mercoledì, Dicembre 18, 2024

Modelli di florovivaismo sostenibile dall’Olanda

Il florovivaismo sostenibile è una pratica sempre più diffusa, frutto di una transizione epocale verso tecniche di coltivazione meno impattanti per l’ambiente. Anche in Olanda è un tema all’ordine del giorno.

in collaborazione con Mps

Il florovivaismo euro­peo sta vivendo da mol­ti anni un processo di cambiamento volto a ridurre l’im­patto ambientale delle coltiva­zioni. Un trend accelerato dalla crescente attenzione da parte dei consumatori finali verso com­portamenti d’acquisto sostenibi­li, che indirizzano le scelte e le richieste dei grandi buyer, come quelli delle catene della grande distribuzione che iniziano a pre­tendere verde vivo certificato e coltivato con metodi biologici. La stessa tendenza si nota anche nei centri giardinaggio europei: sono sempre di più le insegne impe­gnate nella riduzione della propria carbon footprint, documentata da Report di Sostenibilità periodici, che tra le tante azioni prediligono la scelta di piante certificate.

L’introduzione della sostenibilità nelle imprese florovivaistiche im­plica diverse problematiche e un approccio integrato, poiché deve considerare diversi fattori a parti­re dalle risorse energetiche, all’u­so dell’acqua, alle tecniche di col­tivazione più sostenibili, fino alla riduzione dell’uso di agrofarmaci e fertilizzanti chimici a favore di so­luzioni biologiche.

Nel nord Europa, in particolare in Olanda, troviamo in questo ambi­to delle sperimentazioni davvero interessanti e utili come fonte di ispirazione per tutto il settore.

Energia e risorse naturali

Una delle principali aree di inter­vento per migliorare la sostenibilità nel florovivaismo è l’ottimizzazione dell’uso dell’energia e dei sistemi d’irrigazione.

L’azienda Hans van der Meer Potplanten ha approcciato la colti­vazione di piante in vaso negli anni Novanta, dopo un passato dedica­to alla produzione di fiori recisi. In particolare sono specializzati nelle astilbe e sfruttano i pannelli solari dal 2015: “Ci consen­tono di generare ciò di cui abbiamo bisogno – commen­tano i responsabili – e di immettere l’eccesso nella rete. Stiamo valutando le opzioni per una batteria di accumulo che ci consenta di immagazzinare l’elettri­cità di riserva”.

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Hans van der Meer Potplanten

“Coltiviamo piante in vaso in modo biologico dal 2022 – dichiara Florian Faassen, contitolare dell’o­landese Faassen Plants -. Ora anche il nostro vivaio all’aperto con piante foresta­li sta passando al biologico: è una sfida piuttosto unica nel nostro settore. Il campionamen­to del terreno e la preparazione preventiva sono particolarmente importanti, ma ci sono sempre più prodotti biologici disponibili da uti­lizzare durante la coltivazione. Ab­biamo oltre cento pannelli solari sul nostro tetto dal 2013. Nell’edificio di servizio abbiamo quattro carrelli elevatori elettrici e abbiamo abban­donato il gas”.

Faassen Plants è un vivaio fondato nel 1924 a Tegelen in Olanda, oggi specializzato principalmente in piante per silvicoltura e da siepe, alberi per viali e arbusti in vaso, ma con un’offerta che comprende piante perenni, alberi a spalliera, arbusti, rose e conifere. I principali clienti sono i giardinieri e le munici­palità, ma esporta una buona par­te della sua produzione: in passato negli Stati Uniti e in Canada, oggi maggiormente in Europa.

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Faassen Plants

Jk Plant è una giovane azienda olandese a conduzione familiare, attiva da tredici anni, specializzata nella produzione di una gamma di prodotti diversificata nel segmen­to di fascia alta: come monstere, araucarie e dahlie. Esportano in tutta Europa, in particolare in Scan­dinavia, Regno Unito e Germania.

“Per l’energia sfruttiamo la co-produzione combinata di energia elettrica e calore (Chp – Combined Heat and Power), che genera calore sostenibile e fornisce energia alla rete quando necessario – racconta Joram Kuijvenhoven, contitolare di Jk Plant -. Non mancano i siste­mi di coltivazione chiusi con doppi schermi e ricircolo dell’acqua. A parte questo, stiamo ancora cer­cando delle alternative per il nostro riscaldamento”.

Jk Plant

Oudijk Gerbera è un’azienda a conduzione familiare, fondata nel 1975, specializzata nella coltiva­zione di gerbere a fiore piccolo di tutti i colori. “Vanno soprattutto ai grossisti – spiega Dirk-Jan Oudijk, amministratore delegato di Oudijk Gerbera -, che pretendono una quali­tà costantemente elevata, in estate e in inverno. Per soddisfare questa richiesta, lavoriamo con le tecnolo­gie più recenti: cinque anni fa sia­mo stati tra i primi vivai a installare deumidificatori. Ci hanno permes­so di ridurre il consumo di gas del 40% e di migliorare il clima nella serra. Siamo contenti del risparmio di gas offerto dai deumidificatori, ma ovviamente consumano anche energia: quindi tre anni fa abbiamo investito nell’illuminazione a led. In questo modo otteniamo la stes­sa quantità di luce con metà del­le luci accese. Dal 2023 abbiamo una caldaia elettrica da 10 MW che funziona a 10 kV: è piuttosto uni­ca nel florovivaismo e forse siamo il primo vivaio a possederne una. Può produrre calore sostenibile in condizioni di vento e sole e ci auguriamo ci consenta di ottenere notevoli risparmi sul gas. I nostri clienti chiedono sostenibilità e una minore carbon footprint e, natural­mente, anche noi vogliamo il me­glio per il pianeta”.

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Oudijk Gerbera

La difesa biologica

La transizione verso metodi biolo­gici implica l’uso limitato o nullo di pesticidi chimici. Le aziende stan­no esplorando alternative naturali per il controllo dei parassiti e delle malattie, come l’impiego di insetti utili e microrganismi benefici.

Jk Plant ha adottato anche sistemi di difesa biologici con l’uso di vespe parassite, nematodi e altri “natural born killer”. L’ultima sperimentazio­ne sono i gechi: “Li usiamo sui pa­rassiti con cui ogni tanto abbiamo problemi – conferma Joram Kuijven­hoven -. Finora hanno fatto un buon lavoro, anche se dovremo provarli per un anno prima di sapere se il geco è un buon custode”.

Anche Hans van der Meer Potplan­ten sfrutta i nemici naturali dei parassiti: “Stiamo già utilizzando meno prodotti chimici grazie all’in­troduzione di vespe parassite, ma i clienti di paesi come la Norvegia non tollerano la presenza di alcun insetto sulle piante. Quindi non possiamo ancora coltivare al 100% senza sostanze chimiche, anche se idealmente vorremmo farlo”.

“L’intera attività è dotata di reti anti-insetto – spiega Dirk-Jan Ou­dijk di Oudijk Gerbera – che ci con­sentono di ricorrere ancora di più ai soli controlli biologici: insieme alle banker plant, che forniscono un esercito permanente di inset­ti benefici, le reti ci assicurano di poter coltivare in modo responsa­bile anche in futuro”.

Florovivaismo sostenibile: l’importanza delle certifi­cazioni Mps

Ciò che accomuna tutte queste aziende è l’utilizzo delle certifi­cazioni Mps per documentare ai compratori internazionali in modo certo il proprio impegno in difesa dell’ambiente.

Jk Plant è certificata Mps-Abc, Mps-Sq e Mps-Gap e rileva la sua carbon footprint tramite Mps. An­che Oudijk Gerbera vanta diverse certificazioni Mps: Mps-A, Mps- Gap e Mps-Socially Qualified, molto utile trattandosi di un pro­duttore di fiori recisi.

“Le certificazioni come Mps-Abc dimostrano il nostro impegno – spiega Florian Faassen di Faas­sen Plants -. Mio padre ha iniziato con Mps perché teneva alla garan­zia della qualità. All’inizio era mol­to dispendioso in termini di tempo, energia e denaro, ma l’investimen­to ha dato i suoi frutti: negli ulti­mi anni abbiamo assistito a una crescente domanda di certifica­zioni, anche dall’estero. Abbiamo notato che il mercato del giardi­naggio valorizza sempre di più la trasparenza lungo l’intera filiera. I comuni, in particolare, danno pri­orità alle certificazioni di sostenibi­lità quando acquistano piante”.

Van der Meer è stato uno dei pri­missimi aderenti olandesi a Mps: “A quei tempi, circa trent’anni fa, è stata una vera rivelazione per molti coltivatori, ma l’ho trovata subito interessante. All’epoca registrava­mo già molti dati di produzione e ora facciamo ancora di più. La ge­stione a volte può essere piuttosto impegnativa, ma i controlli e gli au­dit sono semplici da programmare. Tutto sommato, sono un grande fan della certificazione Mps!”.

L’incremento delle tecniche di colti­vazione sostenibili e biologiche nel florovivaismo europeo rappresenta non solo una risposta alle sfide ambientali attuali ma anche un’op­portunità strategica per il futuro del settore. Attraverso l’adozione di pratiche innovative e responsa­bili, i produttori possono contribui­re alla conservazione dell’ambien­te migliorando al contempo la loro competitività sul mercato globale. La strada verso un florovivaismo più sostenibile è tracciata da scel­te consapevoli che promuovono un equilibrio tra economia, ecologia e responsabilità sociale.

www.my-mps.com
www.astilbe.nl
www.faassenplants.nl
www.jkplant.nl
www.oudijkgerbera.nl

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