Agribios italiana si accinge a festeggiare il suo 50° anniversario con una nuova sede a Villafranca Padovana e un restyling avveniristico del brand Il Paese Verde dedicato ai consumatori hobbisti. Per saperne di più abbiamo intervistato Giovanni Gabriele Ravagnan ed Enrico Boscolo Sassariolo, rispettivamente Ceo e Cmo di Agribios Italiana.
La storia della padovana Agribios Italiana è un esempio della capacità imprenditoriale delle famiglie italiane, quando riescono a dare una continuità generazionale, e ci parla anche della nascita del mercato “consumer” del giardinaggio.
Fondata nel 1973, ha maturato un’esperienza cinquantennale nella produzione di fertilizzanti organici e organo-minerali. Un “saper fare” consolidato e figlio dell’esperienza sul campo, coniugato con uno spirito innovativo, sia nella comunicazione sia nell’attività di ricerca e di sviluppo. Ne sono un esempio l’apertura di una società specializzata nella produzione di microrganismi, da addizionare ai fertilizzanti, così come il trasferimento nella nuova sede di Villafranca Padovana (PD). Una crescita maturata nel mondo professionale, in cui l’efficacia e la qualità dei prodotti e delle soluzioni sono alla base di un successo ormai cinquantennale.
Per mettere a disposizione anche dei consumatori privati le soluzioni sperimentate nell’agricoltura professionale, Agribios Italiana ha sviluppato il brand consumer Il Paese Verde, che per la prossima stagione presenta molte interessanti innovazioni di prodotto e un restyling del logo e dei packaging. Per saperne di più abbiamo incontrato Giovanni Gabriele Ravagnan, Ceo di Agribios Italiana e figlio del fondatore, con Enrico Boscolo Sassariolo, chief marketing officer.
Agribios Italiana è nata nel 1973 per aiutare gli hobbisti
GreenRetail: Iniziamo dagli anniversari: nel 2023 festeggerete il 50° compleanno aziendale, un traguardo importante per un’azienda ancora oggi a conduzione familiare…
Giovanni Gabriele Ravagnan: Nel 2023 celebreremo i 50 anni di Agribios Italiana e il 6 gennaio sarà anche il 95° compleanno di mio padre, Giampaolo, che l’ha fondata nel 1973. Un traguardo che festeggeremo nella nuova sede di Villafranca Padovana, nella quale ci siamo trasferiti in agosto e che sarà a pieno regime a fine anno.
Nel 1980 ci siamo stabiliti a Limena, in provincia di Padova, che è sempre stata la nostra sede primaria. Adesso siamo passati dai 4.500 mq alla sede attuale di 16.500 mq, con tre capannoni e un impianto di produzione completamente nuovi e in ottica 4.0. Oggi abbiamo ampi spazi di miglioramento per ampliare la produzione.
GreenRetail: È vero che Agribios Italiana è nata nel 1973 per soddisfare il mercato hobbistico, che forse allora era agli albori?
Giovanni Gabriele Ravagnan: Sì, mio padre ebbe l’idea di trasformare i sacchi da 50 kg dei concimi minerali in confezioni da 5 e 10 kg con una veste più accattivante e adatta agli hobbisti. Un mercato allora quasi inesistente. Più che un produttore era un confezionatore di nitrato di calcio, nitrato ammonico e delle commodities più conosciute. Ma allora non è che ci fosse tanto altro!
GreenRetail: Ebbe un’intuizione che si è rivelata utile, considerando che nei primi anni Settanta non esisteva neanche il concetto di “giardinaggio”. Quando c’è stata la svolta verso la produzione?
Giovanni Gabriele Ravagnan: Negli anni Ottanta, con l’introduzione delle nuove linee di concimi organici. Un mercato, il biologico, che ancora si conosceva poco. Verso la fine degli anni Ottanta il Cipe ha fatto nascere i concimi organo-minerali e c’è stata una “liberalizzazione”: allora decidemmo di puntare sul professionale.
Dalla fine degli anni Ottanta abbiamo quasi abbandonato l’hobbistica, destinando i maggiori investimenti alla nostra sede di Canneto sull’Oglio (MN), tutt’oggi in fase di ampliamento. Nel mondo professionale stiamo ottenendo belle soddisfazioni, soprattutto grazie all’aumento della richiesta negli ultimi anni di prodotti organici e organo-minerali dedicati all’agricoltura biologica.
Nasce il brand consumer Il Paese Verde
GreenRetail: Cosa vi ha spinto a tornare all’hobbistica con la nascita de Il Paese Verde?
Giovanni Gabriele Ravagnan: Il Paese Verde nasce nel 2010. Abbiamo creato una rete commerciale consumer con 25 agenti, un ufficio marketing interno, il brand Il Paese Verde e un catalogo che è stato implementato negli anni. Ai fertilizzanti abbiamo affiancato inizialmente lo zolfo, il rame, qualche terriccio specialistico e oggi abbiamo una linea completa e di appeal.
Negli ultimi anni, grazie anche alla “spinta” del Covid, siamo arrivati a un risultato apprezzabile e contiamo di crescere ulteriormente.
Il nostro core è in particolare la nutrizione: l’esperienza acquisita nel settore professionale, soprattutto negli ultimi anni, ci ha consentito di declinare molti prodotti professionali per l’hobbistica. Dietro il marchio Il Paese Verde c’è un produttore specializzato nell’agricoltura professionale, con centri di ricerca e un laboratorio a Milano per la produzione di batteri e microrganismi. Possiamo quindi gestire “in casa” tutte le fasi di produzione dei nuovi fertilizzanti. Soluzioni che trovano uno sbocco anche nel mondo dell’hobbistica. Quando abbiamo iniziato questo progetto il mercato non era ancora ricettivo ai prodotti con inoculo di batteri e microrganismi; ma in dieci anni abbiamo visto un cambiamento del mercato hobbistico e dell’utente davvero molto grande. L’utente hobbista oggi comincia ad avere una cultura un po’ più completa rispetto a questi prodotti.
GreenRetail: A gennaio scompariranno dagli scaffali molti prodotti per la difesa delle piante e voi avete ampliato la gamma di soluzioni biologiche nel catalogo 2023. Come affrontate questo cambiamento?
Giovanni Gabriele Ravagnan: La nostra è una nutrizione votata alla sanificazione. Il nostro fine ultimo è di rendere i terreni – e di conseguenza le piante – più sani, in modo da essere meno dipendenti dall’uso di fitofarmaci. Questo è l’obiettivo de Il Paese Verde. Soluzioni che nell’agricoltura professionale stiamo sperimentando da anni e che danno risultati molto apprezzabili. Il consumatore e tutta la filiera dovranno però cambiare mentalità. Noi abbiamo lavorato per agevolare la vendita anche grazie al packaging e a un’immagine più accattivante: dobbiamo offrire tutti gli strumenti per vendere i nostri prodotti nel modo più semplice.
GreenRetail: Agribios Italiana lavora già da anni con soluzioni consentite in agricoltura biologica. Avete anche prodotti certificati Ccpb…
Giovanni Gabriele Ravagnan: Grazie a Carlo Alberto Antoniazzi, Dottore Agronomo, Direttore Commerciale e, dal 2019, socio di Agribios Italiana, abbiamo sperimentato molte soluzioni e oggi stiamo sviluppando soprattutto matrici vegetali. Perché anche i vegani hanno la necessità di utilizzare prodotti per la cura del verde rispettosi degli animali. Abbiamo 12 prodotti certificati da Ccpb che è un ente certificatore molto ferreo, specializzato nell’agroalimentare. Effettua severi controlli in azienda, preleva campioni delle materie prime e li analizza, a differenza di altri enti che fanno solo un’analisi documentale e dei prodotti. Affrontiamo queste certificazioni perché i grandi buyer, per esempio giapponesi, richiedono ai produttori italiani di vino una certificazione biologica di tutta la filiera. Non solo il vino quindi, ma anche le materie prime, i concimi e i prodotti per la difesa. Però queste certificazioni, di rimando, sono una garanzia anche per l’hobbista.
Nuovi prodotti e restyling in vista della stagione 2023
GreenRetail: Come è nato il catalogo 2023?
Enrico Boscolo Sassariolo: Il nuovo catalogo soddisfa le nuove esigenze dei consumatori.
Abbiamo introdotto dei nuovi concimi che rappresentano il meglio di ciò che sappiamo fare: per esempio un organo-minerale su base vegetale e un concime per prato con inoculo di funghi micorrizici di nostra produzione. Soluzioni che riducono il rischio di attacco di parassiti.
Ma soprattutto abbiamo ampliato molto l’offerta di corroboranti e di prodotti per la cura per le piante. Molti fitofarmaci non si potranno più utilizzare e il consumatore finale sarà obbligato a delle alternative. È ovvio che si tratta di un approccio molto diverso: preventivo e non risolutivo.
GreenRetail: Quest’anno avete lavorato anche sui packaging e i nuovi prodotti hanno uno stile innovativo e capace di “spiccare” sugli scaffali. Come è nata questa scelta “minimalista”?
Enrico Boscolo Sassariolo: Abbiamo rivisto il logo e i packaging per trovare il nostro posizionamento sul mercato. La nostra expertise sono i concimi organici e organo-minerali ed è quello per cui vorremmo essere principalmente conosciuti. Abbiamo delle soluzioni davvero molto eterogenee: dal vero stallatico tradizionale fatto con materie prime di qualità allo stallatico con tricoderma, fino agli ammendanti con materie prime anche di origine vegetale e concimi organo-minerali. Stiamo lavorando molto sulla ricerca di materie vegetali anche un po’ alternative ai soliti compost o materiali che si possono trovare sul mercato, che noi non utilizziamo per via dello scarso valore agronomico.
Il nuovo catalogo risponde al momento storico che stiamo vivendo, offre molte soluzioni consentite in agricoltura biologica e riteniamo di trovarci dalla parte giusta della storia. Abbiamo toccato con mano i mutamenti degli ultimi anni e per noi hanno avuto un impatto positivo: sia nel comparto professionale, dove è schizzata la vendita di concimi organo-minerali, sia nell’hobbistica. I nostri prodotti sono funzionali e funzionanti e chi li prova torna a utilizzarli e questo è l’importante.
GreenRetail: Come siete intervenuti sul logo e sui pack?
Enrico Boscolo Sassariolo: Il Paese Verde affonda “le proprie radici” nel know-how specializzato di Agribios Italiana, ma è giunto il momento per il brand di rinforzare la sua immagine indipendente. Sono due brand che rispondono a target completamenti differenti: da una parte abbiamo un professionista che cerca tecnologia, innovazione e soluzioni efficienti per costruire la propria vita sul reddito agricolo, dall’altra troviamo dei prodotti più popolari, che devono essere quindi compresi da chiunque. Con la volontà di rendere chiare e immediatamente fruibili le informazioni fin dall’esposizione a scaffale, abbiamo tolto gli elementi visuali superflui e cercato di fornire delle informazioni puntuali. Nei punti vendita c’è sempre meno assistenza: abbiamo alleggerito la grafica per puntare alla semplice comunicazione del “cosa è” e “a cosa serve”. Riconosco che siamo un po’ in controtendenza rispetto alla ricerca della sovra-informazione, dei bollini e delle stelline. Riteniamo però che questo stile ci rispecchi e pensiamo sia distintivo rispetto all’offerta della concorrenza. La rivisitazione dell’immagine non è un esercizio di stile: abbiamo cercato di offrire informazioni e chiarezza al consumatore.
Oggi il consumatore che visita un punto vendita ha delle alte aspettative. Perché non frequenta solo i garden center o le agrarie, ma anche i supermercati, le boutique, le erboristerie. Quindi si aspetta di trovare informazioni, supporto e facilità a orientarsi in modo più o meno autonomo negli acquisti. I rivenditori devono mettere il consumatore nella condizione di compiere una scelta consapevole e appropriata.
L’evoluzione dei canali: tra negozi specializzati e e-commerce
GreenRetail: Chi sono oggi i vostri rivenditori più importanti?
Giovanni Gabriele Ravagnan: Siamo molto presenti nelle agrarie e in misura minore nei garden center. Nel 2023, anche attraverso questo riposizionamento, stiamo cercando di recuperare quote di mercato nei centri giardinaggio; riteniamo sia il canale che sta performando meglio in questi anni e ha ormai raggiunto una capacità di attrazione simile ai centri commerciali.
GreenRetail: Molte industrie del settore hanno aperto un e-shop. Lo avete in programma?
Enrico Boscolo Sassariolo: È un tema molto dibattuto nel nostro settore. Noi abbiamo preferito un approccio “soft”: segnaliamo nel nostro sito tutti i nostri clienti rivenditori che hanno un proprio e-commerce.
In generale poniamo molta cura nei contenuti che sono presenti sul web per consentire ai rivenditori e ai consumatori di avere tutte le informazioni di cui necessitano.
Sarebbe anche interessante sapere se gli e-shop dei negozi specializzati performano davvero per valutare in futuro lo sviluppo anche di questo canale.
Le incognite del 2023
GreenRetail: Dopo un 2021 con vendite record siamo passati a un 2022 molto più critico. Qual è la vostra esperienza?
Enrico Boscolo Sassariolo: Nei due anni di Covid Il Paese Verde ha avuto più successo di quello che era lecito aspettarsi. Il fatturato ha superato le aspettative e c’è stato un +35% nel 2021. È ovvio che questi tassi di crescita non erano destinati a durare molto e usciti dal Covid ci siamo trovati all’inizio di quest’anno con una stagionalità meteorologica un po’ particolare, che ha penalizzato il nostro settore.
Adesso siamo tornati a livelli più “normali” ma abbiamo davanti un 2023 tutto da decifrare.
GreenRetail: Che 2023 vi aspettate?
Enrico Boscolo Sassariolo: Molte fiorerie e garden center vivono in un contesto di incertezza che porta con sé un po’ di staticità. L’approccio attendista sembra stia avendo la meglio.
Il nostro catalogo e la nostra offerta rispondono alle nuove esigenze del consumatore. Abbiamo molte soluzioni per la nutrizione, dai concimi organici agli organo-minerali, abbiamo un’ampia gamma di fertilizzanti liquidi, nella linea Brave presentiamo prodotti con micorrize. Andiamo a colmare quel vuoto che si genererà all’inizio dell’anno con tanti prodotti che usciranno dal mercato. Il nuovo catalogo nasce su due direttrici: più nutrizione e più corroboranti di base.
La vera incognita è la risposta del consumatore ai divieti. Il cambio di mentalità, consolidata nei decenni, da una logica di “cura” a un approccio “preventivo” richiede un impegno formativo aggiuntivo. Penso sia la sfida di tutti: delle aziende, attraverso degli strumenti che promuovano la conoscenza, ma anche dei punti vendita che devono trasmettere questi concetti. Il valore aggiunto di un punto vendita sarà l’assistenza: un punto di riferimento per il consumatore che cerca soluzioni ai propri problemi.