domenica, Novembre 24, 2024

Da 50 anni al servizio degli specialisti: intervista a Silvia Erba

Abbiamo incontrato Silvia Erba, direttore commerciale e marketing di Erba, per parlare degli oltre 50 anni dell’azienda, di sostenibilità e del canale specializzato.

Erba di Bussero (MI) è stata fondata dai fratelli Angelo e Serafino Erba nel 1971 e già allora specializzata negli stampi a iniezione. Inizialmente con una produzione differenziata di articoli, ma subito indirizzata verso la produzione di vasi che ancora oggi è la specialità di Erba. Col tempo alla guida dell’azienda si sono affiancati i figli dei fondatori: le sorelle Elena e Silvia e i fratelli Carlo e Fabio Erba.

Oggi Erba è un punto di riferimento per i florovivaisti con un’ampia gam­ma di contenitori e soluzioni per la coltivazione, cui si affiancano una se­rie di vasi di design destinati al con­sumatore finale. Tra cui l’innovativa linea Green Pop realizzata per il 95% con plastica riciclata post consumo.

Abbiamo incontrato Silvia Erba, di­rettore commerciale e marketing di Erba, per capire come sta cambian­do il modo di produrre i vasi in tempi di ecosostenibilità e di demonizzazio­ne di questa invece preziosa risorsa.

“Il vaso più ecologico è quello durevole”

GreenRetail: Avete superato il 50° an­niversario e ormai possiamo dire che siete alla seconda generazione: come avete festeggiato?

Silvia Erba: Ormai siamo al nostro 52° anno perché il 50° è capitato in piena pandemia Covid e l’abbiamo festeggiato solo internamente. Sia­mo molto soddisfatti del lavoro svol­to in questi cinquant’anni e i fonda­tori hanno ancora un ruolo attivo in azienda e fondamentalmente sono ancora i proprietari. Ovviamente le scelte decisionali sono passate alla seconda generazione.

GreenRetail: Come giudichi l’andamen­to del mercato nel 2023?

Silvia Erba: Siamo molto soddisfat­ti nonostante il calo di fatturato, ampiamente prevedibile dopo anni incredibili. Siamo soddisfatti soprat­tutto in termini di redditività e per gli investimenti pianificati: entro fine anno arriverà una nuova pressa a ri­sparmio energetico e l’anno prossi­mo ne installeremo altre due. Entro il 2024 investiremo circa 3 milioni di euro per nuovi impianti.
All’estero c’è stato un grosso freno, soprattutto in Germania e Olanda. Tutto legato alla crisi russa e alla crisi economica del mercato tede­sco. I nostri clienti olandesi hanno iniziato a riprendersi negli ultimi due mesi, mentre la Germania è ferma.
Sicuramente l’anno prossimo ci sarà una piccola ripresa in termini di consumi: Nel 2024/2025 tutto il mondo dell’accessorio si riprenderà, così come il consumo di piante.
Anche il catalogo 2024 conterrà molte novità, come una linea che andrà ad affiancarsi alla fioriera dell’anniversario, completando la gamma con la stessa finitura. Abbia­mo ampliato anche le altre gamme, a partire dalla linea Green Pop che viene dalla raccolta differenziata.

GreenRetail: A proposito di sostenibili­tà, sbaglio o c’è un po’ di confusione nell’uso e comprensione di termini come eco, bio, riciclato, riciclabile, plastica seconda vita, ecc.?

Silvia Erba: Sicuramente. Noi ab­biamo sempre puntato sulla plasti­ca post consumo (Pcr Post consu­mer recycled – ndr) e non abbiamo mai usato la plastica seconda vita, tranne che per qualche linea o per necessità. Per i prodotti basici de­stinati al grande pubblico abbiamo deciso di puntare sul post consu­mo: però un post consumo asso­lutamente europeo. Secondo noi infatti non ha alcun senso utilizzare un post consumo che ha girato due volte il mondo: perché il risparmio in termini di CO2 andrebbe perso.
Questa scelta incide in termini di prezzo fondamentalmente, perché qualche centesimo in più si paga, ma per noi la sostenibilità e la qua­lità del prodotto sono altrettanto fondamentali. Siamo soddisfatti del­la scelta fatta e continuiamo su que­sta strada. La utilizziamo in sempre più prodotti, sia nella linea profes­sionale sia in quelle consumer.
C’è una grande confusione anche tra i consumatori, che non conoscono la differenza tra plastica post con­sumo e plastica seconda vita. Non conoscono le bio-plastiche e non sanno come smaltirle nella raccolta differenziata, perché non possono essere riciclate con la plastica.

GreenRetail: Avete mai valutato le bio-plastiche per la produzione di vasi?

Silvia Erba: Le bio-plastiche hanno un costo importante ma soprattutto una durata pressoché nulla e non adatta a un vaso da coltivazione. La nostra scelta, cinquant’anni fa, di produrre vasi durevoli nel tempo, penso sia stata la più ecologica, a prescindere se sia in plastica ricicla­ta o vergine. Un prodotto durevole e non usa e getta è sicuramente più ecologico: la plastica può avere mil­le vite, se è durevole ne ha di più.

GreenRetail: Come mai avete scelto di non usare la plastica seconda vita?

Silvia Erba: La plastica post consu­mo o Pcr (Post consumer recycled) è una materia prima ottenuta dai rifiuti plastici della raccolta differen­ziata. La plastica secondo vita, o Pir (Post industrial recycled), è prodotta da rifiuti plastici generati nel proces­so industriale. Quindi è uno scarto industriale che non è mai entrato nel mercato e non è stato utilizzato dai consumatori. Perciò si chiamata riciclata pre-consumo.
Quindi la plastica seconda vita è semi-nuova, ma non è una plastica da post consumo: sono scelte diffe­renti. È una plastica migliore da cer­ti punti di vista, ma non è un vero riciclo che invece è l’obiettivo della sostenibilità.
La plastica seconda vita va benis­simo, è un riutilizzo di uno scarto, tecnica che abbiamo sempre fatto tutti. Se si può recuperare perché buttare una materia prima preziosa?

GreenRetail: Voi dichiarate un uso di al­meno il 95% di plastica riciclata: si può arrivare al 100%?

Silvia Erba: Forse per la produzione di sacchi della spazzatura. Ma per la produzione di vasi è impossibile usare il 100% di plastica riciclata. Per un problema tecnico: la plasti­ca vergine è necessaria perché è fluida, pulita e scorre nei micro-ca­nali di estrusione. Se usassimo il 100% rischieremmo danni agli im­pianti e un prodotto finale fragile, col rischio che si rompa facilmente. Naturalmente i vasi possono esse­re con 100% di plastica riciclabile, ma non riciclata.
Un altro esempio è il colore bianco puro: con la plastica post consumo è impossibile da ottenere.

Meglio il canale specializzato

GreenRetail: I rivenditori specializzati italiani sono sensibili ai temi della sostenibilità?

Silvia Erba: Nì: spesso si affidano alle politiche di marketing dei vari produttori. Tranne qualcuno, nella maggior parte dei casi non si tratta di una scelta consapevole.

GreenRetail: In Francia Botanic si impe­gna ad acquistare più prodotti fran­cesi per migliorare la sostenibilità. Cosa ne pensi?

Silvia Erba: Non gli do torto. Se­condo me il concetto di sostenibi­lità sociale va oltre e comprende la sostenibilità ecologica. Anche noi abbiamo scelto di selezionare per­sonale e fornitori locali: nel giro di 5-10 km al massimo, per sostenere l’economia del territorio. I fornitori sono per il 90% lombardi, non ov­viamente per la plastica perché pur­troppo dobbiamo per forza rivolgerci all’estero.
Anche molti clienti italiani hanno capito che i fornitori locali offrono maggiori vantaggi: velocità di conse­gna, minimi d’ordine ridotti, migliore gestione del magazzino e delle risor­se. Sono scelte: le aziende medio-piccole l’hanno capito molto bene, le aziende più importanti guardano più al costo del singolo del prodotto che al resto. C’è un cambiamento di rot­ta, anche perché il personale è sem­pre meno e i costi di gestione dei for­nitori diventano rilevanti. Il tempo è un costo sempre più importante. La sostenibilità non è solo ecologia ma anche una questione sociale.

GreenRetail: Hai un suggerimento da offrire ai rivenditori specializzati?

Silvia Erba: Soprattutto sui prodot­ti economici, è inutile avere tanti brand sugli stessi modelli. Il consu­matore che compra una cassettina da 40 cm per il balcone, secondo me deve poter tornare nello stesso negozio per acquistare altre anche dopo molti mesi. Se non la trova lo obblighi a comprare un altro mo­dello: non ha molto senso. Deve essere assicurata la continuità sui prodotti basici, a cui aggiungere le novità di cui non puoi fare a meno. È una questione anche di coerenza delle scelte. Un consumatore si ri­volge a un centro giardinaggio per­ché vuole una continuità di prodot­to e di offerta: vale per il vaso ma anche per i concimi o altri prodotti.

GreenRetail: Fate e-commerce?

Silvia Erba: Non gestiamo diret­tamente l’e-commerce: preferia­mo sostenere gli e-shop dei nostri clienti rivenditori. Facciamo triango­lazioni e abbiamo un e-shop con app riservato ai rivenditori, che possono creare gli ordini in modo autonomo. Per ora lo stiamo sperimentato su cento clienti ma lo amplieremo.
Sono convinta che su questo tipo di prodotto ci sia ancora bisogno dell’emozione di un acquisto “fi­sico”. Spesso l’acquisto online di questo tipo di prodotti genera de­lusione: nella foto sembra meglio e quando arriva rischia di deludere il cliente. O forse non c’è ancora la cultura necessaria per abbinarli alla pianta e molti clienti traggono ispi­razione quando li vedono personal­mente nei garden center. Pensiamo che il punto vendita specializzato sia il luogo migliore per presentare i nostri vasi.

www.erbasrl.it

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