venerdì, Novembre 22, 2024

Coop Del Golfo: fiori certificati alla conquista dell’Europa

Coop Del Golfo è un interessante esempio di rete d’imprese che hanno unito le forze per imporsi sui mercati internazionali. Con una gamma di fiori recisi di alta qualità e certificati Mps Abc e Global Gap esportano l’80% del giro d’affari in tutta Europa. Ce ne parla Vittorio Santarpia, manager di produzione di Coop Del Golfo.

Nel nostro viaggio nella produzione florovivaisti­ca italiana di qualità e certificata Mps, siamo tornati in Campania per incontrare Coop del Golfo di Boscoreale (NA). Una realtà nata nel 1989 con l’obiettivo di ag­gregare le produzioni floricole della zona vesuviana e dell’agro nocerino-sarnese, che si estende tra Napoli e Salerno. Un’offerta che alla fine degli anni Ottanta era frammentata e difficilmente collocabile sul mercato, mentre oggi la Cooperativa esporta l’80% della produzione sui principali mercati europei.

Coop del Golfo è composta da circa 200 soci che occupano una superfi­cie totale di circa 150 ettari e si dedi­cano principalmente alla coltivazione di fiori recisi. Tutti i prodotti della co­operativa sono facilmente riconosci­bili dal logo applicato sul packaging: una soluzione intelligente per garan­tire la provenienza del prodotto e per differenziarla sul mercato.

Per affermarsi sui mercati europei, da ormai molti anni Coop Del Golfo ha ottenuto diverse certificazioni. Come la certificazione ambientale Mps Abc che mira a garantire la qua­lità e la sostenibilità della produzione e Global Gap, una delle più importan­ti a livello mondiale. Certifica infatti la qualità e l’eccellenza del prodotto partendo dal rispetto delle normative vigenti e delle buone pratiche agrico­le suggerite dalla Comunità Europea.

Per saperne di più abbiamo incon­trato Vittorio Santarpia, manager di produzione di Coop Del Golfo.

coop del golfo
Da sinistra: Vittorio Santarpia e Francesco Esposito, rispettivamente manager di produzione e general sales manager di Coop del Golfo.

Una rete di imprese per con­quistare i mercati esteri

GreenRetail: Come nasce l’esperienza della Coop Del Golfo?

Vittorio Santarpia: Nasce da un’ag­gregazione di prodotti, ma ha avu­to successo grazie all’unione delle persone e delle esperienze. La cre­atività dei soci più giovani insieme all’esperienza dei più anziani ci ha dato solidità, impegno e professio­nalità. L’unione ci ha dato più forza e la possibilità di sperimentare nuove varietà, di ricercare continuamente nuove tecnologie, sia per la coltiva­zione sia per l’imballaggio dei pro­dotti, e di collocare sul mercato solo prodotti “rintracciabili” che garanti­scono la nostra qualità.

GreenRetail: La centralizzazione delle vendite come incide sulle scelte pro­duttive dei singoli soci?

Vittorio Santarpia: Negli anni Novan­ta la produzione era frammentata: oggi abbiamo un vero e proprio pro­gramma di produzione, in funzione delle richieste della domanda e con­siderando che alcuni mercati, come quello olandese, impongono degli standard qualitativi sempre più alti. I prodotti marchiati Coop del Golfo sono seguiti per tutto il ciclo di vita, dalla piantagione fino alla raccolta e curati da un pool di agronomi esperti e specializzati. Tutti i prodotti sono sottoposti a un controllo qualità e in seguito vengono imballati in acqua pack. Il trasporto avviene a tempera­tura controllata, permettendo l’arrivo della merce entro 36 ore.

GreenRetail: Chi sono i vostri clienti? Quanto esportate?

Vittorio Santarpia: L’80/85% dei nostri prodotti viene esportato, tra­mite la vendita diretta o interme­diari come l’asta di Flora Holland e Dutch Flower Group. Principalmen­te esportiamo in Olanda, Germania, Francia e Spagna, ma anche in Po­lonia e Ungheria.

GreenRetail: Il 15/20% che rimane in Italia da chi viene acquistato?

Vittorio Santarpia: Da distributori, specialmente retailer del nord Italia: abbiamo un magazzino di distribuzio­ne a Sanremo che copre il nord Italia e parte della Francia. Ma vendiamo anche in Toscana e una parte della produzione è destinata al mercato locale in Campania e Lazio.

La qualità certificata: mag­giore attenzione all’estero

GreenRetail: Avete le certificazioni Mps e Global Gap. Quanto sono impor­tanti le certificazioni per i mercati internazionali?

Vittorio Santarpia: Abbiamo sia la certificazione Global Gap per un gruppo di produttori sia la certifica­zione Mps per la produzione interna della cooperativa. All’estero sono sicuramente più richieste rispetto all’Italia.
La domanda di prodotto certificato è più sentita nel mercato olandese e un po’ in quello tedesco. I nostri principali clienti sono catene di su­permercati e tutti richiedono prodot­ti certificati.

GreenRetail: In Italia c’è la stessa at­tenzione?

Vittorio Santarpia: No, la richiesta delle certificazioni è indiscutibilmen­te più sentita nel mercato estero. C’è senza dubbio più sensibilità nei confronti di queste tematiche.

GreenRetail: Come se lo spiega?

Vittorio Santarpia: Penso sia dovu­to un po’ al tipo di mercato e un po’ alla sensibilità dei consumato­ri. I consumatori del nord Europa sono più attenti alle certificazioni riguardanti la sostenibilità e l’eti­ca nella produzione. La maggiore attenzione induce inevitabilmente il mercato a orientarsi in un certo senso e a richiedere quindi solo prodotti certificati.

2023: aumenti di produzio­ne insostenibili

GreenRetail: Nell’ultimo anno abbiamo assistito a un aumento importante dei costi energetici e, in generale, di un po’ tutti i mezzi di produzione. Qual è la vostra esperienza?

Vittorio Santarpia: Noi abbiamo tut­te colture a freddo, quindi il proble­ma dell’energia è meno drammatico rispetto a quello riscontrato da altri colleghi. Abbiamo naturalmente regi­strato forti aumenti sull’energia elet­trica, necessaria per distribuire l’ac­qua dell’irrigazione. Diversa invece è la situazione sui costi delle materie prime: plastica, fertilizzanti, fitofar­maci, tutti hanno subìto un aumento del 30/35% di media.

GreenRetail: Riuscite a riversare gli aumenti sul costo finale?

Vittorio Santarpia: Non sempre. I nostri concorrenti non sono italiani ma le grosse produzioni che arriva­no da Colombia, Kenya, Ecuador, Etiopia. Noi ci interfacciamo con il mercato globale, quindi siamo sog­getti alle oscillazioni del mercato in­ternazionale e dobbiamo mantenere un equilibrio con i prezzi e la quali­tà offerta da altri paesi. Paesi dove questi problemi sono molto meno marcati: in Colombia e in Africa non hanno subìto affatto l’impatto che il caro-energia ha avuto su di noi.

GreenRetail: In Olanda i florovivaisti hanno ottenuto dei rimborsi alme­no sulle spese energetiche. Vi aspet­tate provvedimenti in Italia a soste­gno dei fiori made in Italy?

Vittorio Santarpia: Mi sembra che non si stia muovendo nulla in que­sto senso. In Olanda hanno ricevu­to i rimborsi per l’energia perché hanno condizioni climatiche diverse dalle nostre e aziende strutturate in modo differente. La floricoltura in Olanda è molto forte e ha un im­patto politico decisamente più con­sistente rispetto a quanto accade in Italia, così il governo ha adottato misure specifiche per il settore.

www.coopdelgolfo.com
www.my-mps.com

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