“Trasformiamo l’Italia in un luogo più bello: coltiviamo i nostri giardini!”: con questo slogan Promogiardinaggio ha avviato la campagna di comunicazione “Verde che ti passa” per promuovere la cura del verde e la qualità della vita. Ce ne parla Ugo Toppi, il suo presidente.
L’Associazione no-profit Promogiardinaggio ha lanciato in questi giorni la campagna di comunicazione “Verde che ti passa” volta a sottolineare l’importante ruolo svolto dalle piante nelle nostre vite, case e città. La campagna, affidata all’agenzia Team99, sfrutterà l’uso di differenti visual stagionali e le sinergie della filiera: verrà infatti promossa sia sui principali social network sia attraverso affissioni nei centri giardinaggio associati.
Ricordiamo che Promogiardinaggio è promossa delle imprese della filiera del giardinaggio: quindi i produttori e i brand leader del mercato, ma anche i più importanti centri giardinaggio, associazioni e case editrici.
Per saperne di più sulla campagna “Verde che ti passa” abbiamo incontrato Ugo Toppi, presidente di Promogiardinaggio.
“Verde che ti passa”: coltivando le piante, coltiviamo noi stessi
GreenRetail: Come nasce la campagna “Verde che ti passa”?
Ugo Toppi: Promogiardinaggio è una piattaforma di marketing a disposizione delle imprese del settore e di anno in anno decidiamo insieme ai soci come investire il patrimonio comune. Accanto ad alcuni progetti costanti, come il magazine Natù, ogni anno investiamo in progetti utili per le imprese associate.
Negli ultimi anni ci siamo dedicati molto alla comprensione del nostro mercato e del nostro consumatore e abbiamo investito soprattutto in ricerche di mercato. Nell’assemblea dei soci dello scorso novembre abbiamo deciso di puntare nel 2024 sulla comunicazione, tornando un po’ alle nostre origini, circa quindici anni fa, quando nel 2009 e 2010 abbiamo realizzato le campagne pubblicitarie “La verdura del tuo orto non fa un metro” e “Accettate verdure dagli sconosciuti?”.
GreenRetail: Ci sono grandi differenze rispetto alle provocazioni di allora…
Ugo Toppi: In quindici anni sono cambiati anche i tempi. Allora investimmo sui quotidiani, mentre oggi useremo i social network: la costante è l’attività con le affissioni nei centri giardinaggio, che grazie al cielo esistono ancora.
Nel 2009 il mercato italiano era attraversato da una crisi economica, seguita al crack della Lehman Brothers del settembre 2008. L’orticoltura domestica stava tornando di moda, nascevano gli orti nelle aziende e anche Michelle Obama ne realizzò uno alla Casa Bianca. Allora abbiamo scelto di dedicare le prime campagne pubblicitarie all’orticoltura domestica perché era importante promuoverla, indicando nei centri giardinaggio i luoghi ideali per effettuare una scelta e raccogliere informazioni. Abbiamo scelto degli slogan forse un po’ provocatori per indurre gli italiani a riflettere sull’importanza di sapere cosa contengono gli ortaggi e la frutta che mangiano.
Gli slogan “Accettate verdure dagli sconosciuti?” e “La verdura del tuo orto non fa un metro” non volevano denigrare il lavoro degli agricoltori o della Gdo, ma far riflettere sui vantaggi offerti dall’orticoltura domestica. Oggi, dopo gli anni di pandemia, il contesto è molto cambiato: le ultime ricerche di mercato evidenziano una netta evoluzione rispetto a quindici anni fa.
GreenRetail: Ne possiamo parlare?
Ugo Toppi: In un mondo sempre più frenetico e urbanizzato, sono in aumento gli italiani che stanno riscoprendo il piacere di circondarsi di piante in casa e di dedicarsi alla coltivazione di un giardino, di un orto o di uno “angolo verde” sul terrazzo, che fa bene alle piante e fa bene a noi stessi.
In passato la maggior parte dei consumatori italiani di giardinaggio era rappresentata dagli hobby farmer, che hanno un approccio “funzionale” con le piante. Cioè coltivano l’orto per trarne un guadagno: frutta e verdura biologica a km zero. Secondo la ricerca che Promogiardinaggio ha affidato a Nielsen, nel 2011 erano il cluster più significativo, con 6,7 milioni di italiani coinvolti. L’ultima ricerca affidata nel 2023 da Promogiardinaggio a Beyond Research Group ha invece evidenziato un aumento dei consumatori “esteti”: sono giovani, spesso coppie senza figli, con un livello di istruzione e reddito elevato che vivono il gardening come modalità di autoespressione e come mezzo per “fare colpo” sugli altri. Amano sperimentare le ultime tendenze, anche per stupire parenti e amici. Un approccio moderno e, da un certo punto di vista, più professionale al giardinaggio, ma meno utilitaristico e “funzionale” rispetto a quello degli hobby farmer.
Soprattutto le giovani generazioni, che sempre di più frequentano i centri giardinaggio, trovano nel giardinaggio un modo per rilassarsi e prendere una pausa, spesso solitaria, dal mondo. Diversi studi scientifici dimostrano come il giardinaggio abbia un impatto positivo sulla salute mentale e fisica. L’attività all’aria aperta aumenta la produzione di endorfine, i cosiddetti “ormoni della felicità”, mentre la cura delle piante stimola la creatività e il senso di responsabilità. Inoltre, il cosiddetto “giardinaggio leggero” rappresenta un ottimo modo per effettuare esercizio fisico, favorendo il rafforzamento muscolare e il miglioramento della coordinazione. È per questo che con la nuova campagna ci rivolgiamo alle nuove generazioni, al nuovo target di consumatori che fanno bene alle piante per far bene a se stessi, e quindi: Verde che ti passa!
GreenRetail: È possibile che la pandemia abbia influito sul modo di approcciarsi al giardinaggio da parte degli italiani?
Ugo Toppi: Non possiamo negare che nel biennio pandemico 2020/2021, pur con tutte le difficoltà, abbiamo vissuto anni record per il giardinaggio. Un po’ tutti, chiusi in casa o nei propri comuni, si sono dedicati al miglioramento dell’appartamento, del terrazzo e del giardino. La pandemia ha avvicinato al verde molti italiani che prima investivano in altre passioni e sicuramente qualcuno è rimasto: chi ha rimesso a nuovo un giardino, non lo abbandona dopo un anno solo perché può tornare a viaggiare.
Durante il Covid chi già curava il verde ha potuto aumentare tempo e spazi da dedicare alla coltivazione, ma molti si sono avvicinati a questo passatempo per la prima volta. Lo conferma la ricerca di mercato commissionata nel 2023 a Beyond Research Group, che evidenzia come dopo la pandemia la passione sia rimasta comunque alta. Solo il 10% ha dedicato meno tempo e risorse economiche al giardinaggio dopo il Covid, contro il 17% che lo ha aumentato.
Ma sono soprattutto le nuove generazioni che amano circondarsi di piante in casa alla ricerca di un “angolo verde” di relax. L’associazione tra “giardinaggio” e “relax” era emersa già nel 2020 nella ricerca affidata da Promogiardinaggio all’istituto di ricerca Kkienn e condotta durante la pandemia.
GreenRetail: C’è anche una maggiore sensibilità verso l’ambiente e la natura che forse aiuta?
Ugo Toppi: Certo, oggi assistiamo anche al fenomeno del plant parenting: le piante d’appartamento diventano veri e propri membri della famiglia e il loro benessere fa stare bene tutti. Coltivando le piante, coltiviamo noi stessi.
Per case e città più vivibili
GreenRetail: Le piante in casa non sono solo “estetica”. Uno dei temi rilanciati da Promogiardinaggio riguarda l’uso delle piante per ridurre gli inquinanti indoor…
Ugo Toppi: Le piante d’appartamento sono un elemento decorativo per le nostre case ma anche un importante alleato per migliorare la qualità dell’aria, spesso più inquinata di quella esterna. Hanno infatti la capacità di assorbire i micro-inquinanti presenti nell’aria, denominati Vocs.
Promogiardinaggio già nel 2010 ha organizzato un convegno scientifico dedicato all’uso delle piante d’appartamento per migliorare la qualità dell’aria domestica, patrocinato da Regione Lombardia e Legambiente e con la partecipazione del Cnr e delle Università di Bologna e di Parma. Un’attività che ci ha permesso di portare questo tema sulle principali testate nazionali e a cui abbiamo fatto seguire una serie di poster e materiali per i punti vendita per spiegare come sfruttare questa proprietà e suggerire le piante più indicate con le differenti prestazioni.
Ma è ormai chiaro a tutti che il verde è fondamentale anche per la vivibilità dei centri urbani: migliora la qualità dell’aria, riduce l’inquinamento atmosferico e mitiga l’effetto delle isole di calore. Non a caso la creazione di tetti verdi e giardini sui terrazzi è parzialmente finanziata dallo Stato, attraverso il Bonus Verde: proprio perché contribuiscono a migliorare la qualità della vita nelle città.
Perché Promogiardinaggio
GreenRetail: Perché un’azienda del settore dovrebbe iscriversi a Promogiardinaggio?
Ugo Toppi: Perché è l’unica realtà che da oltre dieci anni investe costantemente per analizzare il mercato del giardinaggio italiano e lo fa in un modo profittevole per tutti gli associati. Perché le ricerche vengono pagate dall’associazione e tutti i soci le ricevono gratuitamente. Con la quota di iscrizione si entra in possesso di nuove ricerche del valore di 30/40.000 euro: un’impresa che si iscrive oggi può attingere a un patrimonio storico di analisi che hanno richiesto un investimento superiore ai 150.000 euro. Nessuna azienda del settore può investire così tanto in ricerche di mercato: abbracciando Promogiardinaggio e il concetto di condivisione, tutti possiamo giovare di questi strumenti ormai indispensabili per ogni azienda, della produzione e della distribuzione.
Promogiardinaggio non si occupa però solo di ricerche di mercato e in questi 16 anni sono tanti gli ambiti di intervento che ci hanno visti protagonisti. Riunendo le principali imprese del mercato, è naturale che nelle nostre assemblee in questi anni siano emerse tutte le problematiche che hanno toccato il comparto del giardinaggio.
Penso al problema dei garden center, degli agrofarmaci per uso hobbistico o al recente tema dei vasi considerati packaging: tutte tematiche che Promogiardinaggio ha fatto proprie cercando di fornire un sostegno alle imprese coinvolte e rappresentando direttamente, in qualità di associazione, gli interessi del settore nei confronti dei diversi interlocutori. Nel caso degli Unp (agrofarmaci a Uso Non Professionale – ndr) siamo stati accreditati dal Ministero della Salute.
GreenRetail: Come siete intervenuti in quel caso?
Ugo Toppi: Abbiamo ascoltato le istanze delle imprese del settore e le abbiamo rappresentate nelle sedi istituzionali, affiancandoci alle associazioni più deputate e già coinvolte, in questo caso Agrofarma e Compag. Promogiardinaggio è una associazione di filiera e con la nostra presenza dimostravamo che il decreto sulla limitazione degli agrofarmaci per hobbisti era troppo restrittivo e rappresentava un pericolo per tutti e non solo per le imprese direttamente coinvolte. Per i garden center anzitutto, ma a cascata per tutte le imprese: se l’hobbista non può difendere le rose da afidi e ticchiolatura smetterà di comprarle e venderemo meno vasi e concimi per rose. Vedremo nei prossimi anni chi aveva ragione.
Ovviamente non siamo andati noi a Roma: abbiamo ingaggiato una società di advisor specializzata che ci ha permesso di raccogliere le informazioni necessarie e di ottenere due proroghe. Un’attività finanziata in parte dall’associazione.
GreenRetail: All’estero però le associazioni hanno un maggior numero di soci…
Ugo Toppi: Ho smesso di fare paragoni con l’estero. In Francia e nel centro-nord Europa il consumo pro capite di piante e fiori e di prodotti per il giardinaggio è nettamente superiore al nostro: il potere d’acquisto delle famiglie è più alto e possono permettersi di investire nel proprio “spazio verde”. Avendo mercati più ricchi possono investire maggiormente: quindi hanno fiere e associazioni più importanti e ricche.
Più che il numero di soci, tuttavia, invidio ai colleghi esteri l’attenzione che i mass media e le televisioni pubbliche e private dedicato al giardinaggio in Inghilterra, Francia o Germania. Mi direte che i mercati sono più ricchi e investono maggiormente in pubblicità televisiva: è un fattore sicuramente importante. Ma almeno la televisione pubblica dovrebbe svolgere una funzione “sociale” e dare spazio a tutti. Dalle nostre ricerche emerge che il 28% degli italiani si considera “pollice verde”, il 72% ha a disposizione un orto o un giardino e l’88% coltiva almeno una pianta in casa: se ben affrontato, mi sembra un tema di grande interesse.
Se analizziamo i palinsesti delle principali reti pubbliche e private dedicano più spazio all’astrologia che al giardinaggio: vi sembra normale?