venerdì, Novembre 22, 2024

Organizzazione Orlandelli: 40 anni da Mantova a Dubai

È un periodo speciale per Marco Orlandelli: è stato eletto alla presidenza dei consorzi Myplant & Garden e Made4diy, mentre la sua Organizzazione Orlandelli esporta il 65% del giro d’affari con sedi negli Usa e a Dubai. Lo abbiamo incontrato per scoprire la sua visione del mercato.

Quest’anno Organizza­zione Orlandelli festeg­gia il suo 40° anniversa­rio ma la famiglia Orlandelli opera nel mondo della floricoltura da sette generazioni. Ugo Orlandelli è uno dei pionieri del “garden center” in Italia e già negli anni Ottanta diede vita a Valle di Fiori, ancora oggi uno dei centri giardinaggio italiani più gran­di con 22.000 mq di esposizione e 180.000 mq di produzione. Coglien­do le potenzialità di questo nuovo ca­nale distributivo, fondò nel 1983 la società di servizi Organizzazione Or­landelli specializzata nella realizzazio­ne di strutture espositive ad hoc per i garden center e la vendita di piante e fiori, che ha subito conquistato l’inte­resse dei retailer europei.

Organizzazione Orlandelli
Marco Orlandelli, Ceo di Organizzazione Orlandelli.

Marco Orlandelli ha raccolto il te­stimone del padre Ugo alla guida di Organizzazione Orlandelli riuscendo a confermare la stessa determina­zione ed ereditandone lo stesso intu­ito e capacità di aggregazione. Negli ultimi mesi ha fatto parlare di sé per aver assunto due importanti “pre­sidenze”. A giugno 2022 ha infatti sostituito Gianpietro D’Adda alla presidenza del Consorzio Myplant & Garden che controlla l’omonima fiera milanese dalla sua nascita nel 2015. Mentre il 20 gennaio è stato nominato presidente del Consorzio Made4diy, fondato nel 2013 e com­posto da imprese specializzate nel bricolage e nel giardinaggio.

Per parlare dei suoi prossimi obietti­vi e analizzare lo stato di salute dei garden center italiani abbiamo incon­trato Marco Orlandelli, Ceo di Orga­nizzazione Orlandelli.

Il Consorzio è partecipazione

GreenRetail: Due presidenze importanti nell’arco di sei mesi: da “giovane pro­messa” sei diventato una “promessa mantenuta”?

Marco Orlandelli: In entrambi i casi sono socio fondatore e sono due progetti nati nello stesso periodo pur essendo molto diversi. Myplant è ar­rivato in un momento in cui c’era un po’ di difficoltà nel mercato florovivai­stico e c’era una situazione fieristica in Italia che non ci dava la possibilità di mostrare il poco e il tanto di buono che c’era nella produzione italiana. Quindi da un momento di difficoltà di mercato, come è già successo nella storia, ne è uscito qualcosa di buono.
Diversa la storia di Made4diy. Il mo­mento era abbastanza favorevole per creare un consorzio che rappre­sentasse i produttori italiani di beni per la grande distribuzione. Negli altri paesi europei c’erano già asso­ciazioni di produttori che si incontra­vano nei Global Summit organizzati da Edra e Hima. Quando è nata Ma­de4diy il momento era propizio e il mercato della grande distribuzione era effervescente: c’era l’esigenza di promuovere il made in Italy. In en­trambi i casi mi sembra sia venuto fuori qualcosa di buono!

GreenRetail: In Made4diy sei affian­cato alla vice presidenza da Andrea Marchini di Ipierre, un’altra azienda specializzata nel gardening…

Marco Orlandelli: Non ti nascondo che il primo compito della mia presidenza sarà mantenere le giuste attenzione tra brico e garden. Made4diy ha 45 iscritti e 25 si occupano di gardening: quindi oltre la metà delle aziende consorziate. Però è anche una con­seguenza del mercato: il mondo del gardening è sempre più importante all’interno della grande distribuzione specializzata. A livello europeo non usano più il termine “diy” (far da sé) ma “home improvement”. Il tema della casa sta diventando sempre più importante per il consumatore e riguarda anche l’outdoor, dai mobili ai barbecue e ovviamente alle piante. Senza piante non è un giardino.

GreenRetail: Made4diy compie 10 anni, possiamo tracciare un bilancio?

Marco Orlandelli: La premessa è che se fai parte del Consorzio devi partecipare: è una realtà nata per creare network, se non sei presen­te alla fine diventa solo un costo an­ziché una opportunità. Già organiz­ziamo webinar e incontri con esperti e potenziali clienti e nella mia pre­sidenza mi piacerebbe migliorare i rapporti con gli uffici istituzionali. Quindi con Ice, Sace e Camere di Commercio. Abbiamo uffici Ice sparsi per il mondo con una profes­sionalità enorme e una disponibilità soprattutto nei confronti dei consor­zi, perché con il minimo sforzo rie­scono a dare beneficio a più azien­de. Collaboro da più di vent’anni con gli uffici Ice, da quando ero nel consiglio di Confindustria e ho sem­pre trovato persone molto attive e utili. Per promuovere le esportazioni Made4diy organizza collettive sia in Italia sia all’estero: quest’anno abbiamo partecipato all’Hardware Show di Las Vegas e torneremo nel 2024. A luglio andremo in America a visitare la fiera Cultivate a Colum­bus in Ohio con transfer a Cleveland per visitare la catena di garden cen­ter Petitti.

Myplant: una mostra per il grow e made in Italy

GreenRetail: La tua presidenza al Con­sorzio Myplant & Garden viene dopo quella di Gianpietro D’Adda che ha curato la fondazione. Proseguirai nella continuità?

Marco Orlandelli: Gianpietro D’Ad­da è stato grande a curare la presi­denza per i primi due mandati. Ha fatto un lavoro eccellente e fare me­glio sarà un bell’impegno. Però c’è tanto da fare: con Valeria Randazzo (exhibition manager di Myplant ndr) vogliamo tornare a lavorare a stretto contatto. Il coinvolgimento da parte delle aziende consorzia­te deve tradursi in uno stimolo per portare in fiera altre aziende. Quindi ripartiremo con gli incontri nei vari distretti: in Sicilia, in Lazio, in Pu­glia, probabilmente anche in Lom­bardia. Per cercare di divulgare cosa è Myplant & Garden sia agli esposi­tori sia ai visitatori. Oggi Myplant & Garden è la fiera nazionale più rico­nosciuta e anche a livello internazio­nale sta conquistando sempre più importanza. Però mancano ancora tanti floricoltori italiani e tanti com­parti del florovivaismo.

GreenRetail: Mi sembra che i dubbi mag­giori siano legati al periodo. Sbaglio?

Marco Orlandelli: Le critiche sono solo verso il periodo e posso con­dividere che sia difficile affrontare una fiera nel momento in cui la sta­gione sta per iniziare o è già iniziata. Quando è nata Myplant & Garden ci siamo domandati: qual è il prodotto italiano maggiormente riconosciuto all’estero? E nel Consorzio abbia­mo deciso fosse la pianta mediter­ranea. Qual è il momento migliore dell’anno per mostrare le piante me­diterranee? Non certo a settembre, ma alle porte della primavera.
Noi pensiamo che le piante medi­terranee, che significa agrumi, fiore, aromatiche, ecc., possano essere un traino per tutto il comparto in fie­ra. Le piante mediterranee hanno il loro massimo splendore in febbraio e saranno attrattive anche per chi vende espositori come Organizza­zione Orlandelli o per chi vende vasi.

GreenRetail: Anticiparla a gennaio era impensabile?

Marco Orlandelli: Non dimentichia­moci di Ipm Essen a cui va portato rispetto perché è una fiera a livello internazionale vera­mente molto importante. Ipm deve essere un esempio per noi: i tedeschi hanno promosso la tecnica, che era il plus per cui potevano essere maggiormente attrattivi.
Non mi sembra infine che tutte le fiere nate in autunno in questi anni siano andate benissimo. Teniamoci stret­ta Myplant & Garden e cerchiamo di coinvolgere tutto il comparto del florovivaismo per una grande vetrine dedi­cata al grow in Italy e al made in Italy.

Organizzazione Orlandelli

40 anni di Organizzazione Orlandelli

GreenRetail: Nel 2023 Organizzazione Orlandelli festeggia 40 anni. Come siete cambiati in questi anni?

Marco Orlandelli: 40 anni sono un traguardo importante e ci siamo regalati una sede nuova: non siamo più a Ca­nicossa ma alle porte di Mantova, a meno di un km dal garden center Valle dei Fiori.
Stiamo crescendo perché fortunatamente abbiamo intui­to che anche il mercato internazionale aveva necessità di qualcuno che proponesse soluzioni espositive inno­vative, diverse dal solito carrello o bancale per esporre piante e fiori. Oggi fatturiamo più del 65% all’estero, abbiamo un ufficio a Jacksonville in Florida e un ufficio di rappresentanza a Dubai.

GreenRetail: Come mai a Dubai?

Marco Orlandelli: Abbiamo deciso di investire anche in quel mercato perché pensiamo che ci sarà un grossis­simo sviluppo. Più della parte grower che della parte re­tail, ma comunque anche la parte retail può avere uno sviluppo in tutta l’area. L’ufficio di Dubai copre anche l’Arabia Saudita e il Qatar. Tutti paesi che oggi hanno una produzione orticola che soddisfa solo il 5% del loro fabbisogno. Il governo del Qatar ha deciso che entro il 2030 avrà più del 50% di fabbisogno orticolo coltivato in patria. Stanno facendo ingenti investimenti e noi sia­mo presenti con due divisioni, Orlandelli for Growers e Orlandelli for Retailers, per offrire una lettura chiara del nostro programma di prodotti. Le nuove soluzioni con luci led, su cui lavoriamo da due anni, ci stanno dando grossissime soddisfazioni.
Portiamo innovazione con soluzioni chiare e convincenti: è per questo che stiamo crescendo. Dal 2010 abbiamo creato un reparto dedicato alla ricerca e all’innovazione ed è un impegno che alla fine il mercato ci riconosce.

L’attenzione all’innovazione e all’evoluzione tecnologica caratterizza l’offerta di Organizzazione Orlandelli. Nelle foto i nuovi carrelli con led per la coltivazione.

GreenRetail: In Italia non nascono molti garden center: im­magino lavoriate maggiormente sui restyling e remodelling?

Marco Orlandelli: Non è detto che saranno i garden center a conquistare quote di mercato nella vendita di piante e fiori. Ci sono altre aziende che, vedendo le potenzialità del nostro mercato, stanno pensando di allargare i loro spazi espositivi per aggiungere le piante e i fiori. Ovviamente non avranno l’offerta merceologica di un garden center, però parliamo di grandi gruppi con forza finanziaria e centinaia di punti vendita in Italia e se tutti dedicano 200 mq alla vendita di piante e fiori, secondo me iniziano a far “pesare” la loro presenza. La grande distribuzione sta prestando attenzione alla prossimità. Forse la recente evoluzione delle agrarie ha dato uno spunto e una chiave di lettura al mercato delle piante e dei fiori che prima non c’era.
Non so cosa succederà, però non aspettiamoci per for­za che sarà un floricoltore o un operatore del settore a dare la giusta chiave di lettura. Non è detto e potrebbe arrivare anche da altri settori. Anzi io me lo aspetto a breve perché vedo aziende che si stanno già muovendo.

GreenRetail: Anche le recenti aperture di garden center da parte di catene specializzate nel bricolage sono sin­tomo di un cambiamento in atto?

Marco Orlandelli: È uno stimolo per chi ha un garden center per concepire un negozio sempre più family oriented: il giardino fa parte dell’home improvement e il cliente è la famiglia. Nella maggior parte dei casi chi cura un giardino lo fa per la sua famiglia. Io faccio l’or­to per mostrare ai miei figli come crescono i pomodori o le fragole e per dargli quel piacere di mangia­re qualcosa di sano. E come me lo fanno milioni di europei e lo hanno fatto ancora di più durante il Covid.
Abbiamo la fortuna di avere acqui­sito una “fetta” di clientela che prima non c’era nei garden cen­ter: 30/40enni che non erano mai entrati in un negozio specializzato. Una parte di questa clientela tor­nerà a viaggiare e ai vecchi hob­by, ma non tutti abbandoneranno la passione maturata durante il lockdown. Quindi una parte di que­sto mercato è rimasta e i garden center oggi devono riuscire a parla­re sia al classico pubblico 60enne sia ai nuovi clienti 30/40enni. Of­frendo un giardinaggio più facile, che non mi faccia rinunciare alle mie passioni e non mi faccia per­dere troppi week-end. Il boom dei robot tosaerba rientra in questa tendenza.

Organizzazione Orlandelli
Organizzazione Orlandelli fornisce anche assisten¬za nella progettazione del layout. Nella foto un rendering per un reparto dedicato all’orticoltura.

GreenRetail: Secondo te i garden cen­ter italiani non parlano abbastanza ai giovani?

Marco Orlandelli: La domanda da parte del consumatore c’è: e la risposta? Secondo me sì, ma po­trebbe essere maggiore e migliore.
Però vedo dei cambiamenti nel mondo dei garden center. In molti casi oggi parliamo con i figli dei nostri clienti di qualche anno fa e vediamo che c’è maggiore interes­se e risposta. Prima incontravamo qualche difficoltà a proporre certe innovazioni, oggi è decisamente in­feriore, sia in Italia sia all’estero. Mi fa piacere perché vediamo che c’è un mercato in fermento nei gar­den center, con nuovi investimenti e voglia di proporre nuovi layout. Ab­biamo appena concluso tre garden center molto belli con investimenti molto importanti in termini di arre­damento e ne abbiamo altri in can­tiere. Il mercato è in fermento e in piacevole cambiamento.

www.orlandelli.it
www.made4diy.com
www.myplantgarden.com

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