venerdì, Novembre 22, 2024

Le fiere di giardinaggio pre e post pandemia

Le fiere di giardinaggio e i saloni internazionali a causa della pandemia hanno subìto almeno 15 mesi di chiusura e alcune manifestazioni hanno perso almeno 2 edizioni. Quando riprenderanno, cosa cambierà? Cosa abbiamo imparato nel frattempo?

fiere di giardinaggio

Durante questo periodo di chiusure molte fiere hanno proposto in alternativa una versione “digital” dando la possibilità alle aziende di proporre i loro prodotti attraverso cataloghi digitali, video e pubblicità online. I buyer hanno avuto la possibilità di fissare degli appuntamenti in video conferenza con i commerciali delle aziende per scambiare varie opinioni.

È stato fatto tutto il possibile al fine di creare le condizioni ottimali per sostituire una fiera reale. È stato comunque difficile sostituire l’esperienza di poter toccare con mano i prodotti e provarli realmente e purtroppo è venuto a mancare quel clima di relazioni che si crea durante queste manifestazioni.

Per tali ragioni penso che questa modalità induca a porci delle domande sul futuro delle fiere di giardinaggio. A chi saranno rivolte? Saranno aperte anche al pubblico oppure resteranno riservate solamente agli addetti ai lavori?

Perché è utile una fiera

Lo scopo fondamentale per un produttore che partecipa a una fiera è quello di presentare l’evoluzione della sua azienda attraverso la presentazione di nuovi prodotti, servizi, piani di comunicazione, packaging, ecc. Si tratta di un momento privilegiato per i clienti, che hanno la possibilità di scambiare delle informazioni sull’andamento delle vendite, sulla qualità dei prodotti e ricevere i feedback dei consumatori.

Per un buyer visitare una fiera fa parte del suo lavoro ma, perché questo momento possa diventare un’opportunità, deve potersi preparare in anticipo, sapere cosa cercare, cosa andare a vedere e soprattutto saper cogliere le future tendenze di mercato.

A mio parere, prima della pandemia molte fiere mostravano già alcuni segni di debolezza: poca innovazione, sempre i soliti formati, inadeguati i periodi proposti (da giugno in poi) rispetto al timing di lavoro dei responsabili acquisti. A giugno un buyer deve avere già deciso tutte le novità di prodotto per l’anno successivo e soprattutto deve avere ben chiaro a livello strategico i cambiamenti previsti e il piano commerciale, poiché i tempi per rivedere una gamma di prodotti e inserire nuovi fornitori sono molto lunghi.

Visitare una fiera nel mese di settembre serve per mantenere le pubbliche relazioni con i fornitori partner, raccogliere idee pensando al potenziale assortimento a distanza di due anni ma difficilmente si riescono ancora a prendere delle decisioni per l’anno successivo. Sappiamo che da più di 15 anni molte aziende importanti organizzano eventi speciali solo per i buyer, che vengono invitati a scoprire tutti i nuovi prodotti che saranno lanciati sul mercato. Questi eventi vengono organizzati mesi prima delle fiere classiche.

Durante queste giornate i buyer lavorano e provano i prodotti insieme ai tecnici delle aziende. Scambiarsi feedback è molto utile alle aziende per portare delle migliorie ai prodotti o ai packaging, in caso ce ne fosse bisogno.

Le fiere di giardinaggio del futuro

I buyer quindi parteciperanno ancora alle fiere come hanno sempre fatto? Per saperlo bisognerà capire come evolverà in futuro il loro ruolo.

A mio parere la figura del buyer nel giro di qualche anno cambierà in modo radicale. Oggi il loro lavoro è fondamentale per creare un assortimento in quanto sono proprio loro che scelgono per i clienti, propongono una gamma di prodotti che ha un senso rispetto alla strategia aziendale e alla tipologia di target cliente a cui l’azienda si rivolge.

In un futuro, con l’accelerazione dell’e-commerce e lo sviluppo dei marketplace, gli obiettivi saranno: avere milioni di prodotti online, sviluppare in negozio i servizi e tenere i prodotti più difficili da gestire nell’e-shop.

Sarà quindi un algoritmo che, basandosi sulle visualizzazioni e sulle ricerche dei consumatori, potrà decidere l’assortimento per il cliente? Penso che questa sia la chiave di lettura per capire in che modo le fiere sapranno evolversi in base ai cambiamenti sempre più veloci del commercio mondiale.

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