Ieri, 22 luglio, Assofloro ha riunito gli imprenditori del comparto floricolo (piante in vaso fiorite) a Roma. Assofloro ha convocato questo primo incontro nazionale, partecipato da 50 imprese che producono circa il 60% del prodotto floricolo italiano, per una necessità di confronto e sintesi rispetto al dialogo con il comparto floricolo italiano iniziato durante il lockdown per l’emergenza Covid.
Tanti gli ambiti già identificati. Quello politico-sindacale per dare maggiore dignità e rappresentanza della floricoltura italiana in ambito governativo; quello tecnico, per esempio per evitare l’invasione di prodotti coltivati all’estero con l’uso di antiparassitari vietati in Italia; l’ambito dell’etichettatura, per permettere al consumatore della Gdo di riconoscere i prodotti italiani da quelli stranieri come avviene per altri prodotti agricoli deperibili dell’ortofrutta; naturalmente la promozione e la comunicazione.
Assofloro ha riunito gli imprenditori del comparto floricolo
Non essendo presenti personalmente all’incontro, riportiamo di seguito una parte della relazione ufficiale di Assofloro.
In apertura dei lavori è stata evidenziata, da parte del presidente di Assofloro, Nada Forbici, la necessità di dare dignità al settore, aspetto ampiamente ripreso negli interventi degli imprenditori presenti in sala anche rispetto all’innalzamento e alla tenuta dei prezzi di piante e fiori, elementi necessari per poter continuare a fare vivere il tessuto produttivo floricolo italiano. Più volte è stata ribadita la necessità del dialogo tra le imprese e l’utilità di unire le forze, ora più che mai dopo la grave crisi economica legata al Coronavirus.
I temi trattati sono stati relativi all’andamento del mercato, alla necessità di una attenta analisi costo-prezzo fino alla promozione del prodotto italiano ed è stata aperta una seria discussione relativamente al rapporto con la grande distribuzione organizzata (GDO), la quale, con l’utilizzo dei prodotti floricoli, come articoli civetta da richiamo per la clientela, condiziona in modo sostanziale la sopravvivenza dei tradizionali canali di vendita specializzati (garden center, fioristi, ecc.).
Sottolineata la criticità dei prossimi mesi in merito alla mancanza di prodotto, che dovrebbe portare all’applicazione del prezzo fluttuante e non il prezzo fisso. Necessario definire uno standard di prodotto condividendo i dati di produzione. Di conseguenza si è capito perché il dialogo tra le imprese e la costante conoscenza del mercato e delle disponibilità di prodotto risulteranno sempre di più aspetti necessari e prioritari.
È stato toccato anche l’argomento dei termini di pagamento e la necessità di pianificazione delle informazioni all’interno del sistema imprenditoriale. Evidenziata la ricerca del prodotto Made in Italy soprattutto a livello di vendita tradizionale (garden center e rivendite specializzate). Sottolineato che i nostri prodotti possono fare la differenza sul mercato dal punto di vista qualitativo, anche passando attraverso azioni strutturate di informazione e comunicazione che devono raggiungere l’utente finale, facendo comprendere quale è il significato di una produzione floricola e quali sono gli elementi produttivi che fanno la differenza nella durata del prodotto floricolo italiano, in particolare modo all’interno della grande distribuzione.
Da qui anche l’importanza di “fare parlare” il nostro prodotto, attraverso azioni di comunicazione, per spiegare il valore della produzione: il prodotto italiano porta con sé dei valori specifici che devono essere evidenziati ed utilizzati per informare e comunicare tra i vari passaggi di filiera, fino all’utente finale.
La discussione è proseguita interrogandosi su cosa potrebbero fare le Istituzioni per il nostro settore e come potere interagire, affinché, sfruttando l’attenzione al green degli italiani, si possa creare il “bisogno” di acquistare maggiormente il prodotto pianta-fiore, ampliando cosi il mercato.
Necessario aumentare la qualità percepita del prodotto attraverso un brand non fine a se stesso ma spinto da una promozione forte che deve arrivare fino all’utente finale.
Numerose le criticità già esistenti anche prima dell’emergenza Covid ma che oggi non possono più attendere a devono necessariamente rientrare all’interno della rete di comunicazione.
Discussa l’utilità di rivedere la normativa del prezzo sottocosto legata al prodotto floricolo venduto dalla grande distribuzione.
Si è parlato anche del problema legato alla concorrenza del prodotto estero dove sono consentiti principi attivi per interventi fitosanitari non utilizzabili nelle nostre coltivazioni per la gestione delle diverse problematiche fitosanitarie; questo deve essere posto come elemento di distinzione del prodotto italiano che dà maggiori garanzie al consumatore finale rispetto al fatto che è più salubre rispetto al prodotto estero proveniente da alcune aree del mondo dove l’attenzione è minore.
La rappresentatività delle aziende del settore, le riflessioni e l’entusiasmo emersi da parte dei partecipanti all’incontro portano a pensare che oggi sia stata posta la pietra miliare del rinnovamento della floricoltura italiana, forse anche grazie ad un cambio di mentalità legato al cambio generazionale oltre a tutte le criticità che caratterizzano il settore e che sono emerse nuovamente, in modo pesante, a causa del Covid. Questo è quello che fa ben sperare rispetto al proseguimento dei lavori ed al raggiungimento degli obiettivi emersi durante l’incontro.