare l’assorbimento degli elementi nutritivi presenti nel suolo. La biostimolazione agisce a livello metabolico, mettendo nelle condizioni la pianta di esprimere completamente il suo potenziale.
Per saperne di più abbiamo incontrato Alessandro Paterniani, general manager di Kollant.
Biostimolanti: dalla lotta all’integrazione
GreenRetail: L’impegno di mettere a disposizione degli appassionati gli stessi biostimolanti utilizzati con successo nell’agricoltura biologica professionale rappresenta un’innovazione importante per il mercato italiano. Quanto è impegnativo parlare di biostimolazione nel mercato italiano del giardinaggio?
Alessandro Paterniani: Parlare di biostimolazione è una sfida entusiasmante perché siamo di fronte a una tecnologia innovativa ma alla portata di tutti i consumatori, anche quelli che non hanno una profonda competenza tecnica. Ovviamente, come in tutti i casi in cui ci confrontiamo con qualcosa di nuovo o innovativo, è necessario uno sforzo educativo: raccontare e generare una prima esperienza. Non è difficile parlare di biostimolazione, ma ciò che fa la differenza è la modalità di interazione con il consumatore. Che in parte sfrutta i canali di comunicazione, ma molto, come ben sappiamo, avviene nei punti vendita. Se il punto vendita è impostato con una vendita consulenziale e quindi con personale per supportare e rispondere alle domande del consumatore, lo sforzo educativo avviene con successo. Perché crea una nuova conoscenza nel consumatore e orienta le scelte in abitudini.
Dove la vendita è meno supportata e i clienti si muovono in modo più autonomo, evidentemente il consumatore tende a replicare le sue abitudini e quindi con più difficoltà entra in contatto con un concetto innovativo come la biostimolazione. Non è difficile trasferire i concetti chiave della biostimolazione, ma sicuramente è necessario un investimento di tempo e di attenzione per educare il consumatore e portarlo a conoscenza di qualcosa che non fa ancora parte del suo bagaglio culturale.
GreenRetail: Anche le limitazioni normative obbligano a un salto culturale verso prodotti più naturali…
Alessandro Paterniani: Certo. Nell’evoluzione del quadro normativo lesoluzioni dell’agricoltura professionale non saranno più accessibili al consumatore hobbista. Però, a fronte di una riduzione di soluzioni disponibili rispetto al passato, dovremo gestire le stesse sfide per avere un orto sano e un giardino confortevole. A fronte delle vecchie sfide dobbiamo trovare nuove soluzioni.
Le nuove soluzioni arrivano da prodotti di origine naturale, ma derivano anche da un cambiamento di approccio. Sono due i temi fondamentali nel nuovo scenario: la prevenzione molto più della cura, quindi la ricerca di uno stato di salute e di benessere delle piante anziché un rimedio a fronte di un problema conclamato, e l’integrazione di tutti gli strumenti disponibili. Cioè integrare sempre più difesa, biostimolazione, nutrizione e anche tecniche agronomiche per creare un ambiente più favorevole allo sviluppo degli organismi vegetali e meno esposto ai parassiti.
Nuovi concetti e nuovi consumatori
GreenRetail: Accanto agli hobby farmer, che coltivano le piante in modo utilitaristico, si sta affermando il fenomeno del plant parenting, in cui le piante sono considerate membri della famiglia. Due tipi di consumatori molto differenti…
Alessandro Paterniani: Sono due tendenze che si stanno facendo strada, ma per tutti c’è un ruolo più centrale dell’ambiente domestico. L’esperienza traumatica del Covid ci ha obbligato a passare più tempo in casa, inizialmente con la sensazione di essere reclusi, ma poi abbiamo conservato alcune abitudini, come lo smart working. Abitudini che ci portano a passare più tempo in casa: si ricercano quindi degli ambienti non solo più confortevoli ma nei quali ci riconosciamo di più. Nei confronti dell’ambiente domestico si sta attenuando il rapporto utilitaristico e si sta sviluppando sempre più un rapporto di identificazione.
Di conseguenza mi sento di poter individuare due trend. Da una parte la voglia di cimentarsi con la produzione alimentare, quindi l’orto domestico. Un’esperienza con maggior tecnicismo e un obiettivo concreto, cioè la produzione. Accanto al rapporto tecnicistico,ce n’è anche uno più emotivo. Analogamente al ruolo degli animali domestici, le piante diventano uno strumento e un obiettivo di un precorso emotivo. La pianta diventa una componente del mio benessere: se la pianta sta bene, sto bene anche io. Prendermi cura della pianta è un modo per prendermi cura di me stesso. Di conseguenza tutti i prodotti destinati al verde domestico devono a loro volta sviluppare o rendere evidente questa dimensione.
Soluzioni naturali figlie dell’economia circolare
GreenRetail: Oggi qualsiasi impresa non può prescindere da linee di comportamento ecosostenibili e criteri Esg. Anche se per gli hobby farmer sarà uno choc, la sostituzione di prodotti di sintesi con biostimolanti e soluzioni naturali per la cura del verde va in questa direzione. Non crede?
Alessandro Paterniani: Per noi è un tema rilevante. Una caratteristica dei biostimolanti, sicuramente quelli di Verdevivo, è di derivare da un modello di economia circolare. I nostri prodotti derivano dall’utilizzo di residui e sottoprodotti di altre lavorazioni alimentari e quindi offrono una seconda vita, riportando alla natura ciò che viene dalla natura. Non solo Verdevivo esprime un’innovazione tecnologica, ma lo fa nell’ambito di un’economia circolare sostenibile.
GreenRetail: Nella linea Verdevivo proponete dei super concentrati: una scelta coerente con il rispetto dell’ambiente: meno acqua, meno trasporti, meno carburanti, meno inquinamento…
Alessandro Paterniani: Anche in questo caso è però necessario uno sforzo educativo. Di fronte allo scaffale il consumatore vede due bottiglie di dimensioni diverse, due prezzi differenti e dovrebbe capire che attraverso il dosaggio più basso contribuisce a ridurre l’impatto ambientale. La nostra proposta ha anche l’ambizione di scardinare alcuni schemi consolidati, specie se vanno contro il rispetto per l’ambiente. È ovvio che la distribuzione ha un ruolo fondamentale. Per quanto il nostro sforzo di comunicazione possa essere ampio e mirato, l’esperienza d’acquisto si genera il più delle volte nel punto vendita.