“Salviamo le Stelle di Natale”: lancia l’allarme la Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti. Appello inviato alle autorità per una corretta interpretazione del Dpcm del 3 novembre.
“L’ingiusta chiusura di garden center e dettaglio di fiori e piante mette a rischio i circa 13,5 milioni di alberi di Natale veri e di Stelle di Natale che ogni anno trovano spazio nelle case degli italiani in occasione delle feste, secondo una tradizione consolidata”: è l’allarme lanciato dalla Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti e un invito alla corretta interpretazione del Dpcm del 3 novembre per la vendita di piante e fiori. La lettera, inviata a Federdistribuzione e alle autorità istituzionali coinvolte, è stata firmata da Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, e da Mario Faro e Nada Forbici, presidente e coordinatrice della Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti) e chiede un chiarimento urgente affinché i punti vendita e le Regioni non possano incorrere in dubbi interpretativi e non venga penalizzata la commercializzazione di prodotti agricoli deperibili.
L’appello segnala che alcune ordinanze locali hanno chiuso gli spazi dedicati a piante e fiori all’interno di molte strutture come centri commerciali, supermercati e ipermercati. Lo stop alle realtà commerciali che superano i 250 metri quadri ha inoltre interrotto l’attività di molti garden center che superano facilmente queste dimensioni, inglobando spesso aree di produzione e di vendita, senza che a livello regionale o comunale ne sia stata riconosciuta l’eccezionalità. Molti provvedimenti a carattere locale hanno finito inoltre per impedire addirittura ad ambulanti di piante e fiori di operare all’interno dei mercati cittadini organizzati anche per la vendita di generi alimentari.
Salviamo le Stelle di Natale
“In conseguenza delle diverse interpretazioni di queste ordinanze – spiega l’appello della Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti – in molte strutture della GDO, supermercati e ipermercati, anche negli esercizi inseriti in Centri Commerciali, gli spazi dedicati a piante e fiori all’interno, oppure annessi all’area, sono stati chiusi o resi inaccessibili. Anche a molti garden center, parte terminale della filiera produttiva florovivaistica e agricola, viene imposta la chiusura perché facilmente superano la dimensione dei 250mq, peraltro con strutture per lo più dedicate alla produzione e non solo alla vendita. È necessario un chiarimento anche per quanto riguarda gli ambulanti, che vendono piante e fiori all’interno delle aree mercatali, organizzate anche per la vendita di generi alimentari, a cui è fatto divieto, da parte di alcuni uffici comunali per il commercio, di vendere il prodotto. La situazione è grave perché stelle di natale, ciclamini, fiori recisi etc., messi in produzione da 5 mesi, sono molto onerosi in termini economici, per le anticipazioni colturali e per il riscaldamento delle serre, e sono un prodotto deperibile, stagionale, la cui mancata vendita potrebbe risultare mortale per un settore che ha già pagato il primo lockdown, in primavera, con oltre 1,5 miliardi di euro di perdite, di cui 750 milioni proprio di piante in vaso e fiori recisi. Si auspica un chiarimento urgente e necessario, affinché i punti vendita e le Regioni non possano incorrere in dubbi interpretativi e non venga penalizzata la commercializzazione di prodotti agricoli altamente deperibili”.