Coop Del Golfo è un interessante esempio di rete d’imprese che hanno unito le forze per imporsi sui mercati internazionali. Con una gamma di fiori recisi di alta qualità e certificati Mps Abc e Global Gap esportano l’80% del giro d’affari in tutta Europa. Ce ne parla Vittorio Santarpia, manager di produzione di Coop Del Golfo.
Nel nostro viaggio nella produzione florovivaistica italiana di qualità e certificata Mps, siamo tornati in Campania per incontrare Coop del Golfo di Boscoreale (NA). Una realtà nata nel 1989 con l’obiettivo di aggregare le produzioni floricole della zona vesuviana e dell’agro nocerino-sarnese, che si estende tra Napoli e Salerno. Un’offerta che alla fine degli anni Ottanta era frammentata e difficilmente collocabile sul mercato, mentre oggi la Cooperativa esporta l’80% della produzione sui principali mercati europei.
Coop del Golfo è composta da circa 200 soci che occupano una superficie totale di circa 150 ettari e si dedicano principalmente alla coltivazione di fiori recisi. Tutti i prodotti della cooperativa sono facilmente riconoscibili dal logo applicato sul packaging: una soluzione intelligente per garantire la provenienza del prodotto e per differenziarla sul mercato.
Per affermarsi sui mercati europei, da ormai molti anni Coop Del Golfo ha ottenuto diverse certificazioni. Come la certificazione ambientale Mps Abc che mira a garantire la qualità e la sostenibilità della produzione e Global Gap, una delle più importanti a livello mondiale. Certifica infatti la qualità e l’eccellenza del prodotto partendo dal rispetto delle normative vigenti e delle buone pratiche agricole suggerite dalla Comunità Europea.
Per saperne di più abbiamo incontrato Vittorio Santarpia, manager di produzione di Coop Del Golfo.
Una rete di imprese per conquistare i mercati esteri
GreenRetail: Come nasce l’esperienza della Coop Del Golfo?
Vittorio Santarpia: Nasce da un’aggregazione di prodotti, ma ha avuto successo grazie all’unione delle persone e delle esperienze. La creatività dei soci più giovani insieme all’esperienza dei più anziani ci ha dato solidità, impegno e professionalità. L’unione ci ha dato più forza e la possibilità di sperimentare nuove varietà, di ricercare continuamente nuove tecnologie, sia per la coltivazione sia per l’imballaggio dei prodotti, e di collocare sul mercato solo prodotti “rintracciabili” che garantiscono la nostra qualità.
GreenRetail: La centralizzazione delle vendite come incide sulle scelte produttive dei singoli soci?
Vittorio Santarpia: Negli anni Novanta la produzione era frammentata: oggi abbiamo un vero e proprio programma di produzione, in funzione delle richieste della domanda e considerando che alcuni mercati, come quello olandese, impongono degli standard qualitativi sempre più alti. I prodotti marchiati Coop del Golfo sono seguiti per tutto il ciclo di vita, dalla piantagione fino alla raccolta e curati da un pool di agronomi esperti e specializzati. Tutti i prodotti sono sottoposti a un controllo qualità e in seguito vengono imballati in acqua pack. Il trasporto avviene a temperatura controllata, permettendo l’arrivo della merce entro 36 ore.
GreenRetail: Chi sono i vostri clienti? Quanto esportate?
Vittorio Santarpia: L’80/85% dei nostri prodotti viene esportato, tramite la vendita diretta o intermediari come l’asta di Flora Holland e Dutch Flower Group. Principalmente esportiamo in Olanda, Germania, Francia e Spagna, ma anche in Polonia e Ungheria.
GreenRetail: Il 15/20% che rimane in Italia da chi viene acquistato?
Vittorio Santarpia: Da distributori, specialmente retailer del nord Italia: abbiamo un magazzino di distribuzione a Sanremo che copre il nord Italia e parte della Francia. Ma vendiamo anche in Toscana e una parte della produzione è destinata al mercato locale in Campania e Lazio.
La qualità certificata: maggiore attenzione all’estero
GreenRetail: Avete le certificazioni Mps e Global Gap. Quanto sono importanti le certificazioni per i mercati internazionali?
Vittorio Santarpia: Abbiamo sia la certificazione Global Gap per un gruppo di produttori sia la certificazione Mps per la produzione interna della cooperativa. All’estero sono sicuramente più richieste rispetto all’Italia.
La domanda di prodotto certificato è più sentita nel mercato olandese e un po’ in quello tedesco. I nostri principali clienti sono catene di supermercati e tutti richiedono prodotti certificati.
GreenRetail: In Italia c’è la stessa attenzione?
Vittorio Santarpia: No, la richiesta delle certificazioni è indiscutibilmente più sentita nel mercato estero. C’è senza dubbio più sensibilità nei confronti di queste tematiche.
GreenRetail: Come se lo spiega?
Vittorio Santarpia: Penso sia dovuto un po’ al tipo di mercato e un po’ alla sensibilità dei consumatori. I consumatori del nord Europa sono più attenti alle certificazioni riguardanti la sostenibilità e l’etica nella produzione. La maggiore attenzione induce inevitabilmente il mercato a orientarsi in un certo senso e a richiedere quindi solo prodotti certificati.
2023: aumenti di produzione insostenibili
GreenRetail: Nell’ultimo anno abbiamo assistito a un aumento importante dei costi energetici e, in generale, di un po’ tutti i mezzi di produzione. Qual è la vostra esperienza?
Vittorio Santarpia: Noi abbiamo tutte colture a freddo, quindi il problema dell’energia è meno drammatico rispetto a quello riscontrato da altri colleghi. Abbiamo naturalmente registrato forti aumenti sull’energia elettrica, necessaria per distribuire l’acqua dell’irrigazione. Diversa invece è la situazione sui costi delle materie prime: plastica, fertilizzanti, fitofarmaci, tutti hanno subìto un aumento del 30/35% di media.
GreenRetail: Riuscite a riversare gli aumenti sul costo finale?
Vittorio Santarpia: Non sempre. I nostri concorrenti non sono italiani ma le grosse produzioni che arrivano da Colombia, Kenya, Ecuador, Etiopia. Noi ci interfacciamo con il mercato globale, quindi siamo soggetti alle oscillazioni del mercato internazionale e dobbiamo mantenere un equilibrio con i prezzi e la qualità offerta da altri paesi. Paesi dove questi problemi sono molto meno marcati: in Colombia e in Africa non hanno subìto affatto l’impatto che il caro-energia ha avuto su di noi.
GreenRetail: In Olanda i florovivaisti hanno ottenuto dei rimborsi almeno sulle spese energetiche. Vi aspettate provvedimenti in Italia a sostegno dei fiori made in Italy?
Vittorio Santarpia: Mi sembra che non si stia muovendo nulla in questo senso. In Olanda hanno ricevuto i rimborsi per l’energia perché hanno condizioni climatiche diverse dalle nostre e aziende strutturate in modo differente. La floricoltura in Olanda è molto forte e ha un impatto politico decisamente più consistente rispetto a quanto accade in Italia, così il governo ha adottato misure specifiche per il settore.