Il 1° Rapporto sul Florovivaismo, presentato il 19 febbraio in occasione dell’inaugurazione di Myplant & Garden, getta finalmente un po’ di luce sull’andamento del mercato europeo e italiano di piante e fiori. Il florovivaismo italiano ha raggiunto nel 2024 il suo massimo storico, con un giro d’affari di circa 3,3 miliardi di euro, grazie al traino dell’export (1,3 miliardi) e al lavoro di 19.000 imprese su 30.000 ettari. I volumi di produzione sono però in calo, in tutta Europa non solo in Italia, e il fatturato è spinto solo dall’aumento vertiginoso dei costi di produzione seguiti all’emergenza Covid, che ha visto il florovivaismo come uno dei settori agricoli più colpiti. Oltre alle conseguenze della pandemia e delle guerre, susseguite rapidamente in meno di quattro anni, il settore si scontra anche con gli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico e una concorrenza globale che opera con regole meno rigide di quelle dell’Ue.
Rapporto sul Florovivaismo: la diminuzione dei volumi di produzione dopo il Covid
Il Rapporto sul Florovivaismo (“Analisi dei mercati globali e il percepito delle imprese”) è stato promosso da Assofloro e Coldiretti e realizzato dal Centro Studi Divulga e dall’Istituto Ixé: si tratta di una ricerca inedita concepita per andare oltre i numeri e offrire la fotografia più completa possibile del settore, analizzando i dati e anche il sentito delle aziende e dei consumatori. La ricerca di mercato è infatti arricchita da un’analisi qualitativa su un campione rappresentativo di florovivaisti.
“Costi in progressivo aumento che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti – spiega il comunicato ufficiale di Assofloro -, tanto più se si considera la concorrenza sleale con importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Il 72% delle importazioni Ue arriva dall’Olanda, con il porto di Rotterdam autentico buco nero in fatto di controlli sulla merce importata che finisce spesso per essere triangolata acquisendo la provenienza comunitaria, mentre tra i Paesi extra-Ue si distinguono Cina, Thailandia ed Ecuador, questi ultimi soprattutto per gli arrivi di fiori”.

“Il rapporto Divulga/Ixe’ fotografa i record del florovivaismo made in Italy ma fa suonare anche dei campanelli d’allarme da non sottovalutare – ha spiegato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, durante il convegno di presentazione -, a partire dal problema della redditività delle imprese, sempre più strette tra aumento dei costi e concorrenza sleale dall’estero. Anche per piante e fiori, così come per i prodotti alimentari, occorre affermare il principio di reciprocità delle regole, senza il quale si rischia di vanificare l’enorme lavoro portato avanti in questi anni dai florovivaisti italiani in termini di sostenibilità delle produzioni, con effetti positivi importanti dal punto di vista dell’ambiente e della salute”.
Alla presentazione del 1° Rapporto sul Florovivaismo di Assofloro-Coldiretti erano presenti per l’occasione: Mirco Carloni presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Alessandro Beduschi assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Ettore Prandini presidente di Coldiretti, Nada Forbici presidente Assofloro e coordinatore della Consulta Florovivaismo Coldiretti, Mario Faro presidente della Consulta Florovivaismo Coldiretti, Valeria Randazzo exhibition manager di Myplant & Garden e Riccardo Fargione, coordinatore del Centro Studi Divulga.
Il 1° Rapporto sul Florovivaismo 2025 è scaricabile a questo link.