Nell’anno del Covid, il Garden Ghiomelli di Livorno è stato completamente distrutto da un incendio. Una gara di solidarietà ha permesso l’apertura di un temporary shop dedicato al Natale, ma il futuro è ancora incerto. Ne abbiamo parlato con Riccardo Ghiomelli, titolare insieme alla sorella Paola del Garden Ghiomelli.
Il 29 agosto, in poche ore, a causa di un pauroso incendio è andato completamente distrutto il garden Ghiomelli di Livorno: un punto di riferimento da 50 anni per la città toscana e non solo.
Già dai giorni successivi i clienti hanno sommerso la pagina Facebook ufficiale del punto vendita con selfie scattati all’interno del negozio: frammenti di vita, sorrisi e vecchi ricordi che avevano il garden center come scenografia, a testimonianza del loro affetto e in segno di sostegno verso Paola e Riccardo Ghiomelli, figli del fondatore Ennio Ghiomelli e attuali amministratori del negozio. Dopo questi primi gesti spontanei è partita una impressionante gara di solidarietà che ha coinvolto tutta la città e molti imprenditori, che si sono prodigati in donazioni, raccolte fondi, tornei di tennis di beneficenza e tante iniziative volte a far ripartire al più presto l’attività, specialmente in vista del Natale che è sempre stato una caratteristica peculiare del garden center livornese. Il villaggio di Natale del garden Ghiomelli è infatti storicamente un punto di riferimento per le famiglie livornesi e lo slogan “non è Natale senza Ghiomelli” è diventato un tam tam sui social che ha coinvolto davvero tantissime persone. Il risultato è che il 22 settembre è stata annunciata l’apertura di un temporary shop dedicato al Natale in un’altra sede, inaugurato a tempo di record il 29 ottobre.
Accantonando per un attimo gli aspetti tragici, questa triste esperienza ci insegna che forse un garden center non è un negozio come qualsiasi altro ma qualcosa di più: è un “regalo di bellezza” che un imprenditore dona alla sua città. Forse chi lavora e vive ogni giorno dentro queste strutture non se ne rende conto, ma quando in una città apre un garden center tutto il quartiere diventa più bello. Perché un garden center, al di là del business (sacrosanto), è anche un’oasi di pace, un momento di contatto con la natura che coinvolge tutti i sensi, è un angolo di gentilezza che migliora le persone. E se è vero – come dice un proverbio africano – che “quando muore un nonno brucia una biblioteca”, possiamo parafrasare che quando chiude un garden center è come se bruciasse un bosco.
E forse è anche per questo che la città di Livorno si è mobilitata in favore della famiglia Ghiomelli: sicuramente per la qualità umana dei titolari e dello staff, ma forse anche per la perdita di un patrimonio estetico e culturale che Riccardo e Paola hanno sempre regalato con generosità e passione a Livorno in questi anni. Ne abbiamo parlato con Riccardo Ghiomelli.
Un incendio che si poteva evitare
GreenRetail: Ti aspettavi una gara di solidarietà così coinvolgente?
Riccardo Ghiomelli: In effetti non ci siamo mai chiesti a fondo quali sono gli elementi che spingono le persone a venire nel nostro punto vendita e cosa abbiamo costruito in cinquant’anni di storia. Nella velocità del lavoro di tutti i giorni, nella frenesia della vita di oggi, non ti rendi conto di quello che stai facendo di buono o di meno buono. Te ne accorgi quando succede una disgrazia come quella che è successa a noi, perché di questo purtroppo si tratta.
Effettivamente siamo rimasti sorpresi da questa solidarietà di tutta la città e non solo. E in questi momenti ci siamo resi conto che effettivamente non ci siamo limitati a vendere piantine e palline, ma forse siamo riusciti a costruire qualcosa di più. A volte sembra retorica: ma ti accorgi di quanto vale una persona quando non c’è più e ti accorgi di quanto è importante una cosa quando la perdi. E ti garantisco che è così. Al di là dell’affetto che noi avevamo per il nostro punto vendita, abbiamo realizzato gli effetti positivi che ha portato anche alle altre persone. E questo secondo me dovrebbe essere invece un input per cercare di capire cosa stanno pensando le persone del tuo lavoro e del tuo punto vendita.
Non è stato facile gestire il garden center in questi anni: è stata una battaglia sotto ogni punto di vista, abbiamo attraversato momenti veramente difficili e io e Paola siamo stati bravi a non mollare. Malgrado tutto e le mille difficoltà siamo riusciti a rimanere sul mercato e a costruire qualcosa che vale molto di più di un conto corrente in banca.
GreenRetail: Ci racconti cosa è successo dal 29 agosto fino all’apertura del temporary shop?
Riccardo Ghiomelli: Il giorno dell’incendio avevamo appena chiuso il negozio e stavamo andando in pausa pranzo, quando un collaboratore mi ha avvisato telefonicamente di una colonna di fumo proveniente dal terreno comunale accanto al punto vendita. Mi sono recato presso il negozio e s’era alzato un vento incredibile: abbiamo visto subito che minacciava il garden center. I vigili del fuoco erano già presenti ma subito dopo sono andati via perché avevano già finito l’acqua. Per fartela breve, le autopompe che hanno spento l’incendio sono arrivate da Lucca e Pisa.
In queste situazioni i vigili del fuoco si limitano al contenimento, quindi si sono preoccupati che il fuoco non arrivasse al cimitero e, dalla parte opposta, al distributore di carburanti: nel mezzo c’era il nostro garden center che nel giro di tre ore è stato completamente distrutto dalle fiamme. Non è rimasto nulla.
GreenRetail: L’incendio è scaturito in un terreno abbandonato di proprietà del Comune. Se non sbaglio già qualche anno fa avevate avuto un problema simile, sempre a causa del degrado dell’area pubblica…
Riccardo Ghiomelli: Il 25 dicembre 2006, mentre il garden center era chiuso, è scoppiata una bombola di gas in una baracca di un senzatetto che ha distrutto una parte delle serre. Non solo, anche venti giorni prima del disastro era partito un incendio che però non ci aveva procurato danni. Quando abbandoni un’area a sé stessa, è facile che diventi un rifugio di spaccio, prostituzione, delinquenza e degrado: in queste condizioni non è difficile prevedere che qualcosa di spiacevole possa accadere. E così è stato.
Comunque al momento ci sono indagini in corso per stabilire le responsabilità e la Procura sta lavorando: ma c’è il segreto istruttorio e non sappiamo niente.
GreenRetail: Si tratta di un danno economico rilevante…
Riccardo Ghiomelli: Al di là del danno economico, il problema più grave per noi è essere senza lavoro, essere in mezzo a una strada. Perché un debito con il lavoro e la buona volontà puoi recuperarlo e soddisfare i vari creditori. Ma senza lavoro, dall’oggi al domani, diventa complicato.
Ti puoi immaginare cosa abbiamo vissuto quel giorno. Vedere i nostri genitori che assistevano alla distruzione di quello che avevano costruito in una vita di lavoro e ci avevano affidato: questo è stato il dolore più profondo. È vero che io e mia sorella non ci sentiamo responsabili dell’incendio, ma eravamo noi in quel momento i gestori del punto vendita: ti lascio immaginare come ci sentiamo, come figli e come imprenditori.
GreenRetail: Su Livorno Today del 29 gennaio ho letto che il sindaco ha dichiarato “C’è molto dispiacere per quanto capitato, Ghiomelli è un’attività storica della nostra città. L’importante, però, è che non si sia fatto male nessuno. Abbiamo già comunicato al titolare che lo aiuteremo”. Avete ricevuto aiuti dal Comune?
Riccardo Ghiomelli: Ci hanno convocato proponendoci di realizzare una tensostruttura per sfruttare il periodo natalizio. Ma con una veloce analisi abbiamo capito che per realizzare e gestire una tensostruttura di 1.000 mq ci volevano dai 50 ai 60.000 euro. Una cifra impossibile da ammortizzare in praticamente 40 giorni di attività, a prescindere dalle limitazioni Covid che poi sono sopravvenute.
GreenRetail: Il Comune vi ha proposto aiuti finanziari?
Riccardo Ghiomelli: No, ci hanno detto che non potevano creare un precedente.
Il vero aiuto della città di Livorno
GreenRetail: Come è nato allora il progetto del temporary shop?
Riccardo Ghiomelli: Proprio nei giorni in cui valutavamo la tensostruttura, siamo entrati in contatto con un ingegnere dello Shopping Center Le Torri. Aveva uno spazio di circa 1.100 mq al piano terreno totalmente libero, poiché da gennaio avrebbero iniziato dei lavori di ristrutturazione: conoscendo la nostra situazione, si è messo in contatto con la proprietà e ha fatto sì di darci praticamente in maniera gratuita tutto il locale.
In quei giorni è poi partita una gara spontanea di solidarietà che ha mobilitato un po’ tutta la città di Livorno: un’associazione ci ha regalato 1.000 euro, i circoli di tennis hanno organizzato un torneo di tennis e raccolto oltre 3.500 euro, è stato organizzato un corso di spinning e ci hanno devoluto l’incasso, un’azienda ci ha recuperato il legno per le scaffalature e ci ha regalato i computer per la gestione delle casse, un’altra ci ha fornito i muletti per la movimentazione della merce, il Conad ci ha prestato scaffali e carrelli, un negozio ha creato delle mascherine con il nostro logo, ci hanno regalato le nuove divise e poi tante donazioni fatte da privati e negozianti… Ognuno ha fatto quello che poteva: ti dico, una cosa davvero commovente che ci ha colpito profondamente. Con questi soldi siamo riusciti a coprire i costi inevitabilmente connessi all’apertura di un punto vendita, a partire dalle assicurazioni. Non sono serviti tanto, di più! Anche le piccole donazioni o soltanto un gesto in quel momento per noi è stato fondamentale.
GreenRetail: Come avete fatto ad aprire un negozio a tempo di record?
Riccardo Ghiomelli: Considera che noi avevamo tutto nel punto vendita: il magazzino del Natale dell’anno scorso e ci avevano appena consegnato i prodotti nuovi, che non abbiamo neanche avuto il tempo di sballare. Non avevamo più niente, neanche una spillatrice. Ci hanno dato la possibilità di entrare nel locale il 22 settembre e il 29 ottobre abbiamo aperto: quindi meno di un mese, se consideri che non abbiamo potuto lavorare il sabato e la domenica. È stato possibile, ci tengo a precisarlo, perché ho avuto l’appoggio dei ragazzi che lavorano con noi che sono stati veramente fantastici. Devo dire che lo spirito con il quale hanno lavorato e con cui ci sono stati vicini in tutto questo periodo è stato veramente commovente. Un sostegno che è andato al di là dell’aspetto lavorativo: perché creare in una ventina di giorni un allestimento come quello che abbiamo realizzato è possibile solo se ci metti il cuore e la passione oltre la professionalità.
Abbiamo dovuto rifare gli ordini a tutte le ditte, attendere la merce e soprattutto creare tutte le scaffalature. E qui dovrei anche fare un elenco di colleghi e amici che ci hanno aiutato regalandoci molti materiali: sono stati fantastici. Senza il loro aiuto non sarebbe stato possibile fare niente.
GreenRetail: Come è andata commercialmente? Dopo l’apertura è anche arrivata la seconda ondata del Covid e la Toscana è entrata in zona rossa…
Riccardo Ghiomelli: È chiaro che non è stato semplice. Ma nei primi 15 giorni di apertura abbiamo fatto dei numeri allucinanti e vendite sproporzionate anche rispetto al vecchio punto vendita. Penso che anche questo risultato sia figlio dell’affetto che ci hanno voluto dimostrare i nostri clienti. Dopo è chiaro che l’avvento delle colorazioni delle Regioni, soprattutto nel periodo di zona rossa, ci ha messo un po’ in crisi.
Ma eravamo già felici di essere riusciti a riaprire: ti puoi immaginare l’emozione da parte di tutti noi di essere riusciti in questa impresa. Il risultato economico è stato solo una conseguenza di tutto l’affetto che ci ha circondato. Levando i costi del materiale acquistato, le spese e il personale, siamo riusciti a dare lavoro per alcuni mesi al nostro personale, ma non ci è rimasto nulla e siamo punto a capo, in mezzo alla strada.
Quale futuro per Garden Ghiomelli?
GreenRetail: Non state lavorando alla ricostruzione del garden center?
Riccardo Ghiomelli: No. Il Comune ci ha comunicato che non ci fanno ricostruire il garden center e vista la situazione dovremo aspettare il piano regolatore tra 3 o 4 anni. Conosci perfettamente la situazione dei garden center in Italia. Se volessimo fare una guerra, che durerebbe non so quanti anni, forse riusciremmo a costruire delle serre, ma senza la vendita dei prodotti complementari come abbiamo sempre fatto. Nella situazione concorrenziale attuale, in cui tutti vendono tutto, noi come potremmo vivere vendendo solo le piante?
GreenRetail: Proprio in questi giorni è in via di approvazione in Senato la proposta di legge dedicata alla valorizzazione del settore florovivaistico che riconosce il ruolo dei centri giardinaggio. Come è possibile questo ostracismo nel 2021?
Riccardo Ghiomelli: Ci pongono ostacoli da un punto di vista sia urbanistico sia di destinazione d’uso del terreno. Finché il garden c’era, andava bene; ora che lo vorremmo ricostruire dobbiamo sottostare alle nuove normative. Due anni fa hanno approvato il piano strutturale che ci consentirebbe di realizzare il garden center, ma devono approvare un piano operativo che arriverà forse fra 3 o 4 anni. Abbiamo in programma la bonifica del terreno, ma è ovvio che non possiamo stare fermi per tutti questi anni. Dobbiamo per forza trovare qualcosa di alternativo.
GreenRetail: Dopo il Covid e la distruzione del garden center, a dicembre è anche mancato tuo padre Ennio per un incidente stradale. Un 2020 davvero maledetto…
Riccardo Ghiomelli: Pensavamo di aver toccato il fondo in questo 2020, difficile per tutti, ma ci ha portato via anche mio padre: il 22 dicembre è stato investito da un furgone e non è sopravvissuto. Non ci sono parole, se non che per noi è ancora più presente di prima.