Il mercato dei barbecue nel 2017 ha vissuto un anno positivo: le vendite sono aumentate di oltre il 10% e si è confermata la tendenza a favore delle macchine a gas rispetto al carbone. Abbiamo intervistato le principali imprese del settore: ecco le loro risposte.
Quanto vale il mercato dei barbecue in Italia
Come succede in tutta Europa, anche in Italia continua a crescere la passione per il barbecue e il 2017 si conferma un anno positivo. Secondo le stime raccolte dalle interviste che abbiamo condotto con le principali imprese del settore, possiamo presumere che nel 2017 siano stati venduti in Italia circa 390.000 barbecue, contro i circa 350.000 del 2016, pari a un giro d’affari di circa 34 milioni di euro sell in (+13% sul 2016), che possiamo tradurre in circa 60 milioni di euro con prezzi al consumo.
Registriamo un aumento delle vendite di macchine a gas: sono il 25% delle macchine vendute (era il 22% nel 2016) contro il 73% dei barbecue a carbone (erano il 75%). Naturalmente, se analizziamo i fatturati, i numeri cambiano a favore del gas: rappresentano il 47% del fatturato totale (era il 46%), contro il 51% dei barbecue a carbone (era il 52%). Per una volta abbiamo trovato un mercato unanime: il buon andamento delle vendite e le performance migliori delle macchine a gas sono state confermate da tutti gli intervistati.
“Il 2017 è stato un anno molto positivo per Weber Stephen Italia. Abbiamo mantenuto un trend di crescita importante a doppia cifra in linea con quanto avviene ormai da 10 anni, ovvero dall’apertura della filiale nel Belpaese – ci ha spiegato Alessandro Radin, country general manager Italia e Spagna di Weber- Stephen Products -. Con il 73% in volumi, cioè per numero di pezzi venduti, il barbecue a carbone è tamente il preferito degli italiani ma il trend di crescita delle vendite dei barbecue a gas sta registrando dei numeri estremamente interessanti. Abbiamo rilevato che il consumatore italiano tende a preferire il modello a gas anche per un primo acquisto per la praticità di utilizzo, la velocità di cottura e la facilità di pulizia”.
“L’andamento delle vendite nel 2017 è in aumento rispetto al 2016 – conferma anche Magda Mongiorgi, responsabile relazioni pubbliche di Broil King Italia -. Oggettivamente le persone, più informate e attente, non considerano più combustibili come la legna e privilegiano il gas rispetto al carbone. Per facilità di utilizzo e costi di gestione”.
“Il mercato è ancora in crescita – conferma Davide Apollonio, Ceo e direttore commerciale di Ferraboli – e il trend degli ultimi anni, come quello del 2017, è verso articoli di medio-alto livello, più a gas che a carbone; anche se il barbecue a carbone, seppur aumentando meno, detta sempre legge”.
“Dopo una partenza abbastanza diffi cile, nel 2017 il mercato si è poi stabilizzato con l’arrivo della bella stagione – spiega Giuseppe Franceschi, direttore commerciale di Bst. Rileviamo un crescendo d’interesse per i barbecue a gas, soprattutto quelli a cottura per contatto”.
“Per noi le vendite sono sensibilmente in crescita – spiega Fiorenzo Cadorin, responsabile commerciale di Fògher -. Il nostro prodotto, dal design unico, viene acquistato perché si differenzia dall’attuale concetto di barbecue presente oggi nel mercato e il consumatore finale apprezza sempre di più un prodotto completamente made in Italy. I numeri di vendita ci portano a pensare che il mercato dei dispositivi alimentati a gas sia in crescita mentre quello del carbone in calo costante”.
Anche il mercato degli accessori sta crescendo molto e rappresenta circa il 30% del fatturato del mondo barbecue in Italia. È difficile approfondire ulteriormente questo dato, ma anche le vendite di carbone e bricchetti non vanno trascurate.
“La gamma di accessori rappresenta il completamento ottimale dell’offerta che, oltre a garantire al consumatore degli strumenti fondamentali per utilizzare un barbecue in sicurezza, moltiplica le occasioni d’uso e quindi stimola acquisti ripetuti – conferma Alessandro Radin di Weber -. La presenza degli accessori è un fattore ormai quasi obbligatorio per dare continuità al business con nuove occasioni di cross selling e per rivitalizzare il comparto anche nelle stagioni fredde, proponendosi per esempio come il regalo perfetto per le occasioni festive. Una menzione a parte meritano i bricchetti di carbone, che nel nostro caso rappresentano un’importante fetta del fatturato italiano: il consumatore finale non vuole rinunciare all’autenticità della cottura sulle braci ma esige qualità, sicurezza e certezza del risultato”.
Un reparto in cui esprimere la specializzazione
Il progressivo avvicinamento degli italiani alla cucina barbecue e la proporzionale esigenza di avere maggiori informazioni, sia sulle tecniche sia sui prodotti, ha spinto molto rivenditori specializzati (sia centri giardinaggio sia centri bricolage) a candidarsi come punto di riferimento del proprio bacino d’utenza, anche creando degli shop in shop dedicati e organizzando show cooking e corsi di cucina. Un approccio commerciale basato sulla passione e l’esperienza che ha permesso al mercato di premiare i brand che puntano sulla qualità e non solo sul prezzo.
“Senza falsa modestia, questo trend è iniziato da quando Weber ha deciso di investire direttamente in Italia con l’apertura di una filiale – spiega Alessandro Radin di Weber -. Se oggi si parla comunemente di cottura a coperchio chiuso, di cui Weber è l’inventore, e di cotture indirette a bassa temperatura è grazie agli investimenti fatti dal marchio per promuovere la cultura barbecue anche all’interno dei confini nazionali, rafforzata da un’importante visibilità a livello globale. È chiaro che i rivenditori sia del mercato tradizionale che della grande distribuzione ci stanno seguendo e sposano in pieno le nostre politiche offrendoci degli spazi importanti nei loro punti vendita usufruendo del sistema shop in shop Weber. I vantaggi di questo strumento sono immediatamente riscontrabili: è in grado di supportare il consumatore nella scelta d’acquisto e nella preferenza di marca; al contempo un’area dedicata qualifi ca il dealer come punto di riferimento per il comparto barbecue e quindi appetibile anche per i consumatori pro, ossia quelli che hanno fatto del barbecue la loro passione”.
“Pvg Italy si è affacciata al mondo del barbecue per la prima volta nel 2017 ma abbiamo subito creato dei totem e dei display per esporre al meglio i prodotti, con lo scopo di valorizzarne le principali caratteristiche – confermano dall’ufficio marketing di Pvg Italy -. Supportiamo inoltre i punti vendita con volantini e flyer mirati alla personalizzazione dei corner dedicati ai barbecue Qlima”.
L’e-commerce: un’innovazione da affrontare
In particolare per il mercato dei barbecue l’e-commerce è un temibile concorrente per i rivenditori specializzati. Il rischio principale è che il consumatore si informi nel punto vendita e poi concluda l’acquisto dello stesso prodotto online: una specie di show room per brand e consumatori, dove l’unico che non guadagna è il negozio.
“Siamo davanti a un’altra rivoluzione, come ai tempi dell’avvento della GDO – spiega Davide Apollonio di Ferraboli -. La tranquillità dell’acquisto online rivoluzionerà le modalità di vendita nei prossimi cinque anni”.
“L’e-commerce sicuramente crea disturbo – concorda anche Giuseppe Franceschi di Bst -, ma credo che i volumi di vendita non siano ancora così importanti. Sta poi al buon senso delle aziende di non abusare con la presenza sui vari siti di vendita online”.
Il rivenditore non ha quindi armi? Non è così e ce lo spiega Fiorenzo Cadorin di Fògher:
“Il rivenditore con il personale di reparto qualificato che fornisce una vendita assistita sicuramente possiede un plus in più che il consumatore riconosce, soprattutto se parliamo di macchine di fascia medio-alta. Il problema arriva nel momento in cui bisogna concretizzare la vendita evitando che il cliente acquisti online: qui entra in gioco la politica di prezzo aziendale di ogni brand. I nostri rivenditori sposano il brand e la nostra filosofi a e per questo crediamo in una politica di prezzo al pubblico uguale per tutti”.
Inoltre bisogna considerare che anche i rivenditori specializzati hanno la possibilità di utilizzare le vendite online, sia in e-shop privati sia attraverso i marketplace. Utilizzando per esempio l’e-shop per ampliare l’offerta senza “caricare” il magazzino.
“L’esperienza del nostro primo anno – spiegano dall’ufficio marketing di Pvg Italy -, ci ha mostrato che una parte rilevante delle nostre vendite è stata veicolata tramite player online. A tal proposito, abbiamo creato una forte struttura di supporto con un vasto database di immagini e video di prodotti. Pensiamo che questo segmento, in linea con l’evoluzione del mercato, possa continuare a essere rilevante per il settore barbecue”.
“L’e-commerce è sempre visto come un nemico da sconfiggere, quando in realtà le potenzialità del mezzo e le sue lacune aprono ai dettaglianti tradizionali delle opportunità che andrebbero colte quanto prima – spiega Alessandro Radin di Weber -. Certamente quello che deve cambiare è l’approccio al cliente e la capacità di offrire ciò che l’online non riesce ancora a garantire: esperienza sensoriale in fase d’acquisto, consulenza professionale e gamma di servizi post vendita. L’e-commerce e l’online in genere dovrebbero essere interpretati come ulteriori strumenti per elevare l’offerta e ampliare il proprio raggio d’azione”.
Curiosità: in Germania le donne amano il barbecue
Una ricerca commissionata in Germania a Gfk da Kohle Manufaktur, produttore di carbone per barbecue, resa pubblica il 6 giugno scorso, evidenzia come le donne abbiano sorpassato gli uomini nell’amore per il barbecue. L’81% delle donne tedesche intervistate, infatti, ha dichiarato di aver grigliato almeno 4 volte nell’ultimo anno, contro l’80% degli uomini. Se alziamo l’asticella, e analizziamo chi ha dichiarato di grigliare almeno 10 volte l’anno, gli uomini tornano in testa con il 52% degli intervistati contro il 46% delle donne. La verità è che anche se alla griglia c’è un uomo, le donne sono spesso responsabili della preparazione dei cibi (82%). E c’è un 30% di famiglie in cui è la donna a grigliare. La maggioranza delle donne tedesche preferisce cucinare con i barbecue a carbone: il 74%, con un +10% rispetto alla precedente rilevazione del 2016.