Il florovivaismo sostenibile è una pratica sempre più diffusa, frutto di una transizione epocale verso tecniche di coltivazione meno impattanti per l’ambiente. Anche in Olanda è un tema all’ordine del giorno.
in collaborazione con Mps
Il florovivaismo europeo sta vivendo da molti anni un processo di cambiamento volto a ridurre l’impatto ambientale delle coltivazioni. Un trend accelerato dalla crescente attenzione da parte dei consumatori finali verso comportamenti d’acquisto sostenibili, che indirizzano le scelte e le richieste dei grandi buyer, come quelli delle catene della grande distribuzione che iniziano a pretendere verde vivo certificato e coltivato con metodi biologici. La stessa tendenza si nota anche nei centri giardinaggio europei: sono sempre di più le insegne impegnate nella riduzione della propria carbon footprint, documentata da Report di Sostenibilità periodici, che tra le tante azioni prediligono la scelta di piante certificate.
L’introduzione della sostenibilità nelle imprese florovivaistiche implica diverse problematiche e un approccio integrato, poiché deve considerare diversi fattori a partire dalle risorse energetiche, all’uso dell’acqua, alle tecniche di coltivazione più sostenibili, fino alla riduzione dell’uso di agrofarmaci e fertilizzanti chimici a favore di soluzioni biologiche.
Nel nord Europa, in particolare in Olanda, troviamo in questo ambito delle sperimentazioni davvero interessanti e utili come fonte di ispirazione per tutto il settore.
Energia e risorse naturali
Una delle principali aree di intervento per migliorare la sostenibilità nel florovivaismo è l’ottimizzazione dell’uso dell’energia e dei sistemi d’irrigazione.
L’azienda Hans van der Meer Potplanten ha approcciato la coltivazione di piante in vaso negli anni Novanta, dopo un passato dedicato alla produzione di fiori recisi. In particolare sono specializzati nelle astilbe e sfruttano i pannelli solari dal 2015: “Ci consentono di generare ciò di cui abbiamo bisogno – commentano i responsabili – e di immettere l’eccesso nella rete. Stiamo valutando le opzioni per una batteria di accumulo che ci consenta di immagazzinare l’elettricità di riserva”.
“Coltiviamo piante in vaso in modo biologico dal 2022 – dichiara Florian Faassen, contitolare dell’olandese Faassen Plants -. Ora anche il nostro vivaio all’aperto con piante forestali sta passando al biologico: è una sfida piuttosto unica nel nostro settore. Il campionamento del terreno e la preparazione preventiva sono particolarmente importanti, ma ci sono sempre più prodotti biologici disponibili da utilizzare durante la coltivazione. Abbiamo oltre cento pannelli solari sul nostro tetto dal 2013. Nell’edificio di servizio abbiamo quattro carrelli elevatori elettrici e abbiamo abbandonato il gas”.
Faassen Plants è un vivaio fondato nel 1924 a Tegelen in Olanda, oggi specializzato principalmente in piante per silvicoltura e da siepe, alberi per viali e arbusti in vaso, ma con un’offerta che comprende piante perenni, alberi a spalliera, arbusti, rose e conifere. I principali clienti sono i giardinieri e le municipalità, ma esporta una buona parte della sua produzione: in passato negli Stati Uniti e in Canada, oggi maggiormente in Europa.
Jk Plant è una giovane azienda olandese a conduzione familiare, attiva da tredici anni, specializzata nella produzione di una gamma di prodotti diversificata nel segmento di fascia alta: come monstere, araucarie e dahlie. Esportano in tutta Europa, in particolare in Scandinavia, Regno Unito e Germania.
“Per l’energia sfruttiamo la co-produzione combinata di energia elettrica e calore (Chp – Combined Heat and Power), che genera calore sostenibile e fornisce energia alla rete quando necessario – racconta Joram Kuijvenhoven, contitolare di Jk Plant -. Non mancano i sistemi di coltivazione chiusi con doppi schermi e ricircolo dell’acqua. A parte questo, stiamo ancora cercando delle alternative per il nostro riscaldamento”.
Oudijk Gerbera è un’azienda a conduzione familiare, fondata nel 1975, specializzata nella coltivazione di gerbere a fiore piccolo di tutti i colori. “Vanno soprattutto ai grossisti – spiega Dirk-Jan Oudijk, amministratore delegato di Oudijk Gerbera -, che pretendono una qualità costantemente elevata, in estate e in inverno. Per soddisfare questa richiesta, lavoriamo con le tecnologie più recenti: cinque anni fa siamo stati tra i primi vivai a installare deumidificatori. Ci hanno permesso di ridurre il consumo di gas del 40% e di migliorare il clima nella serra. Siamo contenti del risparmio di gas offerto dai deumidificatori, ma ovviamente consumano anche energia: quindi tre anni fa abbiamo investito nell’illuminazione a led. In questo modo otteniamo la stessa quantità di luce con metà delle luci accese. Dal 2023 abbiamo una caldaia elettrica da 10 MW che funziona a 10 kV: è piuttosto unica nel florovivaismo e forse siamo il primo vivaio a possederne una. Può produrre calore sostenibile in condizioni di vento e sole e ci auguriamo ci consenta di ottenere notevoli risparmi sul gas. I nostri clienti chiedono sostenibilità e una minore carbon footprint e, naturalmente, anche noi vogliamo il meglio per il pianeta”.
La difesa biologica
La transizione verso metodi biologici implica l’uso limitato o nullo di pesticidi chimici. Le aziende stanno esplorando alternative naturali per il controllo dei parassiti e delle malattie, come l’impiego di insetti utili e microrganismi benefici.
Jk Plant ha adottato anche sistemi di difesa biologici con l’uso di vespe parassite, nematodi e altri “natural born killer”. L’ultima sperimentazione sono i gechi: “Li usiamo sui parassiti con cui ogni tanto abbiamo problemi – conferma Joram Kuijvenhoven -. Finora hanno fatto un buon lavoro, anche se dovremo provarli per un anno prima di sapere se il geco è un buon custode”.
Anche Hans van der Meer Potplanten sfrutta i nemici naturali dei parassiti: “Stiamo già utilizzando meno prodotti chimici grazie all’introduzione di vespe parassite, ma i clienti di paesi come la Norvegia non tollerano la presenza di alcun insetto sulle piante. Quindi non possiamo ancora coltivare al 100% senza sostanze chimiche, anche se idealmente vorremmo farlo”.
“L’intera attività è dotata di reti anti-insetto – spiega Dirk-Jan Oudijk di Oudijk Gerbera – che ci consentono di ricorrere ancora di più ai soli controlli biologici: insieme alle banker plant, che forniscono un esercito permanente di insetti benefici, le reti ci assicurano di poter coltivare in modo responsabile anche in futuro”.
Florovivaismo sostenibile: l’importanza delle certificazioni Mps
Ciò che accomuna tutte queste aziende è l’utilizzo delle certificazioni Mps per documentare ai compratori internazionali in modo certo il proprio impegno in difesa dell’ambiente.
Jk Plant è certificata Mps-Abc, Mps-Sq e Mps-Gap e rileva la sua carbon footprint tramite Mps. Anche Oudijk Gerbera vanta diverse certificazioni Mps: Mps-A, Mps- Gap e Mps-Socially Qualified, molto utile trattandosi di un produttore di fiori recisi.
“Le certificazioni come Mps-Abc dimostrano il nostro impegno – spiega Florian Faassen di Faassen Plants -. Mio padre ha iniziato con Mps perché teneva alla garanzia della qualità. All’inizio era molto dispendioso in termini di tempo, energia e denaro, ma l’investimento ha dato i suoi frutti: negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescente domanda di certificazioni, anche dall’estero. Abbiamo notato che il mercato del giardinaggio valorizza sempre di più la trasparenza lungo l’intera filiera. I comuni, in particolare, danno priorità alle certificazioni di sostenibilità quando acquistano piante”.
Van der Meer è stato uno dei primissimi aderenti olandesi a Mps: “A quei tempi, circa trent’anni fa, è stata una vera rivelazione per molti coltivatori, ma l’ho trovata subito interessante. All’epoca registravamo già molti dati di produzione e ora facciamo ancora di più. La gestione a volte può essere piuttosto impegnativa, ma i controlli e gli audit sono semplici da programmare. Tutto sommato, sono un grande fan della certificazione Mps!”.
L’incremento delle tecniche di coltivazione sostenibili e biologiche nel florovivaismo europeo rappresenta non solo una risposta alle sfide ambientali attuali ma anche un’opportunità strategica per il futuro del settore. Attraverso l’adozione di pratiche innovative e responsabili, i produttori possono contribuire alla conservazione dell’ambiente migliorando al contempo la loro competitività sul mercato globale. La strada verso un florovivaismo più sostenibile è tracciata da scelte consapevoli che promuovono un equilibrio tra economia, ecologia e responsabilità sociale.
www.my-mps.com
www.astilbe.nl
www.faassenplants.nl
www.jkplant.nl
www.oudijkgerbera.nl