30 anni di Mps: intervista a Daan De Vries e Marco Van Der Sar

In occasione dei 30 anni di Mps, l’amministratore delegato Daan De Vries e il presidente del consiglio di amministrazione Marco Van Der Sar hanno parlato della storia e del futuro dell’azienda olandese, nota per offrire ai floricoltori internazionali strumenti per la certificazione sempre più richiesti.

Nel 1995 un gruppo di coltivatori olandesi fondò Mps con lo scopo di certificare il Global Gap nel mondo del florovivaismo, dove “Gap” sta per Good Agricultural Practice e si riferisce a un uso consapevole e misurato delle risorse (fer­tilizzanti, antiparassitari, acqua, energia, ecc.). L’azienda ben presto si è affermata a livello internazionale, ha aperto una sede in Italia e in questi 30 anni ha abbracciato l’e­voluzione del concetto di sostenibilità nel florovivaismo, che oggi comprende anche le emissioni di CO2 e aspetti sociali come le condizioni lavorative dei dipendenti.

Mps lavora per aumentare la diffusione delle certificazioni tra i florovivaisti – anche tra i piccoli produttori – e la sensibilità dei buyer internazionali verso l’importanza di scegliere un prodotto certificato.

Daan de Vries e Marco van der Sar, rispettiva­mente amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione di Mps, ci rac­contano il percorso dell’azienda e le prospetti­ve per il futuro.

Il percorso di crescita di Mps

Come si è evoluta Mps in questi 30 anni?

Marco van der Sar: Mps è stata fondata trent’an­ni fa in risposta alle richieste della società e del governo. Oggi assistiamo i produttori di tutto il mondo nella coltivazione di prodotti più sostenibili e responsabilità e sostenibilità rimangono al centro del nostro impegno. Mps svolge un ruolo indipendente, raccogliendo e uti­lizzando vari dati per la rendicontazione, la certifi­cazione e ora anche per i calcoli dell’impronta am­bientale. Anche l’organismo di controllo Ecas è un elemento cruciale, poiché ci consente di fornire una validazione indipendente attraverso uno sportello unico.

Daan de Vries: Mentre inizialmente i partner della filiera di approvvigionamento si accontentava­no della sola certificazione, ora c’è una crescen­te richiesta di dati più approfonditi sull’intero processo. Ciò è in parte dovuto al fatto che i compratori, così come le banche e i governi, stan­no ponendo sempre più domande sulle emissioni di CO2 nella catena di approvvigionamento. Le aziende, quindi, devono tenere non solo registri finanziari, ma anche “registri delle emissioni”.
Mps è diventata una parte indispensabile del settore anche grazie al riconoscimento da parte delle aste olandesi, che hanno un ampio segui­to. Oggi abbiamo 3.400 clienti in tutto il mondo, due terzi dei quali nei Paesi Bassi. Da parte nostra, ci impegniamo costantemente a far crescere la nostra base di utenti, perché più aziende si sottopongono a certificazione, più interessanti diventano le informazioni per il produttore.

Qual è stato l’impatto di Mps all’estero?

Daan de Vries: L’approdo delle certificazioni Mps-Gap o Mps-Sq – Socially qualified, inerente alla sicurezza e salute dei lavoratori – in mer­cati come l’Africa ha avuto un impatto fonda­mentale sulle aziende floricole locali, creando un movimento molto positivo, in particolare nei primi dieci anni.
Una sfida rispetto all’ulteriore internazionaliz­zazione è che in molti mercati le catene di ap­provvigionamento sono più brevi e più regionali, con le piante che vanno direttamente ai centri di giardinaggio e ai paesaggisti. La certifica­zione in questi mercati è meno richiesta, ma ci sono ancora molte aziende da coinvolgere.

Marco van der Sar: L’impatto internazionale di Mps è stato davvero significativo: quando visito i coltivatori all’estero riscontro che sono molto orgogliosi delle loro certificazioni Mps-A o A+. I no­stri predecessori in Mps hanno svolto un lavoro pionieristico fondamentale, viaggiando molto e coinvolgendo nel progetto una vasta rete di coltivatori.

Come raggiungete nuovi coltivatori?

Daan de Vries: Dove non c’è richiesta di certifi­cazione, Mps-Insights può fornire una maggiore comprensione della sostenibilità di partenza, ma senza validazione, rappresentando un possibile trampolino di lancio verso la certificazione.

Marco van der Sar: I dati sulla sostenibilità gioca­no ormai un ruolo centrale per soddisfare i requi­siti più recenti, vedasi per esempio la Direttiva Csrd (Corporate Sustainability Reporting Direc­tive) dell’Unione Europea. Con Mps dobbiamo essere pronti e offrire una piattaforma acces­sibile attraverso strumenti digitali intelligen­ti, che sia anche modulabile ai costi più bassi possibili. In questo modo, possiamo crescere a livello internazionale e utilizzare i dati in modo ancora più ampio per rendere il settore sempre più sostenibile. Per raggiungere que­sto obiettivo, Mps collabora con organizzazio­ni di esportazione locali in vari paesi, tra cui Kenya ed Etiopia.

Le nuove sfide della certificazione

Riuscite a coinvolgere anche i piccoli produttori?

Daan de Vries: Un florovivaista deve affrontare molte variabili, come la carenza di personale e le sfide del mercato. Le richieste ambientali e sociali aumentano la complessità della sfida. Il nostro compito è quello di semplificare loro la vita fornendo strumenti di facile utilizzo e dati di facile interpretazione. E per i piccoli produttori lanceremo a breve Mps-Compact: insieme a Fsi (Floriculture Sustainability Initia­tive) e Global Gap, abbiamo lavorato a una serie realistica di criteri per rendere la certificazione accessibile anche a loro.

Come immaginate Mps fra 30 anni?

Daan de Vries: Se dovessi delineare una visione per i prossimi trent’anni, vorrei che tutto fosse estremamente trasparente e che l’impatto ne­gativo del settore fosse pari a zero. Come Mps, abbiamo vari prodotti e molti dati per contribu­ire a questo obiettivo e, in collaborazione con tutte gli attori della filiera, possiamo stimolare la sostenibilità su tutti i fronti.
La missione di Mps supporta anche il settore orticolo: niente combustibili fossili, niente an­tiparassitari chimici, una vita dignitosa per le persone coinvolte e il pieno riciclaggio dei ma­teriali. Lo facciamo da 30 anni e continueremo per i prossimi 30.

Marco van der Sar: Mps è stata creata per aiu­tare a rendere il settore più sostenibile e que­sta rimane la nostra missione. Stiamo creando sempre più strumenti per farlo ancora meglio e il valore dei dati convalidati sulla sostenibilità sta aumentando: così i florovivaisti possano prendere le decisioni più sostenibili possibili nelle loro operazioni aziendali.

www.my-mps.com

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