Da inizio anno i prezzi dei trasporti e delle materie prime sono aumentati in modo esponenziale. La crescita dei prezzi e l’irreperibilità stanno mettendo in difficoltà le industrie di trasformazione di tutti i comparti. Una cosa è certa: sono in arrivo aumenti generalizzati.
Ne abbiamo parlato con 20 industrie del mercato del gardening.
Dall’inizio del 2021 le curve dei prezzi di molte materie prime hanno registrato delle vere impennate verso l’alto, raggiungendo in alcuni casi quotazioni record. La concausa della ripresa economica statunitense e cinese e la diminuzione della disponibilità delle materie prime (a partire dal petrolio) ha determinato un aumento eccezionale. Sono molte le associazioni di categoria che hanno già diramato allarmi, segnalando accanto alla crescita del costo dei materiali e delle spedizioni anche l’irreperibilità di alcune materie prime. Una situazione che sta mettendo in difficoltà moltissime imprese di trasformazione che, non avendo materie prime, sono addirittura state costrette a ridurre o sospendere la produzione. Come è successo a Candy di Brugherio (MB) che ha fermato la produzione per due settimane in aprile (e probabilmente anche a maggio) per mancanza di microchip.
Unionplast ha denunciato gli aumenti esagerati di tutti i derivati dal petrolio (+30% da dicembre) e ha stimato che l’80% delle imprese trasformatrici è stato costretto a ridurre la produzione di prodotti plastici. I prezzi delle materie plastiche sono iniziati a salire dallo scorso autunno ma nei primi quattro mesi del 2021 hanno toccato vette mai viste.
La stessa denuncia viene anche da Federunacoma, che lo scorso 20 aprile ha lanciato un allarme dedicato alle materie prime: “Il prezzo medio delle materie per l’industria risulta in crescita del 22% a marzo rispetto al gennaio 2020, con quotazioni particolarmente alte per il settore della meccanica (+40%) – spiega il comunicato ufficiale -. In Europa i prezzi degli acciai registrano a marzo il loro massimo storico, con rincari particolarmente elevati per i laminati (Hrc e Crc) che crescono del 70/80% rispetto ai livelli pre Covid. Per quanto riguarda le plastiche, nel primo trimestre dell’anno l’Europa registra un incremento del costo pari al 45% per l’etilene e al 121% per il polietilene. Ai forti rincari delle materie prime si aggiungono le difficoltà della logistica e dei trasporti (ancora legate all’emergenza pandemica), un’impennata dei costi dei container e ritardi consistenti nei trasporti navali”.
Anche il costo dei trasporti è un altro fattore aggravante del problema. Il Centro Studi di Confindustria ha segnalato che il noleggio di un container è salito del 186% in un anno: da 1.500 a 4.300 dollari e le tariffe dalla Cina verso l’Europa sono più che raddoppiate. E l’incidente nel canale di Suez non ha certo aiutato.
Gli aumenti delle materie prime e dei trasporti portano con sé come conseguenze l’aumento dei prezzi e dell’inflazione: una vera sciagura in un paese che sta cercando di uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia, che ha fortemente ridotto il potere d’acquisto di molte famiglie. Sarà infatti impossibile per le industrie assorbire questi aumenti spropositati, poiché i loro margini sono già stati compressi al massimo dalle varie crisi degli anni Duemila.
Le conseguenze di questa situazione le stiamo già vedendo in queste settimane (mentre scriviamo siamo a metà aprile) anche nel mercato dei prodotti per il giardinaggio: sotto forma di aumenti di prezzo e difficoltà nel reperire alcune categorie di prodotto. Quest’ultimo è un grosso problema per chi non ha fatto scorte e prenotazioni, specie di fronte a una domanda in crescita e a un aumento del numero di consumatori interessati.
Per capire in che modo questa situazione stia impattando sulle imprese del mercato del gardening e quali conseguenze potrà avere per la filiera e l’andamento dei prezzi, abbiamo intervistato 20 industrie del settore: 7 specializzate nella produzione di attrezzature e irrigazione, 6 nel comparto dei prodotti per la cura delle piante (substrati, fertilizzanti, ecc.) e 7 nel comprato dei vasi.
Di seguito riportiamo tutte le interviste, suddivise per comparto merceologico.
Vasi: plastica alle stelle e introvabile
BAMA
Rossella Baiocchi – Responsabile marketing
Come stanno impattando gli aumenti del petrolio e delle materie prime?
“La difficoltà di approvvigionamento di materie prime interessa il 90% dei trasformatori europei di plastica e gomma e in molti casi questo provoca contrazioni della produzione e impossibilità di acquisire nuovi ordini: è quanto emerge da recenti sondaggi condotti dalle associazioni nazionali che compongono la federazione EuPC. Le oltre 50.000 piccole e medie aziende che costituiscono l’industria della trasformazione della plastica in Europa sono sotto forte pressione – afferma EuPC – e, mentre si stanno ancora riprendendo dagli effetti della pandemia, devono ora far fronte a una scarsità di materie prime che non solo ha aumentato drasticamente i loro costi di produzione, ma minaccia anche di fermare l’attività produttiva”: questo è quanto scrive Polimerica (testata giornalistica specializzata nel mondo della plastica – ndr) e noi non solo lo condividiamo ma purtroppo viviamo questa realtà già da gennaio. Quali sono le cause? Continuano a parlare di forza maggiore, ma la realtà è che il prezzo del polipropilene, derivato del petrolio, ha raggiunto livelli spaventosi e purtroppo l’Italia è un paese di trasformatori, povera di materie prime: questo la rende dipendente dall’estero per l’approvvigionamento.
Perché mancano le materie prime?
Si parla di una serie di eventi negativi, la famosa forza maggiore precedentemente citata, che ha colpito l’industria petrolchimica, ma in realtà, senza continuare a girarci intorno, si tratta di manovre speculative e purtroppo le previsioni non fanno sperare in un’inversione del trend. Anzi, se fino a qualche giorno fa si parlava di miglioramenti entro giugno/luglio, adesso si comincia a vociferare di fine anno. L’acciaio e il petrolio detengono il triste primato nella scala degli aumenti delle materie prime e le percentuali cambiano di giorno in giorno. Il dato che potrei fornirvi oggi potrebbe non essere valido tra tre giorni.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Il problema esiste da gennaio: ha portato e porterà importanti cambiamenti nella gestione di tutta la filiera, dalla pianificazione, alla produzione e alla distribuzione. A oggi siamo riusciti a non fermare gli impianti, ma non possiamo fare nessuna previsione per il lungo termine. Noi utilizziamo solo materia prima vergine e non è possibile sostituirla con riciclato a causa di normative sulla sicurezza, ostacoli tecnici e requisiti di qualità. Inoltre, i riciclati non sono ancora disponibili in quantità sufficienti e con una qualità costante e (non per ultimo) anche il loro costo è in continuo aumento. Abbiamo quindi dovuto inevitabilmente aumentare i prezzi di tutti i nostri prodotti, compresi i vasi, aumento che a breve arriverà sugli scaffali, proprio adesso che il potere di acquisto dei consumatori è diminuito a causa dei danni provocati dal Covid.
Gennaio doveva rappresentare il mese della ripresa, così abbiamo continuato a investire in nuove tecnologie meno impattanti per l’ambiente, abbiamo realizzato nuovi articoli… Ma senza benzina le macchine si fermano e senza polipropilene rischiamo di dover fermare gli impianti per la prima volta in 40 anni. Se si ferma anche l’industria rischiamo che l’Italia diventi a breve un’isola turistica in mano a forze economiche estere. Ma forse è quello che vogliono.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Il cambiamento epocale è già in atto e non possiamo fare previsioni per il futuro: chi di noi avrebbe potuto prevedere una pandemia nel 2020? Sicuramente se il trend dell’aumento dei prezzi di tutte le materie prime (per tacere di quelli di luce e gas, che andranno ulteriormente a incidere sull’aumento dei costi) e nel nostro caso del polipropilene non si inverte velocemente – come anche la sua reperibilità – rischiamo di non essere in grado di garantire la disponibilità dei nostri prodotti e purtroppo non saremo gli unici.
PLASTECNIC
Emilia Bonanomi – Direttore generale
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Le imprese del settore plastica si trovano in una situazione molto delicata. Già dalla fine dello scorso anno i prezzi delle materie prime hanno iniziato ad aumentare, ma dall’inizio dell’anno abbiamo assistito a una crescita a due cifre che ancora non accenna a rallentare e che riguarda praticamente tutti i polimeri di interesse per il nostro settore, dal polietilene al polipropilene, fino al riciclato. L’andamento settimanale dei prezzi del polipropilene spot raccolto da ChemOrbis segna alla scorsa settimana un incremento del 95% rispetto all’ultima settimana di dicembre, ma già questa settimana ci stanno presentando nuove quotazioni superiori al 100%. Gli incrementi di prezzo superano in molti casi il 100%.
Ma la cosa ancor più drammatica è la scarsa disponibilità: le quantità a disposizione sui mercati mondiali sono nettamente inferiori alla domanda, come già denunciato da Il Sole 24 Ore e dalla stampa specializzata, e quindi accade spesso di non riuscire affatto a reperire i materiali necessari alla produzione.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività?
Questa situazione ha già portato conseguenze alla nostra attività, in termini organizzativi, di programmazione della produzione e di rapporti con il mercato. Nello specifico siamo costretti a comunicare ai fornitori previsioni relative ai nostri fabbisogni con largo anticipo, avendo poi conferme dell’effettiva disponibilità di materiale in tempi tanto brevi che non ci rendono assolutamente possibile un’efficiente pianificazione.
Le conseguenze sono: impossibilità di ottimizzare l’impiego delle risorse con il derivante aggravio di costi, estrema difficoltà nel gestire gli stock a magazzino e concreto rischio di abbassare sensibilmente la qualità del servizio al mercato.
Il nostro sguardo è come sempre rivolto al mercato e con sforzi enormi, sia a livello economico sia organizzativo, stiamo mantenendo i nostri standard.
Prevedete aumenti di prezzo?
Naturalmente siamo stati costretti a rivedere i listini anche se con aumenti che hanno solo in minima parte coperto gli aumenti che stiamo consuntivando, presentandoli a un mercato che ha generalmente compreso il particolare contesto.
Dobbiamo prendere atto che la situazione a oggi è tutt’altro che stabilizzata, pertanto stiamo mantenendo un livello di massima allerta, non escludendo di dover adottare ulteriori iniziative.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori?
L’aumento ora sta toccando a tutti i materiali, e questo comporterà un aumento generalizzato dei prezzi. Temo inoltre che per il futuro, pur ritornando la disponibilità del prodotto, il costo medio rimarrà sensibilmente più alto.
STEFANPLAST
Paolo Percassi – Direttore vendita Italia
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
I materiali da noi utilizzati, in particolare polipropilene e Ldpe (polietilene a bassa densità – ndr), hanno subìto aumenti anche del 100%, passando da poco più di 1.000 euro alla tonnellata di fine 2020 a 2.000/2.150 euro. Incrementi mai visti.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
L’attività non ha subìto variazioni: il mercato è molto vivace in questo momento. Purtroppo però, oltre a subire maggiori costi, ci sono difficoltà nel reperire la materia prima e questo potrebbe portare in futuro a scelte difficili. Ci auguriamo davvero di evitarle.
È ovvio che diventa impossibile scaricare sui prezzi dei prodotti queste variazioni; in questa fase le aziende stanno facendo da “ammortizzatore” per l’inflazione, portando aumenti davvero insignificanti, ma non potranno reggere a lungo.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
L’inflazione sarà il primo risultato e in un momento di tensione sui redditi di molte persone questo non è per nulla positivo. Per il futuro pensiamo, anzi speriamo, possa esserci un calo, un ritorno a quotazioni più reali, ma non riteniamo che succederà a breve e comunque non sui livelli del 2020.
SGARAVATTI TREND
Antonio Sgaravatti – Co-founder
Da dove arriva questa crisi?
Penso che l’aumento delle materie prime sia imputabile a una speculazione dovuta a maggiori ordinativi da parte del Far East. L’accaparramento di materia prima è funzionale alla ripresa della produzione e delle vendite attesa nel post Covid. C’è probabilmente una volontà strategica nel mantenere invariate le posizioni di mercato acquisite nel tempo e con questa modalità di intervento si creano difficoltà oggettive alla produzione europea che si vedrà costretta a mantenere parecchie produzioni in quei paesi.
La perdita di capacità produttiva di materie prime, avvenuta nel tempo in Europa, a causa anche delle sostanze inquinanti dovute alla trasformazione, è stata di fatto delegata a paesi meno attenti alla sostenibilità ambientale.
Le industrie europee, con meno materie prime da trasformare o con costi elevati, possono avere dei problemi di prezzo in particolare nelle commodity anche del settore giardinaggio.
Saranno necessari aumenti di prezzi che a catena arriveranno al consumatore e che potranno creare inflazione.
La materia prima è una componente importantissima; nel nostro caso, in cui utilizziamo acciaio, plastica e neodimio, questi aumenti, se continuerà l’ascesa, potranno incidere da un 10 a un 30% sui prezzi al consumatore.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività?
Sono preoccupato sia per i prezzi e ancor più della reperibilità della materia prima. Per nostra fortuna abbiamo puntato molto sul brand KalaMitica e sulle vendite online dove è possibile essere veloci rispetto ai cambiamenti repentini del mercato.
Avete dovuto modificare i programmi di produzione?
Al momento non abbiamo modificato i programmi e facciamo tutto in Italia. Nel futuro sarà necessaria più programmazione e più controllo di gestione per comprendere come mantenere la marginalità necessaria all’azienda.
Prevedete aumenti di prezzo?
Sì, inevitabilmente.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Il cambiamento è epocale sia per la produzione che per la distribuzione, non nutro dubbi in proposito.
Credo che solo con molta collaborazione tra le imprese del primario, secondario e terziario si potrà reagire e riprendersi dalle batoste di questo ultimo periodo. Spero ci sarà in futuro maggiore consapevolezza del danno creato delegando produzione e ricchezza alle aziende del Far East.
Oggi dobbiamo tornare a sostenere un nuovo modello di economia circolare atta a far conoscere e a vendere nel mondo la grande capacità di produrre valore e qualità made in Italy. Dove produzione, trasformazione, vendita e comunicazione trovino quella nuova armonia e sintonia condividendo insieme obiettivi comuni. Come dice una persona che stimo molto “oggi non vince il più forte ma chi collabora”.
EDELMAN BV
Fabio Casotto – Responsabile per l’Italia
Come state vivendo la tensione sulle materie prime?
Con riferimento ai prezzi praticati nel 2021, non ci sono stati aumenti relativi a questi prodotti: i prezzi erano stati bloccati con le aziende di produzione, che hanno mantenuto l’accordo stipulato. È possibile un aumento nel 2022, in particolare per prodotti legati al rame (luci Natale) o legati al petrolio (riscaldamento forni di produzione/trasporti).
Il prezzo del nolo dei container era stato contrattato nei mesi precedenti la crisi, per cui non abbiamo avuto ripercussioni sui prezzi. La tendenza ora è verso la normalità di questa voce di costo. A noi risulta che i prezzi avevano subìto un’impennata fino a 8.500 dollari.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Al momento non ci sono voci al riguardo e ci riteniamo fortunati, registrando sino a ora un aumento intorno al 40% delle vendite. Date le premesse, è sinceramente inaspettato ma frutto di un lavoro costante su servizio/qualità.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Abbiamo lavorato molto su una efficace presentazione del tour virtuale del nostro showroom (6.000 mq): questo strumento, unito alla fiducia concessa dalla nostra clientela, ci ha permesso di raggiungere i risultati precedentemente indicati con un trend in continua evoluzione positiva.
Le difficoltà che abbiamo incontrato in questo periodo sono riferite ad alcuni articoli di vasi da interno: le nostre produzioni in Germania e Portogallo sono state colpite nello scorso inverno da Covid, rallentando i programmi di produzione. A questo va unito il forte incremento di domanda a livello globale di contenitori di piante: i due fattori congiunti hanno creato alcune difficoltà presso la nostra clientela.
Registriamo un ritardo nelle consegne anche nei vasi da esterno provenienti dal Vietnam: i dazi di import Usa, frutto del periodo Trump, avevano spostato le richieste di questi articoli sulle produzioni vietnamite, causando un intasamento nella produzione e un conseguente rallentamento nella evasione degli ordini. Ci aspettiamo che la stessa situazione possa essere rivista per la seconda metà dell’anno sul mercato cinese (articoli natalizi), data la differente apertura della nuova amministrazione Usa.
TEKCNOPLAST
Luciano Monacis – Amministratore
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Negli ultimi 5 mesi abbiamo assistito, inermi, nel nostro settore a un raddoppio dei costi per le materie prime. In particolare di tutti i materiali plastici, i metalli e i componenti elettronici. Abbiamo subìto un aumento imprevedibile e ormai ingestibile, unito a una difficile reperibilità sul mercato.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Certamente, abbiamo dovuto sospendere i listini in essere e applicare aumenti definiti per sopperire ai costi sostenuti. Fortunatamente i programmi di produzione non sono variati poiché i nostri clienti hanno accettato di buon grado l’aumento, che abbiamo però cercato di minimizzare al massimo, senza alcuna speculazione.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Siamo fiduciosi che la situazione potrà migliorare nei prossimi mesi, ma sarà un recupero graduale.
FARMET NEW
Ufficio marketing
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Abbiamo subìto un aumento del 45% sul polietilene e prevediamo altri aumenti.
Prevediamo un aumento generalizzato dei prezzi e siamo preoccupati affinché ci arrivino le materie prime necessarie. Ci auguriamo inoltre che questa situazione duri per un breve periodo e che i prezzi rientrino al più presto.
Substrati e prodotti per la cura del verde: fertilizzanti oltre il 100%
CIFO
Pierluigi Picciani – Direttore commerciale e marketing
Da dove arriva questa crisi? Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
L’attuale pandemia, con la conseguente crisi che ha impattato pesantemente sul trasporto marittimo, e poi il blocco del canale di Suez, sono alcuni dei fattori che hanno purtroppo dato vita alla cosiddetta “tempesta perfetta”, generando elevati rincari delle materie prime e difficoltà di approvvigionamento delle stesse, a livello piuttosto generalizzato.
Se guardiamo alle principali materie prime di natura chimica che sono la base dei fertilizzanti – e quindi azoto, potassio e fosforo – la prima osservazione da fare è che, se in passato l’Europa poteva contare su una buona produzione interna, oggi dipendiamo invece dalla Cina, che è la fabbrica chimica dell’Europa. E ciò ovviamente non poteva che avere pesanti ripercussioni sul settore.
Si pensi che nel primo trimestre 2021 i prodotti azotati sono aumentati in media del 70% con punte di oltre il 100%. Non è andata meglio per quanto riguarda fosforo e potassio che, nello stesso lasso di tempo, hanno avuto un incremento di prezzo medio del 90% con punte di oltre il 110%.
Il Covid, inoltre, ha impattato pesantemente anche sulle materie prime di natura organica. Se è vero, infatti, che l’azoto può essere estratto anche dai prodotti organici, dobbiamo considerare che per farlo è necessario avere degli scarti di lavorazione; ma oggi le concerie sono in crisi e anche la macellazione registra numeri molto più bassi (per la chiusura delle grandi mense e dei ristoranti). Per cui va da sé che gli scarti delle lavorazioni di queste produzioni sono diventati anch’essi difficili da reperire e per di più, proprio in virtù della loro scarsità, attualmente vengono venduti, anziché ceduti gratuitamente come avveniva in precedenza.
Lo stesso è avvenuto con la crisi del mercato del mobile, che ha creato carenza di scarti della lavorazione del legno, che pure costituiscono materia prima per diversi fertilizzanti.
Uguali problematiche le riscontriamo purtroppo anche riguardo alle materie prime necessarie per gli imballi. Basti pensare alla plastica: se gli aerei non volano, non si fa raffinazione e manca il sotto-scarto della stessa. Ad aggravare la carenza di polimeri, inoltre, hanno contribuito anche le forti gelate di fine febbraio negli Usa, che hanno portato al blocco di molti impianti petrolchimici: così il prezzo della plastica è esploso.
Altrettanto difficile è approvvigionarsi di astucci in carta e cartone, perché le cartiere sono letteralmente sotto pressione: carta, cartone da macero e cellulosa sono sempre più costosi e difficili da reperire sul mercato.
Tra l’altro, essendo cresciuta in maniera esponenziale la domanda del settore home&garden, è intuibile come le difficoltà di cui sopra risultino ancora più pesanti per noi da affrontare.
I punti di forza di Cifo, che ci permettono di resistere meglio sul mercato, sono sicuramente la nostra vocazione al biologico e l’appartenenza a un grande gruppo che, oltre ad avere un forte potere di acquisto, è anche integrato a monte, per dipendere il meno possibile dall’esterno. Infatti, per quanto riguarda l’approvvigionamento di alghe, così come di acidi umici e fulvici, attingiamo da società che fanno parte del nostro Gruppo, rispettivamente con sede in Canada e in Ungheria: questo rappresenta un indubbio vantaggio, sebbene scontiamo comunque le problematiche generalizzate relative alla logistica.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Avete dovuto modificare i programmi di produzione?
La nostra produzione ovviamente, vista la situazione attuale, è più frammentata, in quanto condizionata appunto dalla disponibilità delle materie prime.
Prevedete aumenti di prezzo?
Per quanto riguarda i prezzi, per il momento ci stiamo impegnando il più possibile per non riversare l’aumento dei nostri costi sul mercato, se non dove non possiamo farne a meno, e stiamo a guardare per capire come evolverà la situazione. Certo, se queste condizioni dovessero protrarsi a lungo nel tempo, anche noi dovremo rispondere.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Prevedete un aumento generalizzato dei prezzi?
Se la situazione rimarrà a questi livelli, temo che un aumento generalizzato dei prezzi sarà inevitabile.
Assisteremo a una diminuzione della produzione e quindi dell’offerta e della reperibilità dei prodotti sul mercato?
Probabilmente ci sarà una minore tempestività di risposta alla richiesta del mercato.
In futuro tutto tornerà alla normalità oppure siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Finché ci sarà questa pandemia è difficile parlare di normalità. Quando l’emergenza sarà finita, probabilmente qualche cambiamento ci sarà e mi auguro in meglio. Intendo dire che questa esperienza potrà rappresentare per tutte le imprese uno stimolo a migliorarsi nella gestione delle risorse e a valutare più attentamente i potenziali rischi insiti nel mercato globale.
COPYR
Mario Di Leva – Country manager
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Purtroppo la situazione è molto complicata: gli aumenti segnalati sono reali e sono stati applicati senza nessun preavviso. Come può immaginare non posso entrare troppo nello specifico, ma le posso dire che gli aumenti sui prodotti finiti variano dalla tipologia del prodotto stesso e oscillano tra il 2/3% fino ad arrivare anche al 15%. Nel caso specifico del nostro mercato, molti dei principi attivi arrivano da fuori Europa e quindi l’aumento dei trasporti ha un impatto molto forte.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività?
Fortunatamente la collaborazione con Zelnova-Zeltia ci permette di operare a livello globale e la collaborazione tra i nostri uffici acquisti ha ridotto al minimo i disservizi. Abbiamo dovuto fare piccoli slittamenti di produzione che si portano dietro dei costi: ma al momento siamo riusciti a soddisfare tutte le richieste dei nostri clienti.
Prevedete aumenti di prezzo?
Sicuramente l’industria non potrà sopportare ancora molto questa situazione, in quanto, oltre alle difficoltà del periodo dovute alla pandemia, che hanno portato le aziende a interventi strutturali per gestire un evento eccezionale, ci si trova davanti ad aumenti anche a tripla cifra. Al momento stiamo portando avanti delle analisi interne per capire se e come intervenire sui listini, ma se vogliamo continuare a offrire servizi e prodotti di qualità credo che sarà l’unica scelta possibile.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Cosa succederà nel prossimo futuro è complesso da dire, anche perché tutti questi cambiamenti sono molto rapidi. Immagino che ci sarà un forte incremento dell’inflazione, con una conseguente riduzione del potere di acquisto da parte di consumatori. Immagino che tutti i player sul mercato dovranno intervenire per preservare la continuità aziendale e ridurre al minimo le perdite dovute a questi aumenti: quindi prevedo un aumento generalizzato dei prezzi, cosa che d’altronde è già accaduta in diversi settori.
SBM LIFE SCIENCE ITALIA
Ferdinando Quarantelli – Country head
State registrando aumenti di materie prime? In che modo stanno incidendo questi aumenti?
Allo stato attuale possiamo solo confermare che durante gli ultimi 4/5 mesi si è assistito a una crescita continua dei costi di numerose materie prime, spesso accompagnata da disponibilità ridotte e con tempi di approvvigionamento molto più lunghi del solito (e quasi sempre non rispettati).
Come noi, molte società del settore cura delle piante a fine 2020 hanno anticipato gli acquisti e aumentato le scorte, per ridurre i rischi derivanti da uno scenario Covid di assoluta incertezza. La crescita esponenziale del mercato della cura delle piante nei primi 3 mesi del 2021 ha parzialmente vanificato lo sforzo e le scorte sono state appena sufficienti a far fronte alla crescita del mercato: per alcuni segmenti si parla di una crescita di oltre il 50%.
Dire quale sia la percentuale di aumento dei costi maturata fino a oggi è ancora presto, perché per molte materie prime e di confezionamento può accadere che il prezzo di acquisto verrà “definito” solo a conguaglio: molti fornitori applicano la clausola della “forza maggiore” e non applicano il contratto. Se dovessi esprimere oggi un parere, per il momento l’impatto è stimabile con una forbice del 10/20%: chiaramente si tratta di una media, poiché ogni prodotto ha un costo con crescite diverse.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Questa situazione, unitamente all’esplosione dei consumi, ha stravolto la programmazione, che per fortuna ha retto abbastanza bene; ora qualche dubbio per i prossimi mesi resta ed è legato prevalentemente al costo delle materie prime e alla disponibilità delle stesse. Se questo scenario sarà confermato, gli aumenti di prezzo saranno inevitabili.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
In linea di massima prevediamo che l’aumento di queste materie prime determinerà per forza di cose un aumento dei prezzi al consumo. Peraltro spesso sono materie prime di comune impiego in numerosi settori: plastica per il packaging, concimi minerali, farine, trasporti marittimi in container, co-formulanti chimici, rame ecc.
Allo stesso tempo non possiamo dimenticare che una “ripartenza” dell’inflazione era attesa come conseguenza della ripartenza dell’economia mondiale dopo lo stop dovuto alla pandemia.
ITAL-AGRO
Direzione commerciale
Quali ripercussioni state vivendo?
Stiamo assistendo a una fibrillazione generale da parte dei nostri fornitori preoccupati per la irreperibilità delle materie prime e di conseguenza dei prezzi, che ci hanno comunicato che i prezzi oggi in corso non potranno essere mantenuti e quindi dovranno essere rivisti di volta in volta per nuovi ordini.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Stiamo pensando di preannunciare futuri aumenti ai clienti.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Stiamo già assorbendo una parte degli aumenti, grazie anche alle scorte costituite su molti prodotti. Ma sappiamo che se la situazione perdurerà saremo costretti, a nostra volta, a rivedere i prezzi concessi ai nostri rivenditori.
VIGORPLANT
Narada Oldrini – Responsabile controllo di gestione
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Uno dei rincari maggiori è stato sicuramente quello relativo agli imballaggi: da inizio anno abbiamo infatti subìto aumenti del 30% circa e con la prossima introduzione della plastic tax prevista per il 1° luglio 2021 sicuramente vi saranno da considerare e prevedere ulteriori rincari.
Nel settore dei terricci gli aumenti sugli imballaggi hanno un peso maggiore che in altri settori. Inoltre sui nostri flussi di approvvigionamento via nave abbiamo subìto forti ritardi e aumenti considerevoli.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Sicuramente ci sono state alcune ripercussioni come un primo aumento a inizio anno causato da un forte incremento dei costi di una delle nostre principali materie prime: la torba.
Vigorplant ha deciso di assorbire il grosso di questa maggiorazione per non pesare eccessivamente sulle politiche commerciali del trade e garantire così la competitività stessa del brand.
Monitoriamo costantemente la situazione relativa al controllo dei nostri costi con riunioni periodiche per poterne valutare gli effetti sulla gestione aziendale e preservare così la nostra competitività, grazie anche a importanti investimenti in ricerca e sviluppo per la ricerca di nuove e possibili tecnologie.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
La nostra speranza certamente è quella di mantenere delle marginalità congrue e coerenti con le logiche del nostro settore e la volontà sicuramente è quella di evitare di gravare sui consumatori finali. Tuttavia va anche considerato che non è possibile per gli attori della filiera produttiva assorbire sempre tutti i costi e questo potrebbe comportare un eventuale aggravio per i consumatori finali.
In base a nostre considerazioni riteniamo che nei prossimi mesi e anni i prezzi potranno tornare a contrarsi, ma dubitiamo comunque si possa tornare a livelli pre 2020.
Ciò che possiamo fare è sicuramente continuare a mantenere alta la qualità e la cura dei nostri prodotti sia dal lato produttivo che logistico e commerciale.
TERFLOR
Simone Gatti – Responsabile commerciale e marketing
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Effettivamente la situazione è molto delicata. I prezzi delle materie prime sono schizzati alle stelle. Per quanto riguarda il nostro settore, abbiamo assistito negli ultimi mesi a incrementi davvero importanti delle quotazioni di torba (20/30%), cocco (25/30%), corteccia (10/15%), plastica (15/20%) e si potrebbe continuare, dato che non hanno risparmiato concimi e “additivi” vari.
Gli aumenti sono dovuti essenzialmente a un incremento della domanda e a un, ancor più sensibile, incremento delle quotazioni di trasporto da Cina, India ma anche dall’Europa del nord e dell’est.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Terflor, a oggi, è riuscita a fronteggiare bene la situazione, grazie a una campagna acquisti pianificata con lungo anticipo, che ci ha permesso di incamerare gran parte del materiale indispensabile alla produzione prima che la situazione precipitasse. Vero è che la stagione è molto buona e quindi sarà inevitabile il ricorso a ulteriori approvvigionamenti.
I nostri listini di vendita al momento rimangono confermati anche perché crediamo sia segno di serietà di un’azienda non variarli in stagione. Purtroppo i rischi d’impresa esistono e l’aumento dei prezzi di materie prime fa parte di questi.
Siamo stati molto aiutati dalla campagna acquisti effettuata con largo anticipo e, comunque, muovendosi con attenzione si riesce a portare a casa il materiale anche se non sempre a evitare gli aumenti cui si accennava in precedenza.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
Sarà difficile tornare alla “normalità” nell’immediato futuro. Ci aspettiamo infatti che i vari aumenti vengano confermati anche per la prossima stagione e, non potendo assorbirli a scapito dei propri margini, le aziende ritoccheranno sicuramente i listini di vendita.
Per quanto riguarda i substrati, che vengono comunque proposti a prezzi di vendita al pubblico già piuttosto contenuti, non dovrebbero esserci grossi problemi. Grazie anche al fatto che il mercato è in una fase di espansione, dovuta alla situazione particolare che stiamo vivendo e che, una volta superata, lascerà comunque un bacino di clientela più ampio e giovane.
La situazione offre sicuramente anche nuove possibilità. Apre infatti la porta a innovazione e ricerca, sia sul fronte delle materie prime, andando alla ricerca di materie nuove ed ecologicamente meno impattanti, sia su quello del prodotto finito, da presentare al mercato per far percepire al consumatore il vero valore e potenziale del prodotto che sta acquistando.
Attrezzi e irrigazione: aumentano i costi delle importazioni
HOZELOCK-EXEL
Emilio Marchionni – Direttore commerciale Italia
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Per quello che ci riguarda, utilizziamo come materia prima l’Abs e in minima parte il Pvc e questo è aumentato del 107%. Il mercato cinese e quello americano hanno cominciato a tirare a ritmi pazzeschi e stanno assorbendo moltissima materia prima, pagandola anche molto di più di quello che sarebbe il normale. Chiaramente anche i produttori europei di materie prime preferiscono consegnare a chi paga di più, lasciando le briciole ai produttori europei. Noi produciamo oltre il 90% dei nostri prodotti in Francia e Inghilterra e quindi non abbiamo molta dipendenza dai mercati cinesi, tuttavia un po’ di componentistica arriva dall’oriente e quindi comunque limita la produzione che dipende da questi prodotti. Questo ci fa protendere ancor di più sul puntare su aziende di componentistica europea, pur sapendo che costerà di più.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Abbiamo incrementato notevolmente le vendite in tutta Europa e in Italia in particolare. Pur avendo scorte di materie prime a sufficienza, pensate per un incremento logico importante, questi alti consumi stanno facendo scendere le scorte di materia prima in modo considerevole e abbiamo iniziato a comprare materiale plastico e in metallo a prezzi superiori, dal 40 al 110%. Abbiamo cercato di assorbire questi aumenti il più possibile, tuttavia siamo stati costretti ad aumentare il nostro listino. I programmi di produzione erano già saltati a causa della forte richiesta di prodotto e abbiamo adeguato la produzione in questo senso.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori?
Anche i nostri clienti, che hanno subìto gli aumenti di listino, hanno capito la situazione e non hanno potuto fare altro se non accettare. Chiaramente anche loro potranno assorbire questo impatto lavorando sulla propria marginalità, ma è inevitabile che dovranno di conseguenza alzare i prezzi al pubblico. Per quanto riguarda la reperibilità, al momento stiamo tenendo lo scossone anche se con ritardi di qualche settimana per le consegne, per permettere alle nostre fabbriche di produrre quantitativi adeguati a rimpinguare le scorte di magazzino. Chiaramente comprando materia prima a prezzi elevati.
Tutto tornerà alla normalità?
Dire che tutto tornerà alla normalità è difficile. L’onda sarà lunga e non finirà con il finire dell’effetto Covid. Tuttavia l’aspetto speculativo da parte dei produttori di petrolio, materie plastiche e metallo è evidente e quindi i prezzi sono destinati a scendere, anche se forse non saranno mai più come quelli di pochi mesi fa. Questo effetto inflattivo avrà grosso impatto soprattutto sul mondo dell’alimentazione.
RAIN
Matteo Maria Stiatti – Executive vice president
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
La dinamica di aumento è generalizzata, però naturalmente si applica a nuovi ordini di materiale. Dunque l’incidenza sulla produzione dipende molto dalla politica di approvvigionamento che ciascuna azienda ha messo in atto. Quanto più si è acquistato prima di febbraio tanto minore è l’impatto dei rincari.
La materia plastica è aumentata dal 15 al 35% a seconda del tipo di compound. I trasporti via mare dall’Asia hanno triplicato il loro costo a partire da gennaio.
Dunque, se la tendenza si dovesse consolidare, anche chi non ha effettuato aumenti sino a ora sarà costretto a farlo a breve.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Sicuramente ci saranno aumenti di prezzo a partire dal mese di maggio.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
È difficile prevedere il termine di questa situazione eccezionale e se le persone cambieranno abitudini di consumo o meno.
Sicuramente nel mercato del giardinaggio uno dei grandi problemi della tarda primavera sarà proprio la reperibilità dei prodotti sul mercato: una situazione che comporterà tensioni sui prezzi.
EUROEQUIPE
Paolo De Nora – Amministratore unico
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Rispetto alle cifre che vengono pubblicate, gli aumenti reali sono superiori per poter riuscire ad avere disponibilità di materia prima.
In merito all’aumento dei trasporti import, mi auguro sia colto come uno stimolo per tutti a riscoprire le eccellenze italiane ed europee. Molti attori della nostra distribuzione, in particolare quella tradizionale, si rivolgono ormai per abitudine all’importazione asiatica: sono convinto che molti grossisti si sono accorti della convenienza italiana e della migliore qualità. È il momento di valorizzarla e salvaguardarla!
La nostra azienda da 8 anni ha progressivamente abbandonato quel po’ di made in China della nostra gamma e sviluppato nuovi progetti privilegiando l’eccellenza italiana. Per questa ragione non abbiamo subìto l’impatto sui trasporti import! Anzi il nostro made in Italy ha incontrato molti consensi a livello internazionale con l’export in salita verticale e con i nomi più significativi della distribuzione internazionale. Per la nostra azienda è una opportunità che ha evidenziato positivamente l’effetto delle nostre scelte industriali basate su qualità, favorevole rapporto qualità/prezzo e made in Italy.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Adoperando tecnopolimeri food grade, la nostra scelta di un prodotto superleggero, l’incidenza delle materie prime è minima sulle nostre produzioni rispetto alle produzioni tradizionali.
L’impatto dell’aumento prezzi è contenuto con una media ponderata del 6% rispetto al raddoppio delle materie prime di riferimento.
La nostra scelta, protetta con brevetti concessi in tutto il mondo, di adoperare poca materia prima ma di alta qualità e ad alte prestazioni, ha favorito un impatto ecologico ma anche premiato con un impatto modesto dell’aumento dei materiali. Voglio riportare un esempio concreto della nostra linea tubi Idroeasy: un nostro tubo, di ottima qualità realizzato con tecnopolimeri, di diametro 5/8” pesa 40 gr/mt. Un tubo tradizionale di diametro 5/8” pesa 120 gr/mt e anche oltre.
Questa modalità progettuale ha caratterizzato tutte le produzioni, anche quelle dei prodotti della linea Sandokan.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori? Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
C’è una diffusa carenza di prodotti sugli scaffali, molti buyer non hanno compreso la difficoltà di approvvigionamento del momento. Il contingentamento dei trasporti import e l’aumento delle materie prime generato da una carenza di prodotto sul mercato hanno alimentato una corsa all’acquisto e di conseguenza l’aumento dei prezzi.
In merito al trend futuro sono ottimista: le oscillazioni di mercato delle materie prime sono tipiche della primavera. Certo questa impennata ha una dimensione epocale ma confido sarà presto bilanciata da un nuovo assetto di mercato che farà tornare alla normalità i costi oggi ancora in crescita.
DAL DEGAN
Stefano Rigon – Operations manager
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Per le nostre linee di prodotto utilizziamo svariati materiali e per tale motivo conosciamo molto bene la situazione degli aumenti in corso sulle materie prime. Nel nostro caso la situazione peggiore la stanno vivendo le materie plastiche: però notiamo che, con il passare dei giorni, tutte le categorie merceologiche stanno subendo rialzi. I maggiori aumenti che stiamo registrando attualmente, rispetto al prezzo medio di acquisto della materia prima sono: polietilene e polipropilene +50%, nylon +40%, ferro +5%, acciaio +10%, ottone +30%, rame +20%, imballaggi cartone +10%, imballaggi legno +5%. Inoltre, in alcuni casi, i fornitori annullano gli ordini a programma e di mese in mese riformulano i listini in base agli aumenti di materia prima.
Per quanto riguarda i noli via mare per l’import dal Far East siamo arrivati a +150%. Ora la situazione dei container si sta leggermente calmierando ma i livelli pre Covid sono davvero molto lontani. Anche se devo dire che questo settore ci tocca marginalmente, con dei prodotti commercializzati a completamento resta il made in Italy.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
In parte avevamo previsto degli aumenti e, per tale motivo, nei mesi di ottobre e novembre 2020 avevamo deciso una politica di approvvigionamento molto spinta, soprattutto con l’acquisto di materie plastiche, impegnandoci finanziariamente sull’aumento del magazzino. Scelta che si è rivelata in parte vincente, in quanto siamo riusciti a passare indenni i mesi di dicembre, gennaio e febbraio senza applicare aumenti. Purtroppo nessuno avrebbe mai pensato che lo shortage di materia prima fosse così lungo e soprattutto senza controllo. Infatti, i prezzi della materia prima cambiano di giorno in giorno salvo il venduto. Carenza di materia prima e pesanti ritardi nelle consegne hanno di fatto messo in forte crisi la pianificazione aziendale.
Da metà marzo, come la stragrande maggioranza dei produttori, siamo stati costretti ad applicare aumenti sul prodotto finito, per cercare di contenere la perdita di marginalità. In questo particolare momento, la vera sfida è avere il materiale in casa per non fermare le linee nel cuore della stagione garden.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori?
Sicuramente gli aumenti applicati dai produttori, verso grossisti e rivenditori, verranno ribaltati sul consumatore finale e per questo motivo potremmo avere un vero e proprio mutamento dei consumi, dettato appunto da un aumento generalizzato dei prezzi nel medio periodo. Alcuni prodotti sicuramente risulteranno irreperibili, pensiamo soprattutto a produzioni fortemente legata al Far East.
Tutto tornerà alla normalità o siamo di fronte a un cambiamento epocale?
In quest’ultimo anno abbiamo vissuto continui stravolgimenti e per tale motivo, fino a che non sarà risolta la situazione pandemica legata al Covid 19, si ragiona molto d’istinto più che sulle classiche previsioni. Aumenti del genere e carenza di materiale sono fuori dal nostro controllo. Ci auspichiamo che la situazione dello shortage di materia prima si risolva definitivamente “solamente” verso la fine del 2021.
OFFICINE PIAZZA
Lorena Piazza – Amministratore
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Dobbiamo confermare che gli aumenti in atto sono importanti. Le previsioni sono che continueranno sicuramente fino alla fine dell’anno se non oltre.
Gli aumenti interessano tutte le materie prime, sia quelle che utilizziamo direttamente sia quelle che interessano i nostri fornitori. Le percentuali sono le più disparate, dal 20% di alcuni materiali fino a toccare punte del 200%.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Fino a oggi abbiamo servito tutti puntualmente. Se la situazione dovesse proseguire per molto tempo ci troveremo costretti, come tutti, a modificare i programmi. La materia prima influenza la produzione non solo sul fronte dei prezzi, ma anche per quanto riguarda la reperibilità.
Un altro fattore molto importante è la salute delle persone addette alla produzione, nonché i venditori. Per questo è importante che le persone siano vaccinate il prima possibile.
Un piccolo aumento è già stato applicato e ci auguriamo di non dover farne altri: non dipenderà da noi, ma dal mercato.
Quali conseguenze porterà? Prevedete una diminuzione dell’offerta e della reperibilità dei prodotti sul mercato?
C’è uno squilibrio delle forze di mercato: in generale abbiamo una ripresa della domanda, a fronte di un’offerta non in grado di soddisfarla. Non credo ci siano i presupposti perché tutto torni come prima. Oltre al mercato, anche le persone, le relazioni, le modalità di acquisto sono cambiate. Certamente ci sarà una nuova normalità e, c’è da augurarsi, una nuova consapevolezza del necessario e del superfluo.
SEBA PROTEZIONE
David Beccati – Web marketing specialist
Quali materie prime stanno registrando i maggiori rincari?
Seba, nella veste sia di produttore sia di importatore, ha riscontrato sicuramente sia un aumento delle materie prime per la produzione dei propri articoli, sia un aumento del costo dei trasporti per poterli importare. L’aumento dei prezzi delle materie prime in generale è stato attorno al 20-30%.
Entrando più nello specifico, abbiamo riscontrato un significativo aumento nel costo del nitrile per la produzione dei guanti. L’aumento si è notato nei guanti in nitrile con supporto (per esempio guanti con supporto in cotone e spalmatura in nitrile), ma l’incremento maggiore è stato riscontrato nei guanti in nitrile monouso: il prezzo in alcuni casi è aumentato anche del 300/400%, incidendo pesantemente sul costo finale.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività?
L’aumento dei costi delle materie prime ci ha portato a scandagliare e a monitorare al meglio il mercato produttivo, alla ricerca di fornitori in grado di offrire prodotti con il giusto prezzo senza mai rinunciare alla sicurezza, alla resistenza e alla comodità per un prodotto sicuro e performante. Quindi abbiamo tentato di incrementare la produzione per cercare di soddisfare tutte le richieste provenienti dal mercato. Ovviamente il monitoraggio che effettuiamo è scrupoloso e molto frequente per cercare di essere sempre al passo con le richieste che ci pervengono dai nostri clienti e non solo.
Prevedete aumenti di prezzo?
Se il costo delle materie prime aumenta, anche il costo del prodotto finale aumenterà proporzionalmente.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori?
L’aumento delle materie prime in primis e il conseguente incremento dei prezzi dei prodotti finali andranno a incidere sia sui rivenditori sia sugli utilizzatori finali.
L’andamento del prezzo delle materie prime e del mercato in generale è sempre variabile, quindi è difficile fare una previsione veritiera di cosa accadrà nei mesi che abbiamo davanti.
Tutto tornerà alla normalità?
Sicuramente sono cambiate e cambieranno ancora molte nostre abitudini; i prezzi avranno ancora delle variazioni significative, ma andranno con il tempo stabilizzandosi al ribasso.
La cosa certa è che il periodo storico legato alla pandemia del Covid-19 e il conseguente momento che stiamo vivendo altereranno sicuramente certi aspetti; ma la speranza è che tutto torni alla normalità.
GI-ESSE SALVADOR
Maurizio Tollis – Independent management consultant
Quali problemi state incontrando con l’approvvigionamento delle materie prime?
Oltre al prezzo, il problema maggiore è la reperibilità delle materie prime. Per fortuna noi con un piano di acquisto programmato a inizio 2020 abbiamo coperto per tempo il 2021 e con ciò anche bloccato i prezzi.
Oggi saremmo anche disposti a fare un piano di acquisto programmato per il 2021 e 2022, specie per l’acciaio, ma i nostri fornitori non sono, oggi, ancora in grado di definire con certezze costi e tempi. Tuttavia, dai commercianti di acciaio ci giungono notizie di aumenti che si attestano tra il 20-25% rispetto allo scorso anno con previsioni di aumenti nei prossimi mesi. In ogni caso, per fortuna, molto lontano dagli aumenti da voi indicati.
Sono veri, inoltre, gli aumenti sul cartone e sulle materie plastiche. Ma anche qui, non essendoci disponibilità di materiale, i fornitori restano vaghi nell’indicare percentuali certe di aumenti. Il vero problema, quindi, riguardo le materie prime, è la reperibilità!
I costi di trasporto sono notevolmente aumentati: almeno del 15/20%.
Questa situazione porterà conseguenze alla vostra attività? Prevedete aumenti di prezzo?
Siamo abituati a fare programmi di acquisto annuali: il problema è che alcuni fornitori di acciaio non riescono oggi ad accettare un programma di acquisto perché non sanno indicare il costo attuale né previsionale.
Circa i prezzi, naturalmente un aumento delle materie prime comporterebbe ripercussioni di prezzo sul prodotto finale. Tuttavia sulla base degli aumenti che ci hanno indicato se, a solo titolo di esempio, considerassimo un aumento del 20% sull’acciaio, essendo questo una componente del prodotto, l’aumento previsto, in proporzione, potrebbe essere intorno al 5%.
Quali conseguenze porterà ai rivenditori e ai consumatori?
Certamente se fossero confermate le percentuali di aumenti ci potrebbero essere gravi ripercussioni sulle vendite al dettaglio. Non solo per via di questi aumenti, ma perché si sommano a una palese situazione di grave crisi economia generale con conseguente evidente sofferenza della gente ad arrivare a fine mese.
Quindi non auspichiamo aumenti: è comunque impensabile l’applicazione di aumenti sui prodotti di pari passo all’aumento delle materie prime. Sarebbe un disastro le cui conseguenze sono facilmente immaginabili.
Noi restiamo fiduciosi e positivi: la campagna vaccinale aiuterà senz’altro la ripresa economica, con la ripresa e la riapertura di molte attività commerciali oggi chiuse e in sofferenza. La ripresa economica ridurrà lo stress sui mercati e le contrazioni sui consumi. Gli aumenti rientreranno in larga misura.
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