Decine di novità per Sementi Dotto per stimolare il mercato nel 2019: un ampio rinnovamento dell’offerta di fertilizzanti, l’undicesima referenza per la linea bio Bioventis e molte varietà nuove di sementi. Ce ne parla Lorenzo Cassinelli, responsabile vendite di Sementi Dotto.
Fondata nel 1963, entrata nel 1982 nell’orbita di Genagricola (di Assicurazioni Generali) e confluita nel 2002 in Sdd Spa insieme a Dom Sementi (anch’essa di proprietà di Genagricola), Sementi Dotto si è completamente trasformata in questi ultimi 35 anni da azienda verticale specializzata nelle sementi a punto di riferimento multibrand, presente a livello nazionale e internazionale, con un’offerta di oltre 5.000 referenze tutte prodotte internamente, riunite in 6 gamme famiglie merceologiche: sementi, tappeti erbosi, nutrizione e cura (anche bio), terricci, bulbi e pet food.
Un approccio multisettoriale molto apprezzato dai rivenditori specializzati, che trovano così in un’unica realtà una soluzione per molti reparti con un solo servizio logistico all’avanguardia, packaging evoluti, interventi promozionali e un’assistenza puntuale qualificata.
Un’offerta articolata e ricca di brand importanti e ben conosciuti dai consumatori, come Sementi Dotto, Dom Sementi, Bison, Royalfleur, Corona e Harvest nelle sementi, Prato Vero e Green Garden nei tappeti erbosi, Optimus nei terricci e concimi e Bonus nel pet food.
Per saperne di più abbiamo incontrato Lorenzo Cassinelli, responsabile vendite di Sdd Sementi Dotto.
2019: tutte le novità per Sementi Dotto
Green Retail: So che avete un programma molto ambizioso per il 2019 con il lancio di moltissime novità. Ce ne vuoi parlare?
Lorenzo Cassinelli: In totale lanceremo decine di nuovi prodotti. Abbiamo ampliato la linea di concimi Optimus con 3 nuove referenze di concimi granulari da 1 kg: Optimus Super Blu, Solfato di ferro e un concime per agrumi e piante mediterranee.
Inoltre, sempre nell’ambito della nutrizione, abbiamo sliverato tutta la linea Optimus dei fertilizzanti liquidi, in modo da rendere il prodotto ancor più attrattivo, soprattutto per la vendita a libero servizio. Lo sliveraggio o sleeving è la tecnica che permette di realizzare packaging termoretraibili che aderiscono perfettamente ai flaconi, creando un effetto visivo molto accattivante: una tecnica che si sta affermando al posto delle normali etichette e che noi realizziamo interamente all’interno dell’azienda.
Infine abbiamo potenziato la linea Bioventis, che è il nostro marchio lanciato due anni fa che caratterizza tutti i prodotti di libera vendita nell’ambito della protezione e difesa naturale: prodotti corroboranti e potenziatori della difesa naturale delle piante. Visto l’impatto che avrà il decreto sugli agrofarmaci a uso non professionale, stiamo cercando di potenziare questa linea inserendo l’11esimo prodotto. Si tratta di Barriera Lumache e sostituirà il nostro Lumacid che, essendo a base di metaldeide, ha un profilo tossicologico non in linea con il nuovo decreto e non potrà più essere utilizzato dagli hobbisti non in possesso di patentino dopo il 2 maggio 2020.
In Italia il patentino non lo hanno gli agricoltori e sarà molto difficile che il consumatore privato lo faccia: perciò due anni fa siamo stati un po’ i precursori e abbiamo introdotto i prodotti Bioventis.
Agrofarmaci per hobbisti: un mercato a rischio
Green Retail: Che impatto avrà questo decreto sul mercato secondo voi?
Lorenzo Cassinelli: Prevediamo un impatto molto negativo: non si parla di proroghe, non ci sono tempi di smaltimento e il 2 maggio del 2020 sembra essere ormai una data certa. A oggi non abbiamo ancora la certezza di quali molecole saranno utilizzabili dall’hobbista e quindi c’è abbastanza preoccupazione. La protezione e difesa delle colture non è il nostro core business, ma soprattutto nei canali della Gdo, dove distribuiamo da oltre 13 anni i prodotti Bayer con marchio Baysol, c’è una certa preoccupazione. Anche perché le catene della Gdo sono molto attente agli aspetti normativi.
Green Retail: Come evolverà il mercato?
Lorenzo Cassinelli: Il vero problema sarà far cambiare la mentalità del consumatore, perché si passerà da un approccio chimico curativo, come è stato negli ultimi trent’anni, a un approccio con prodotti naturali che devono essere utilizzati in forma preventiva. Quindi passare la mentalità dei clienti dal curativo al preventivo: non sarà semplice, è come se ci dicessero che da domani non ci sono più i medicinali di sintesi e dobbiamo passare tutti all’omeopatia. I prodotti biologici vanno infatti utilizzati in modo preventivo, perché se venissero usati con problematiche già conclamate rischierebbero di deludere fortemente i consumatori generando dei flop. Il che potrebbe determinare una certa disaffezione del consumatore, che non crederebbe più nell’efficacia del prodotto.
Green Retail: In questo momento il consumatore continua ad acquistare i prodotti di sintesi e non mi sembra ci sia grande richiesta di prodotti biologici. Quando scompariranno i primi, i consumatori passeranno automaticamente al biologico o c’è il rischio che molti smettano di fare giardinaggio?
Lorenzo Cassinelli: È una domanda a cui è difficile rispondere. È vero che oggi i prodotti biologici hanno un sell out di gran lunga inferiore rispetto ai prodotti chimici. Ma se dal 2 maggio 2020 dovesse rimanere questo obbligo, o mangeranno la minestra del biologico o non avranno alternative. Io penso che chi è appassionato di giardinaggio e ha un orto o un frutteto continuerà questa passione.
La partita adesso ce l’ha in mano la distribuzione, nel senso che anche il rivenditore dovrà farsi parte attiva per comunicare alla propria clientela questi nuovi messaggi. Ci vorrà tempo, ma non penso che la passione del giardinaggio andrà a diminuire. Magari alcuni trattamenti verranno abbandonati, sarà probabilmente una difesa delle piante un po’ più costosa rispetto ai prodotti chimici, ma i veri hobbisti si abitueranno alla prevenzione al posto della difesa curativa.
2018: un anno difficile
Green Retail: Come è andato il 2018?
Lorenzo Cassinelli: Non è stato un bellissimo anno, per molti fattori. Anzitutto per il meteo di marzo e aprile ma anche per un clima di sfiducia generale e un’inferiore propensione all’acquisto. Un altro fattore è, secondo me, anche la mancanza di una normativa che disciplini l’attività dei garden center italiani, che quest’anno ha portato anche alla chiusura di punti vendita. Anche questo è un aspetto che sicuramente non contribuisce a far crescere il settore.
Ma il fattore dominante è stato sicuramente quello climatico: le piogge di marzo e aprile non hanno certo favorito determinati consumi o determinate applicazioni, come le semine dell’orto.
Per noi, in particolare la divisione del canale tradizionale con il marchio Dotto, è stato un anno positivo ma perché abbiamo acquisito nuovi clienti molto importanti grazie a una politica abbastanza aggressiva. L’offerta e l’ampiezza di gamma e il servizio che diamo alle rivendite agrarie e ai garden center sono sempre più apprezzati. I nostri competitor sono molto spesso degli “specialisti”, cioè si focalizzano solo su una gamma di prodotti: invece noi spaziamo in molti settori e il nostro servizio a 360° è molto apprezzato dai dealer.
Poi abbiamo lanciato molto novità e anche quest’anno stiamo lavorando su più di 50 nuovi prodotti: anche questo è un segnale che stiamo dando al mercato, grazie al fatto di avere alle spalle un gruppo come Generali che crede in questo business. Tra le novità del 2019, posso anticiparti che lanceremo una nuova linea super premium di pet food in occasione di Zoomark a Bologna.
Quest’anno infine abbiamo adottato la politica dei prezzi consigliati al pubblico, per offrire una maggior tranquillità ai rivenditori assicurandogli ovviamente una marginalità elevata.