Per “desertificazione commerciale” si intende il processo per cui i punti vendita fisici in attività diminuiscono, non solo come conseguenza della crescita dell’e-commerce ma anche per motivi demografici e geografici. In Italia dal 2012 al 2023 ha chiuso oltre il 20% dei negozi senza essere rimpiazzato da altre attività: lo spiega l’osservatorio sulla Demografia delle imprese nelle città italiane promosso dall’Ufficio Studi di Confcommercio.
I dati sulla “desertificazione commerciale” in Italia dal 2012 al 2023
In dieci anni, dal 2012 al 2023, in Italia è scomparso 1 negozio “fisico” su 5, senza essere rimpiazzato. Il dettaglio in sede fissa è calato del 20,2%, pari a oltre 111.000 negozi scomparsi. Lo spiegano i dati della 9a edizione dell’osservatorio sulla Demografia delle imprese nelle città italiane promosso dall’Ufficio Studi di Confcommercio e presentato lo scorso 19 marzo.
Il commercio al dettaglio in sede fissa (esclusi bar e ristoranti) è passato dai 551.317 negozi del 2012 ai 439.805 del 2023: un calo del 20,2% pari a 111.512 negozi in meno. La situazione è ancora peggiore nei 120 comuni medio-grandi, dove i negozi sono passati dai 135.386 del 2012 ai 106.409 del 2023: il 21,4% in meno.
In dieci anni 1 impresa attiva al dettaglio su 5 è scomparsa dal mercato e non è stata sostituita: è il risultato dell’introduzione delle nuove tecnologie nel processo d’acquisto. Sono i negozi delle città e nei centri storici quelli diminuiti particolarmente: -20,6% nel sud e -24% nel centro-nord.
L’analisi dei centri storici evidenzia anche differenze fra categorie di punti vendita. A fronte di un calo medio nazionale del -22,8 del dettaglio con sede fissa nei centri storici, è interessante rilevare come i negozi di libri e giocattoli siano diminuiti del -35,8% e quelli di mobili e ferramenta del -33,9%. Va meglio alle farmacie (+12,4%) e ai negozi di computer e telefonia (+11,8%).
Tra le città a maggior rischio di “desertificazione commerciale”, cioè quelle con la maggiore differenza di negozi al dettaglio tra il 2012 e il 2021, spiccano Belluno (-25,8%), Gorizia (-24,3%), Savona (-24%) e Pordenone (-23%).
Le cause non sono solo imputabili all’e-commerce. Pesa anche la densità commerciale iniziale, la dinamica demografica, i consumi pro capite, lo sviluppo dei discount e i canoni di locazione dei negozi.