Fondata nel 1960 con una piccola produzione di rose, crisantemi e garofani, Eurosa è oggi uno dei più importanti produttori europei di piante ornamentali in vaso, con 85 ettari di serre su un vivaio di 250 ettari totali e un’offerta di oltre 100 varietà di piante d’appartamento, sostenuta da una forza lavoro che nei momenti di punta raggiunge i 400 collaboratori.
Una storia aziendale che ripercorre quella del florovivaismo italiano: nato come produttore di fiori recisi si è dovuto rapidamente riconvertire nel 2014 alla produzione di piante in vaso per difendersi dalla concorrenza delle produzioni dei paesi emergenti. Una scelta risultata vincente visto che oggi Eurosa esporta l’85% della sua produzione in tutta Europa ed è uno dei più grandi player in Europa. La dimensione internazionale ha portato all’ingresso del fondo di private equity inglese Rb nel 2014, che ha però lasciato la gestione ai proprietari storici, giunti ormai alla terza generazione.
Un traguardo raggiunto con lungimiranza e con un’attenzione, fin dalle origini, alla sostenibilità e all’impatto della produzione sull’ambiente. Oggi Eurosa vanta le certificazioni Mps, Global Gap e Grasp e il suo centro di produzione di Candela, in provincia di Foggia, dal 2007 sfrutta l’energia termica di una centrale Edison, ottenendo una considerevole riduzione di emissione di CO2. Un vero pioniere nell’applicazione di un modello sperimentale per la riduzione delle emissioni applicato al florovivaismo.
Per saperne di più abbiamo incontrato Nino Centrone, direttore generale di Eurosa.
Cinquant’anni di florovivaismo italiano
GreenRetail: Quali sono state le tappe più importanti in questi cinquant’anni?
Nino Centrone: Il gruppo è stato fondato da Nina e Paolo Ciccolella che già dal 1960 iniziarono a convertire alcune serre di ortaggi alla coltivazione di fiori, inizialmente garofani e in seguito rose. Grazie ai figli Corrado, Vincenzo e Antonio l’azienda si è ingrandita affrontando investimenti per la realizzazione di nuove serre a Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo (tutte in provincia di Bari) e Melfi (PZ). Già allora coltivavano i fiori recisi fuori suolo con un’attenzione alla salvaguardia ambientale: usavano un ciclo chiuso con un risparmio notevole nell’uso di fertilizzanti e di acqua. L’azienda è continuata a crescere fino alla realizzazione dell’impianto di Candela: uno dei più grandi in Europa, con una superficie di serre coperte di 85 ettari.
GreenRetail: L’impianto di Candela è nato grazie a un accordo con Edison?
Nino Centrone: Sì, nel 2007 abbiamo realizzato un accordo con l’allora Edison che ci ha permesso di utilizzare uno scarto termico, l’acqua calda che derivava dal raffreddamento delle turbine della centrale termoelettrica Edison, per riscaldare le serre. Anche in questo caso abbiamo da subito attuato tutte le strategie per ridurre l’impatto sull’ambiente e privilegiare le produzioni eco-friendly: già allora avevamo la certificazione Mps, quando il problema della sostenibilità non era all’ordine del giorno.
GreenRetail: Un altro passaggio importante è stato l’abbandono del fiore reciso in favore delle piante in vaso…
Nino Centrone: Nel 2011/2012 il fiore reciso è andato in crisi: in particolare alludo alle produzioni che arrivarono dal Kenya e da altri paesi, sia sudamericani sia africani, che fecero abbassare i prezzi tanto da rendere non più redditizia la coltivazione di questo tipo di prodotti. È iniziato allora un processo di riconversione che ci ha portato alla produzione attuale di piante in vaso. Meno energivore dal punto di vista dei fertilizzanti, rispetto alla produzione di fiori fuori suolo, e anche più ecocompatibili utilizzando le giuste tecnologie.
Un modello in Europa
GreenRetail: Oltre a essere uno degli impianti più estesi in Europa, quello di Candela è anche molto avanzato da un punto di vista tecnologico e del controllo ambientale…
Nino Centrone: Abbiamo sistemi di controllo climatico, di fertirrigazione e le serre sono automatizzate. Raccogliamo tutte le acque meteoriche all’interno di un bacino e, pur essendo ubicati in una zona in cui le precipitazioni sono basse, difficilmente andiamo incontro a periodi di carenza idrica.
Abbiamo un parco fotovoltaico nell’azienda di Giovinazzo e abbiamo in programma di incrementare ulteriormente la superficie dedicata al fotovoltaico per ridurre al massimo i consumi energetici e la produzione di CO2 dell’azienda.
Nel nostro processo produttivo utilizziamo molto gli insetti utili. È un nostro punto di forza e tutte le nostre Dipladenie vengono trattate solo con insetti utili. Queste buone pratiche, rispettose dell’ambiente, ci permettono di ottenere un punteggio molto alto anche per le certificazioni Mps e Global Gap.
Noi consegniamo piante a grosse catene di distribuzione europee che ci richiedono la stessa analisi residuale effettuata sui prodotti alimentari. Se riscontrano un prodotto non conforme, viene tolto dal punto vendita. Siamo quindi molto attenti a queste tematiche.
Anche il rispetto dei lavoratori è importante: tutto il nostro personale è formato per raggiungere i risultati previsti dalle certificazioni e i risultati sono controllati da tecnici interni ed esterni. Da noi tutti gli operai sono in regola: abbiamo circa 280 dipendenti, di cui 250 operai e 30 tecnici, e raggiungiamo le 400 unità nei momenti di punta. Per poter ottenere la certificazione Global Gap tutto ciò che riguarda la gestione del personale deve essere curato nei dettagli: la gestione dei rifiuti, la prevenzione sanitaria, medica e formativa viene seguita dalla A alla Z. Ogni persona che entra a far parte del gruppo viene preventivamente formata, addestrata e assunta regolarmente. A livello organizzativo siamo una delle migliori realità di questo tipo in Italia.
GreenRetail: Come è composta la vostra produzione?
Nino Centrone: Il nostro prodotto di punta è la Dipladenia, di cui siamo i maggiori produttori a livello europeo. Ma produciamo più di 100 varietà d’appartamento, tra piante verdi e grasse.
GreenRetail: Chi sono i vostri clienti? Vendete anche in Italia?
Nino Centrone: Noi siamo full member di Flora Holland, cioè membri effettivi. Quindi lavoriamo soprattutto con loro e con la grande distribuzione europea, come Lidl e Aldi.
L’85% del nostro prodotto viene venduto in Europa. Il 15% lo vendiamo in Italia a una serie di grossisti.
Qualità e sostenibilità certificate
GreenRetail: Quanto sono importanti le certificazioni come Mps?
Nino Centrone: Oltre a Mps Abc abbiamo conseguito anche la certificazione integrata Mps Gap che include lo standard Global Gap, fondamentale e molto richiesta a livello europeo e il Grasp che valuta gli impatti sociali dell’organizzazione.
Noi abbiamo sempre considerato le certificazioni come un plus necessario per presentarci a livello europeo con Flora Holland. Essere certificati Mps è importante: i grandi buyer europei spesso acquistano le piante guardando le foto dal web: la presenza di importanti marchi di certificazione è una garanzia di qualità determinante all’atto della selezione. Anche i marchi Global Gap e Grasp sono ormai obbligatori per entrare in alcune catene di grande distribuzione europea.
GreenRetail: I buyer italiani sembrano meno attenti alle certificazioni rispetto ai colleghi europei. Sa darci una spiegazione?
Nino Centrone: Forse perché in Italia i passaggi sono maggiori. Mentre in Germania c’è un contatto diretto tra il buyer della grande distribuzione e il produttore, in Italia ci sono più intermediari e a volte queste informazioni non “passano”. È vero che le piante hanno un passaporto, ma nel carrello misto di un grossista possiamo trovare piante di Eurosa insieme ad altre olandesi e di chissà chi.
La cultura europea si basa soprattutto sulle promozioni, specialmente in Germania e Olanda. Promozioni che vengono proposte periodicamente ai clienti con prezzi interessanti: un articolo che deve avere certe caratteristiche, per esempio una Dipladenia vaso 14, e di cui deve essere certa la provenienza e la qualità. In Italia questa attenzione è minore ed è facile trovare banchi assortiti con piante di varia provenienza.
GreenRetail: Quindi i buyer acquistano grandi volumi di un unico articolo…
Nino Centrone: Per noi vendere un carrello misto alla Gdo è un problema: è più semplice vendere 10 carrelli di un solo articolo. Però ci sono aziende che propongono i carrelli misti. Questa è la differenza tra un grosso produttore e un’organizzazione che si occupa di raccogliere i prodotti e consegnarli nei punti vendita. Il risultato però è che nei supermercati italiani le piante vengono vendute al triplo del costo di produzione.
L’impatto della crisi energetica
GreenRetail: Come state affrontando la crisi energetica?
Nino Centrone: Ci auguriamo che si tratti di un periodo transitorio, ma in ogni caso lo stiamo subendo. Ovviamente ci siamo già attivati per individuare delle soluzioni alternative e abbiamo già presentato dei progetti a livello comunitario.